La dignità del vero

Scritto da in data Ottobre 27, 2022

«Perché è importante identificare?» Su una parete di un nuovo museo milanese campeggia questa domanda. La risposta sta nell’importanza di restituire dignità umana e giustizia quando queste si sono perse e, soprattutto, farlo attraverso la scienza.

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Tra scienza e diritti umani: nasce il museo MUSA

Si chiama MUSA ed è il Museo Universitario delle Scienze Antropologiche, mediche e forensi per i Diritti Umani. Siamo nel capoluogo lombardo, all’Università Statale di Milano, dove è stato inaugurato di recente il nuovo museo. Un luogo insolito e ricco di curiosità, in cui scoprire come la lotta alla violenza e la tutela dei diritti umani passino anche attraverso la scienza.

Per quanto diverse famose serie tv abbiano contribuito ad alimentarne fama e fascino indubbio, quello dei medici e antropologi forensi è un lavoro fatto di infinita pazienza e minuzia. Cercare, misurare, comparare, raccogliere dati e studiarli con estrema attenzione è tutt’altro che semplice. E un banale errore potrebbe compromettere un’intera indagine o una lunga ricerca.
Mentre, di solito, si viene a conoscenza dei risultati a cui questi scienziati giungono, poco si conosce di come si svolgano le diverse fasi del loro lavoro e dell’importanza che questo ha, anche sotto aspetti che si tende a non considerare, tra i quali il rispetto dei diritti umani.
Il MUSA nasce proprio a questo scopo.

Le discipline scientifiche che studiano il corpo

Nel museo si scoprono, quindi, le discipline scientifiche che si occupano di studiare il corpo per ricostruirne la storia e ridisegnare i contorni di un evento passato, più o meno lontano nel tempo. Il tutto avviene attraverso l’esame del cadavere, dello scheletro e, in alcuni casi, del vivente.

Il MUSA nasce dal Labanof, il Laboratorio di Antropologia e odontologia forense dell’ateneo milanese, con il supporto di Fondazione Cariplo, della onlus Fondazione Isacchi Samaja e dell’organizzazione Terre des Hommes.

Il messaggio che intende trasmettere è stato esplicitato in occasione dell’inaugurazione del 19 ottobre scorso da Cristina Cattaneo, che coordina il MUSA ed è docente alla statale di Milano di Medicina legale e antropologia, oltre che responsabile scientifico del laboratorio Labanof.
Il nuovo museo – ha spiegato – vuole dimostrare come la scienza e la medicina, applicate allo studio del corpo, possano essere «un’arma formidabile per contrastare la violenza e tutelare i diritti umani».

Viaggio nel MUSA

Il MUSA, che sarà aperto al pubblico a partire dal 2 novembre 2022, è strutturato in sei sezioni:

  • Introduzione, dove oltre alla presentazione animata del museo, si illustrano i passaggi dello studio dei resti umani;
  • Storico-archeologica, che contiene una parte della Collezione antropologica del Labanof, con circa 1.500 scheletri, e un’area illustrativa dell’evoluzione di Milano in duemila anni con i reperti di ogni epoca;
  • Identità, nella quale si tratta il tema delicato e importante del diritto all’identità dei morti, con una parte dedicata ai morti non identificati delle migrazioni;
  • Crime, che riproduce i quattro scenari tipici dei crimini mortali – sopralluogo, autopsia, indagini di laboratorio e dibattimento – con un excursus anche sull’intervento delle forze di polizia e degli esperti della scientifica;
  • Vivi, dove si illustra l’importanza della medicina e delle scienze forensi nella tutela dei vivi e dei loro diritti, sottolineando quindi anche il valore della scienza nella lotta alla violenza;
  • Missione Melilli-il Barcone, un percorso dedicato al racconto del naufragio di un peschereccio al largo della Libia avvenuto il 18 aprile 2015, una tragedia dell’immigrazione in cui morirono circa mille persone.

Ogni sezione è arricchita con esposizioni, diorami – ambientazioni e scene riprodotte con modelli in scala ridotta – e pannelli esplicativi, oltre ad animazioni e video. Inoltre, le diverse stazioni sono dotate di QR code e di una zona con audioguida e modelli tattili pensata per i visitatori non vedenti.
È possibile, infine, entrare nel merito di alcuni casi giudiziari nazionali e internazionali, ormai conclusi, grazie alla consultazione di filmati, podcast e altro materiale a disposizione in un’apposita postazione pc. Per accedere a questo servizio è però necessaria la prenotazione.

In definitiva, il MUSA si prefigge di fare conoscere nella pratica come operano le scienze forensi.
Si tratta non solo di ricomporre oggetti o corpi, e di dimostrare scientificamente come alcuni eventi siano avvenuti, ma di ricostruire parti di vita delle persone restituendo alle loro storie memoria e verità.

Musica: “Bones” soundtrack
Foto in copertina: Malcolm Lightbody da Unsplash

 

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