Unwra: licenziati prima di vedere le prove
Scritto da Radio Bullets in data Febbraio 12, 2024
Philippe Lazzarini, capo dell’agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati palestinesi (Unwra), ha ammesso di aver utilizzato un approccio di “processo inverso” nel licenziare nove membri dello staff accusati da “Israele” di aver preso parte all’operazione Al-Aqsa Flood del 7 ottobre.
Durante una conferenza stampa a Gerusalemme, alla domanda sull’esame delle prove contro i dipendenti, Lazzarini ha risposto: “No, l’indagine è in corso in questo momento”.
Ha definito la decisione un “processo inverso”, aggiungendo: “Avrei potuto sospenderli, ma li ho licenziati.
E ora ho un’indagine, e se l’indagine ci dice che era sbagliato, in quel caso alle Nazioni Unite prenderemo una decisione su come compensarli adeguatamente”.
Lazzarini ha spiegato di aver preso una “decisione eccezionale e rapida” di rescindere i contratti dei dipendenti sulla base della natura estremamente delicata delle accuse.
Ha sottolineato che l’agenzia è sotto intenso controllo e critica, affrontando “attacchi feroci e orribili”, mentre fornisce costantemente aiuti a quasi 2 milioni di palestinesi nella Striscia di Gaza.
“In effetti, ho licenziato senza un giusto processo perché in quel momento sentivo che non solo la reputazione ma la capacità dell’intera agenzia di continuare a operare e fornire assistenza umanitaria fondamentale era in gioco se non avessi preso una decisione del genere”, ha detto Lazzarini.
“Il mio giudizio, basato su questa resa pubblica, vera o falsa, è stato che dovevo prendere la decisione più rapida e coraggiosa per dimostrare che come agenzia prendiamo sul serio questa accusa”, ha aggiunto.
Israele ha dato i nomi dei funzionari Unwra che poi sono stati licenziati
Un funzionario del Ministero degli Esteri israeliano ha informato Lazzarini delle accuse il 18 gennaio e ha dato i loro nomi.
Successivamente, nove dei 12 dipendenti dell’UNRWA sono stati licenziati, mentre due erano già stati uccisi durante l’aggressione israeliana a Gaza.
“Ho visto un grosso dossier in mano a questo persona, proveniente dall’intelligence interna di Israela, e lui lo stava leggendo e traducendo per me”, ha detto.
Tuttavia, Lazzarini ha osservato che “Israele” non aveva espresso alcuna preoccupazione riguardo a questi individui quando i loro nomi erano stati sottoposti a verifica l’anno scorso, insieme all’intero staff dell’UNRWA di 30.000 membri.
Questi membri del personale operano in regioni come Gaza, Cisgiordania, Giordania, Libano e Siria, fornendo assistenza ai rifugiati palestinesi.
L’UNRWA opera in un ambiente ostile
L’Ufficio delle Nazioni Unite per i servizi di supervisione interna sta attualmente conducendo un’indagine sulle accuse, i cui risultati preliminari sono attesi nelle prossime settimane.
E’ anche in corso una revisione indipendente dei processi di gestione del rischio dell’agenzia, guidata dall’ex ministra degli Esteri francese Catherine Colonna.
Lazzarini ha sottolineato l’ambiente “ostile” in cui opera l’agenzia, dove si rileva un aumento delle “restrizioni” in seguito alla divulgazione pubblica delle accuse israeliane.
Ha menzionato che una banca israeliana ha congelato il conto dell’UNRWA e che l’agenzia ha ricevuto un avvertimento sulla potenziale cancellazione dei benefici fiscali.
Lazzarini ha anche rivelato che una spedizione di aiuti alimentari dalla Turchia, compresi beni essenziali come farina, ceci, riso, zucchero e olio da cucina sufficienti per 1,1 milioni di persone per un mese, è stata fermata nel porto di “Ashdod” occupato da Israele.
Secondo Lazzarini, l’appaltatore ha citato le istruzioni delle autorità israeliane di non spostare la spedizione, né accettare pagamenti da una banca palestinese.
La settimana scorsa Lazzarini aveva dichiarato in un’intervista al Financial Times che “Israele” non ha fornito prove a sostegno delle sue accuse secondo cui circa dodici membri dello staff dell’UNRWA sarebbero implicati nell’operazione Al-Aqsa Flood del 7 ottobre.
Lazzarini anche ha dichiarato di non poter discutere dell’indagine in corso da parte dell’Ufficio dei servizi di supervisione interna dell’ONU.
Il Financial Times , dopo aver esaminato le valutazioni dell’intelligence, ha riferito che “Israele” non ha offerto alcuna prova per le accuse, inclusa quella secondo cui un membro dello staff avrebbe rapito una donna.
Il tutto avviene nel pieno di un movimento volto a stigmatizzare la credibilità dell’agenzia dopo che “Israele” ha accusato 12 dei suoi membri di essere affiliati all’operazione del 7 ottobre condotta dalla Resistenza palestinese.
Regno Unito, gli Stati Uniti e altri 14 paesi hanno deciso di tagliare i fondi all’organizzazione, guidata principalmente dagli Stati Uniti, prima di qualsiasi indagine e senza alcuna prova fornita.
A questo proposito, Philippe Lazzarini ha avvertito che questa decisione potrebbe costringere l’UNRWA a cessare l’assistenza e le operazioni cruciali nella Striscia di Gaza entro la fine di febbraio.
Gaza, un disastro umanitario
Le Nazioni Unite hanno recentemente avvertito che “Gaza rappresenta una grave crisi dei diritti umani e un disastro umanitario”.
Su una popolazione di 2,3 milioni di abitanti, ben 1,9 milioni di persone sono state sfollate, creando un ambiente in cui non esiste alcun rifugio.
I bombardamenti implacabili da parte delle forze armate israeliane persistono sia nel nord che nel sud, in particolare a Khan Younis.
Ad aggravare la crisi c’è una grave carenza di forniture essenziali come cibo, acqua, medicinali, tende e altri beni di prima necessità in un clima freddo.
I rifugi esistenti sono sovraffollati e le condizioni sanitarie sono spaventose.
In aree come Rafah e Khan Younis, le acque reflue scorrono in modo incontrollabile, creando un potenziale terreno fertile per le epidemie: “una bomba a orologeria” per una catastrofe sanitaria, secondo l’ONU.
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