I consigli del mese: the handmaid’s tale

Scritto da in data Ottobre 20, 2020

Benvenuti a un nuovo appuntamento con la rubrica “TEREVISIONE” di Teresa Soldani, dedicata alle serie televisive.

In questa puntata parleremo di The handmaid’s tale, una delle migliori serie distopiche mai create. Ascoltando il podcast, oltre alla recensione senza spoiler della serie, sentirete la discussione fra Teresa Soldani e il suo ospite, Giuliano Terenzi, narratore sportivo e conduttore della rubrica Sportcast, che potete ascoltare su Radio Bullets, cosa che vi consigliamo caldamente di fare.

Invece di leggere, ascolta il podcast per un esperienza più coinvolgente

Una serie distopica

Da appassionati di serie televisive, abbiamo deciso di parlarvi oggi di The handmaid’s tale − Il racconto dell’ancella − serie distopica prodotta da Hulu, giunta alla sua 4° stagione, le cui riprese − in Canada − sono state interrotte a marzo di quest’anno a causa della pandemia.
Lo show ha debuttato negli Stati Uniti nel 2017 ed è arrivato nello stesso anno anche in Italia, grazie a TIMVision, quindi perché parlane oggi?

Da agosto del 2020 la 1° stagione della serie (e per il momento SOLO quella) è arrivata su Amazon Prime Video, un servizio streaming con un bacino di utenti sicuramente più ampio di quello di TIMVision, opportunità che permetterà a molti di immergersi nelle atmosfere di quella che riteniamo una delle serie distopiche più belle e intense che possiate trovare in TV.

Ma cos’è una serie “distopica”? È uno show che racconta un futuro possibile, ma le cui ripercussioni sono estremamente negative, come The Walking Dead, con la sua invasione di zombie o The Man in the High Castle in cui ci viene prospettata una realtà in cui la II Guerra Mondiale viene vinta dai nazisti.

The handmaid’s tale, che è tratta dall’omonimo romanzo del 1985 di Margaret Atwood, che nel 2019 ha anche pubblicato un seguito intitolato “I testamenti”, parla di una storia che ci viene di fatto raccontata nell’arco della 1° stagione dello show, in cui gli Stati Uniti diventano una dittatura per opera di un gruppo di estremisti religiosi denominato “I Figli di Giacobbe”. La causa scatenante di questo sconvolgimento politico e sociale è un calo drastico delle nascite nel paese, che porta questo gruppo a voler ripristinare dei valori ritenuti ormai perduti il cui disconoscimento, a loro avviso, avrebbe condotto al rischio dell’estinzione della razza umana.

Gli ex Stati Uniti d’America diventano così la tristemente nota Gilead, i cui padri fondatori, al governo, sono chiamati Comandanti. A Gilead non c’è spazio per le donne, le mogli dei Comandanti, per lo più donne sterili che non hanno alcun potere o coinvolgimento nella politica e il cui unico compito è occuparsi della casa e della famiglia.
L’onore, si fa per dire, di preservare la razza è invece affidato alle Ancelle, donne fertili e considerate peccatrici, che vengono rieducate in luoghi che si chiamano Centri Rossi. Ed è bene specificare che per essere considerate peccatrici basta davvero poco a Gilead, persino aver sposato un divorziato, proprio come nel caso della protagonista June.

Una volta pronte, le Ancelle vengono assegnate a una famiglia di Comandanti, presso cui ogni mese, sono costrette a sottoporsi a una cerimonia orribile, durante la quale devono giacere con il capofamiglia, in presenza della moglie, per essere ingravidate. Nel caso in cui venga concepito un bambino, quest’ultimo verrà affidato alla famiglia del Comandante e l’Ancella passerà invece alla famiglia successiva. Questo è il cuore della serie.

Per la recensione completa e la discussione fra Teresa Soldani e Giuliano Terenzi non vi resta che ascoltare il podcast.

Serie TV e Pandemia

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