Libano: Saad al-Hariri nominato premier. Di nuovo
Scritto da Radio Bullets in data Ottobre 22, 2020
Il presidente libanese Michel Aoun ha nominato il politico sunnita Saad al-Hariri primo ministro. Dovrà formare un nuovo governo e affrontare la peggiore crisi politica e finanziaria dalla guerra civile del 1975-1990.
Non esattamente un nome nuovo. Non esattamente quello che volevano i manifestanti che hanno fatto cadere il governo precedente. E non è ancora chiaro se andrà bene alla comunità internazionale, guidata dalla Francia, che si è fatta carico di raccogliere milioni di dollari per aiutare la ripresa del paese dei cedri. Sta di fatto, però, che Hariri ha ottenuto l’appoggio della maggioranza dei parlamentari durante le consultazioni con Aoun, conscio del fatto che dovrà trovare un equilibrio nella politica di condivisione del potere che caratterizza il Libano, ma che lui conosce bene, avendo già fatto il premier in un governo di coalizione caduto esattamente un anno fa sotto la pressione delle proteste contro l’élite al potere. In più si aggiungono una serie di problemi: la crisi finanziaria, il crollo della valuta, l’aumento della povertà e i debiti di Stato. Il nuovo governo, qualora riuscisse ad affrontarlo, dovrà fare i conti con il coronavirus e le conseguenze dell’esplosione del 4 agosto che ha sconvolto e distrutto Beirut uccidendo più di 200 persone e facendo danni per miliardi di dollari.
Hariri è sostenuto dai parlamentari del suo partito Futuro, dal partito sciita di Amal, dal partito del druso Walid Jumbatt e da altri blocchi. Gli Hezbollah, pur non sostenendo nessuno, hanno detto che non ostacoleranno il processo. La grande coalizione cristiana, l’FPM guidata dal genero del presidente Aoun, ha dichiarato che non voterà Hariri, così come non farà il secondo principale partito cristiano.
Nonostante il desiderio di qualcosa di nuovo, non riuscendo a superare lo stallo di queste settimane dopo che il premier precedente Diab si è dimesso non riuscendo a formare un governo, Hariri si è presentato come il “candidato naturale” per costruire un gabinetto in grado di rilanciare la roadmap francese, che prevede le riforme necessarie per attivare gli aiuti esteri. Hariri ha anche accennato al fatto che il Libano deve concordare un programma di riforma con l’FMI per sfuggire alla crisi.
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