14 settembre 2021 – Notiziario in genere

Scritto da in data Settembre 14, 2021

Nazioni Unite: Guterres nomina la giordana Bahous direttrice di Un Women. Afghanistan, allarme Unesco: a rischio i progressi fatti per l’istruzione. Né donne né inclusività: l’Alta commissaria Bachelet critica il governo del paese. Mentre il Qatar esorta i talebani a rispettare i diritti delle afghane. In Libano piovono critiche sul governo, accusato di ‘talebanite’: non ci sono donne. In Marocco invece le maggiori città sono guidate da tre leader donne. Spagna: lotta all’omofobia, le forze di sicurezza in campo contro i reati d’odio. In Vaticano nelle nuove caserme delle Guardie svizzere si prevedono spazi per le donne.

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Nazioni Unite

Twitter | Sima Bahous

Sima Sami Bahous, già rappresentante permanente della Giordania all’Onu, è stata nominata dal segretario generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres, direttrice esecutiva di Un Women, l’agenzia delle Nazioni Unite per le donne. Bahous succede a Phumzile Mlambo-Ngcuka, spiega una nota di Palazzo di Vetro. Ha più di 35 anni di esperienza a livello nazionale, regionale e internazionale, anche nel promuovere l’emancipazione e i diritti delle donne, nell’affrontare la discriminazione e la violenza.

Nel frattempo è cominciata in queste ore la 48ma sessione del Consiglio Diritti Umani (CDU), l’ultima sessione ordinaria del corrente mandato triennale dell’Italia come componente del CDU (2019-2021). Nel 2018, l’Italia è stata eletta membro del Consiglio con un ampio sostegno: 180 paesi hanno ritenuto il nostro paese all’altezza di sedere nel principale organo delle Nazioni Unite per la promozione e la protezione dei diritti umani a livello globale. “Nel corso di questi tre anni abbiamo lavorato incessantemente per onorare questo mandato, contribuendo a sollevare l’attenzione della comunità internazionale sulle più gravi situazioni dei diritti umani, con un focus speciale su temi prioritari, come la promozione dell’uguaglianza di genere, la lotta contro ogni forma di violenza contro le donne e la lotta contro ogni forma di discriminazione, anche basata sull’orientamento sessuale o sull’identità di genere”.

Afghanistan

Per l’Unesco è a rischio il diritto all’istruzione nel paese

Unesco

L’Unesco esorta la società internazionale a mettere in atto misure immediate e urgenti per la salvaguardia del diritto all’istruzione in Afghanistan, messo a rischio dal governo talebano che ieri ha annunciato una revisione dei programmi di studio da cui saranno “esclusi i temi in contrasto con la Sharia”. Per l’Unesco i significativi passi in avanti fatti negli ultimi 20 anni nel Paese in termini di scolarizzazione, soprattutto per le ragazze, vanno preservati. Secondo le Nazioni Unite il numero di giovani che frequentano la scuola è aumentato in due decenni da 1 a 10 milioni, l’incremento degli insegnanti è stato del 58%, mentre risulta raddoppiato il tasso di alfabetizzazione delle ragazze (dal 17 al 30%). Nel 2001 infatti in Afghanistan, quasi nessuna bambina frequentava la scuola primaria. Nel 2018 erano diventate 2,5 milioni e oggi nella scuola primaria ci sono 4 allieve su 10. Nell’insegnamento superiore nel 2001 c’erano 5mila ragazze, mentre nel 2018 erano 90mila, dice l’Unesco. Che ricorda come dal 2001 il paese abbia adottato le norme internazionali su istruzione e diritti delle donne. Il diritto all’istruzione per tutti e tutte è sancito dalla Costituzione e la durata dell’istruzione obbligatoria è fissata a 9 anni sia per i ragazzi che per le ragazze. “Ciò che è in gioco in Afghanistan è il diritto all’istruzione”, tuona l’Unesco. “Se le classi miste sono vietate, così come l’insegnamento delle ragazze da parte degli uomini, la quota di donne nell’istruzione superiore, e più in generale delle ragazze nell’istruzione, diminuirà molto ampiamente”, si spiega ancora. “Con profonde conseguenze sulla loro vita, sulla loro vita professionale e civica”.

https://twitter.com/UNESCO/status/1437335201110241287

Bachelet ‘costernata’ dall’assenza di donne dal governo afghano

Bachelet

UK Department for International Development/Flickr | L’Alta Commissaria Onu per i diritti umani Michelle Bachelet

L’Alta commissaria Onu per i diritti umani Michelle Bachelet ha espresso costernazione per la “mancanza di inclusività del cosiddetto gabinetto di transizione” dei talebani in Afghanistan che non include donne e che vede pochi esponenti di etnia non pashtun. “Di fronte all’aggravarsi della crisi umanitaria ed economica, il paese è entrato in una nuova e pericolosa fase, con molti afghani profondamente preoccupati per i loro diritti umani, in particolare le donne, le comunità etniche e religiose”, dice Bachelet in un intervento al Consiglio Onu dei diritti umani.

https://twitter.com/UNHumanRights/status/1437359823545323535

Il Qatar: “I talebani devono rispettare i diritti delle donne”

Wikimedia Commons | Mohammed bin Abdulrahman Al-Thani

“Abbiamo detto ai talebani di rispettare i diritti delle donne”, dice il ministro degli Esteri del Qatar, Mohammed bin Abdulrahman Al-Thani, dopo la prima visita ufficiale di un responsabile politico straniero a Kabul. “Abbiamo fornito diversi esempi di come in molti Paesi musulmani le donne abbiano un ruolo attivo nella società”.

Libano

Wikipedia Commons | Najib Mikati

24 ministri e nessuna donna: il nuovo governo libanese presieduto da Najib Mikati annunciato in queste ore a Beirut (e che ha visto la luce dopo 13 mesi di stallo) si è già attirato le critiche di società civile e mondo intellettuale che sui social parlano di classe politica “corrotta” e “talebana”. “È forse l’effetto del talebanite dilagante?”, si domanda su Twitter un attivista libanese. Non che negli esecutivi precedenti le cose andassero meglio: le donne erano sempre pochissime. E quando c’erano, “mogli o sorelle o figlie di leader politici maschi più potenti”.

https://twitter.com/unwomenlebanon/status/1436342446863048707

Marocco

Nei municipi delle principali città marocchine è in atto una rivoluzione al femminile. Tre donne sono ora a capo delle tre grandi città marocchine: Fatima Zahra Mansouri nella turistica e splendida Marrakech, Asmaa Rhlalou nella capitale Rabat e Nabila Rmili a Casablanca, centro economico del paese. “Un passo avanti per la parità di genere se si considera che oggi nel mondo solo 22 paesi hanno donne a capo del proprio governo e solo il 21% dei ministri di governo sono donne”, scrive sui social Philippe Close, sindaco di Bruxelles.

Fatima-Zahra Mansouri ha 45 anni e fa l’avvocata. Per lei al municipio di Marrakech è il secondo mandato – nel 2009 era infatti diventata la prima sindaca della città, e la seconda del Marocco, dopo Asmaa Chaabi, sempre del Pam – Partito autenticità e modernità – che nel 2003, prima assoluta, aveva vinto le elezioni a Essaouira. È invece una giornalista, la quarantenne Asmaa Rhlalou, la prima sindaca di Rabat: milita nell’Rni, il partito che ha vinto le elezioni. La nuova sindaca di Casablanca è infine Nabila Rmili, medica dello sport e direttrice regionale della salute, negli ultimi tempi efficacemente impegnata sul fronte della campagna vaccinale.

Spagna

Flickr/La Moncloa – Gobierno de España | Pedro Sanchez

Lotta a omofobia e razzismo e “preoccupazione” per casi di attacchi a persone Lgbtq. È l’impegno del governo spagnolo attraverso il potenziamento di Polizia Nazionale e Guardia Civile con unità territoriali specificamente preparate per trattare casi di “reati d’odio”, motivati quindi da aggravanti come l’omofobia o il razzismo. Un vertice tra il premier Pedro Sánchez, il ministro dell’Interno Fernando Grande-Marlaska e altre autorità ha deciso di aumentare la formazione degli agenti di polizia per affrontare queste situazioni e applicare misure già adottate nei casi di violenza sulle donne. Il tema degli attacchi omofobi si è imposto ancora una volta all’attenzione dell’opinione pubblica perché le associazioni dedicate ne denunciano l’aumento. Ma anche perché ha fatto discutere il caso di un ragazzo che inizialmente ha denunciato alla polizia di esser stato aggredito da un gruppo di persone incappucciate nel centro di Madrid, salvo poi ritrattare e confessare che questa versione dei fatti era inventata. Una “denuncia falsa”, ha ricordato Sanchez, non può “impedire di descrivere” la “realtà” delle aggressioni omofobe.

Città del Vaticano

Flickr/Aurelio Candido | Guardie svizzere

Piccola rivoluzione a Città del Vaticano: la caserma delle Guardie svizzere si adegua per poter ospitare in futuro anche donne-alabardiere, prevedendo stanze singole con bagno privato. L’investimento è di più di 54 milioni di euro e il progetto dovrebbe terminare tra cinque anni, nel 2026. “Fin dall’inizio è stato importante per noi che il nuovo edificio offrisse uno spazio al servizio delle donne”, spiega Jean-Pierre Roth, a capo della fondazione che supervisiona il progetto, al giornale svizzero Sonntags Zeitung. Per cambiare le regole sul reclutamento ora manca solo un dettaglio: il via libera del Papa.

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