La produzione di una serie TV negli USA

Scritto da in data Dicembre 1, 2020

Pilot, sweeps e tempi di produzione, il secondo appuntamento con Terevisione e il dietro le quinte delle serie TV USA

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I pilot

Nelle scorse settimane vi abbiamo parlato dei complicati passaggi che un autore televisivo deve compiere, in America, per trasformare la sua idea in uno show televisivo e diventare uno showrunner, figura che non trova un corrispettivo in Italia, dove uno sceneggiatore resta tale e non viene improvvisamente trasformato nell’amministratore di un business da milioni di dollari, come succede invece oltreoceano.

Prima però di parlare della produzione vera e propria di una serie, vorremmo spendere due parole sui pilot, gli episodi dalla cui visione spesso dipende la decisione di promuovere o meno uno show. Come abbiamo già accennato, un episodio pilota deve riuscire a catturare immediatamente l’attenzione del pubblico, impresa non facile, soprattutto nell’attuale mercato televisivo che fornisce così tante scelte da rendere semplice, al pubblico, trovare esattamente ciò che cerca e quindi passare al prodotto successivo senza troppi rimorsi.
I network sono perfettamente consapevoli di questo e quindi sono disposti a investire un budget notevole in un solo episodio.

Se da una parte, quindi, la puntata pilota di una serie tende a dare il meglio di sé, vi è anche un rovescio della medaglia, e cioè che quest’ultima non sempre sarà rappresentativa dello show che seguirà, perché i soldi investiti e la cura messa in un solo episodio non equivalgono a quelli dedicati al resto della produzione.
Basti pensare semplicemente ai tempi consacrati alle riprese di un pilot. Escluse preparazione e post-produzione, per girarlo si impiegano infatti circa 14 giorni, contro i 7 di media dell’episodio di una normale serie drammatica.

Quanto costano le serie TV?

I costi, poi, possono essere letteralmente più che raddoppiati. Se la media dei costi di produzione di un normale episodio varia dai 2 ai 5 milioni di dollari, per un pilot si possono spendere anche dai 10 ai 20 milioni.
Sono invece leggermente più contenuti i costi di una commedia, ma solo perché dura meno di una serie drammatica e quindi c’è letteralmente meno girato. Facendo le dovute proporzioni, però, anche i costi di una sitcom sono decisamente elevati. Se per il pilot di una commedia si possono spendere infatti fino a 5 milioni di dollari, la media dei costi di produzione di un normale episodio, scende di circa la metà o anche meno. Giusto per chiarezza, ci teniamo a sottolineare che questi sono valori nella media, perché negli ultimi anni i costi delle produzioni televisive, soprattutto quelle di show di successo, sono saliti alle stelle.
The Crown, di Netflix, costa per esempio una media di 13 milioni di dollari a episodio, mentre la prima stagione di The Mandalòrian è costata a DisneyPlus una media di 15 milioni per episodio. La HBO ha sborsato 16 milioni di dollari a episodio nella stagione finale di Game of Thrones, mentre, tra le sitcom, The big bang theory è arrivata a costare 9 milioni di dollari nelle stagioni finali, quando cioè sono entrate in gioco anche le ricontrattazioni dei contratti dei protagonisti, pagati 1 milione di dollari ciascuno, a puntata.

Non vogliamo riempirvi troppo la testa di cifre ma, da quello che vi abbiamo appena detto, capirete come, per produrre una serie televisive, si spendano davvero molti soldi. Motivo per cui – come in ogni business molto costoso e anche molto remunerativo – tutto deve funzionare come un orologio, anche se non è sempre facile conciliare esigenze creative ed economiche, ragione per cui non è poi così raro vedere showrunner lasciare il proprio ruolo per “divergenze” con il network.
D’altra parte, bisogna tenere conto del fatto che quando un network promuove a serie un pilot, chiede a uno sceneggiatore, cioè a qualcuno che non necessariamente ha l’attitudine per farlo, di diventare improvvisamente qualcosa di molto diverso e molto più complesso di uno scrittore e gestire milioni di dollari. Il fatto che non sempre le cose funzionino come si vorrebbe non è quindi poi così raro.

Gli sweeps

Torniamo però al giorno per giorno della produzione di una serie TV per spiegare come funzioni. Mentre la writer room sforna copioni con circa 2 settimane di anticipo rispetto alla messa in produzione di un episodio, per quanto concerne la stesura di un copione, è importante sapere che quest’ultimo subirà continue e infinite revisioni da parte dello showrunner, dei responsabili degli Studios e dei network, tanto che i copioni originali delle serie americane hanno pagine di colore diverso a seconda che una scena abbia o meno subito una prima, seconda, terza o quarta revisione.
Inutile dire che quando le writer room si riuniscono all’inizio della produzione, prima di tutto strutturano l’intera stagione suddividendo gli eventi cruciali di ogni episodio della stagione in maniera cadenzata e soprattutto con lo scopo di far cadere momenti particolarmente intensi e importanti per i protagonisti, in date bene precise, cioè durante gli “sweeps”.

L’idea degli “sweeps” è nata a metà degli anni Cinquanta, quando la Nielsen Media Reserch, la società americana che si occupa tutt’oggi del monitoraggio dei dati di ascolto, mandò a un campione di famiglie dei diari sui quali annotare le loro impressioni sui programmi televisivi mandati in onda da tutti i network.
Rendendosi conto che ci sarebbe voluto troppo tempo per analizzare quella mole di dati, la Nielsen decise di chiedere l’opinione delle famiglie campione per una sola settimana, nei mesi di febbraio, maggio, luglio e novembre. Per semplificare ulteriormente il processo si cominciò inoltre a procedere con l’invio dei diari dagli stati orientali “spazzando” verso quelli occidentali. Il verbo “to sweep”, significa infatti proprio questo, spazzare.
Oggi questo procedimento avviene in maniera ovviamente più tecnologica e rapida, ma il principio è invariato. Ed ecco perché, proprio in quei mesi, gli autori televisivi fanno succedere di tutto nelle serie TV, perché hanno bisogno di aumentare gli ascolti, raccogliendo dati di ascolto positivi che verranno poi usati per la vendita degli spazi pubblicitari all’interno di uno show. Più persone lo guardano, maggiore sarà l’importo che gli inserzionisti saranno infatti disposti a sborsare per inserire una pubblicità all’interno della programmazione di una serie. Ecco perché le pubblicità mostrate durante il Super Bowl, la finale del campionato di football americano, sono così famose, così curate e così costose, perché quello è semplicemente il programma più seguito negli Stati Uniti.

All’interno di una serie TV, quindi, gli autori continuano a scrivere e rilasciare copioni, che i registi scelti per uno specifico episodio, dovrebbero ricevere il giorno prima dell’inizio della preparazione di una puntata. Il ruolo della regia in TV è un argomento molto particolare, che affronteremo magari in un secondo tempo per dedicargli lo spazio che merita.

La preparazione di un episodio ha inizio, solitamente, quando si sta ancora girando il precedente e richiede una pianificazione che coinvolge suddivisione del budget, casting e scelta delle location, in un processo che può durare dai 7 ai 9 giorni.

Anche per girare l’episodio di una serie drammatica, come abbiamo anticipato, si impiegano dai 7 ai 9 giorni, a seconda di quanto complesso sia il copione e, nel caso non lo sappiate, vi diciamo che le scene non vengono mai girate nell’ordine in cui si trovano sul copione, ma sono raggruppate a seconda delle location, per cui magari si sta pagando un affitto, soprattutto se sono esterne agli Studios.

Normalmente, in una giornata tipo su un set televisivo che può durare dalle 12 alle 15 ore (almeno pre-covid), si girano circa 10 pagine di un copione, composto – almeno per le serie drammatiche − su per giù da 50 pagine, per arrivare così a rientrare nei tempi di produzione.

La post-produzione

La post-produzione è invece composta da una serie di processi che comprendono il montaggio, il missaggio delle varie tracce audio della colonna sonora, l’aggiunta degli effetti audio e di quelli speciali − che in alcune serie richiedono davvero molto tempo e l’uso di tecnologie particolarmente avanzate e complesse − nonché la correzione del colore, tutti procedimenti che possono portare via dai 9 giorni alle 2 settimane di tempo, almeno in una normale serie drammatica. Ovviamente ci sono le eccezioni alla regola, in cui la post-produzione dura molto di più e sono anche show facili da individuare, come per esempio Game of Thrones.

Ecco quindi come viene girata una serie TV, quanto costa e quali sono i delicati equilibri di questo complesso business che sforna, episodio dopo episodio e serie dopo serie, quei prodotti che tutti noi amiamo o disprezziamo, ma dei quali non riusciamo a fare a meno.

Anche per oggi Terevisione vi saluta, augurandosi che vi siate divertiti a spiare assieme a noi dietro le quinte di una serie TV. Come sempre, se avete suggerimenti o domande vi invitiamo a contattarci sui social, cercando Radio Bullets, e noi vi risponderemo.

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