Appello contro incursioni e chiusure di sette organizzazioni palestinesi da parte di Israele

Scritto da in data Agosto 23, 2022

In quella che viene definita “l’escalation” degli attacchi di Israele contro il loro lavoro, un gruppo di oltre centocinquanta organizzazioni palestinesi, regionali e internazionali, esprime la sua totale solidarietà alle sette principali organizzazioni della società civile palestinese: Addameer Prisoner Support and Human Rights Association, Al-Haq Law in the Service di Man (Al-Haq), Bisan Center for Research and Development, Defense for Children International-Palestine (DCI-P), Health Work Committees (HWC), Union of Agricultural Work Committees (UAWC) e Union of Palestine Women’s Comitati (UPWC).

Organizzazioni “fuori legge”

La mattina del 18 agosto 2022, ricostruisce il Cairo Institute for human rights studies, «le forze di occupazione israeliane (IOF) hanno fatto irruzione e sigillato le porte degli uffici delle sette organizzazioni palestinesi». Confiscati anche documenti e attrezzature, mentre sono stati distrutti alcuni oggetti negli uffici. «Alle porte delle organizzazioni sono stati lasciati ordini militari che intimano la chiusura degli uffici ai sensi dell’articolo 319 dei regolamenti di emergenza del 1945. Questo sviluppo segue la decisione del 19 ottobre scorso del ministro della Difesa israeliano, Benny Gantz, di indicare sei importanti organizzazioni della società civile palestinese come organizzazioni terroristiche ai sensi della legge antiterrorismo israeliana del 2016, poi estesa alla Cisgiordania il 3 novembre 2021 da un ordine militare che ha messo fuori legge le stesse organizzazioni.

«Esortiamo la comunità internazionale a condannare inequivocabilmente gli attacchi di Israele contro la società civile palestinese, e le tattiche volte a reprimere ulteriormente la libertà di espressione», si legge nell’appello. «Gli stati devono intraprendere tutte le azioni necessarie per sostenere e proteggere i difensori dei diritti umani palestinesi e garantire la continuazione del loro prezioso lavoro. Queste incursioni e chiusure rappresentano l’ultima escalation nella diffusa campagna di Israele che mira a mettere a tacere e screditare qualsiasi individuo o organizzazione palestinese che osi cercare la responsabilità per le gravi violazioni dei diritti umani, i crimini di guerra e i crimini contro l’umanità da parte di Israele. La “persecuzione di organizzazioni e persone, privandole dei diritti e delle libertà fondamentali, perché si oppongono all’apartheid” è un metodo utilizzato da Israele, pari ad atti di apartheid perseguibili secondo lo Statuto di Roma, per mantenere il proprio dominio e oppressione sul popolo palestinese».

Le organizzazioni, si spiega ancora, restano anche a rischio di chiusura dei conti bancari, divieti di viaggio e restrizioni di movimento, e l’arresto e la detenzione di membri del personale per il loro lavoro. «Gli attacchi di Israele contro queste organizzazioni rappresentano una minaccia esistenziale per le organizzazioni palestinesi indipendenti per i diritti umani e la società civile, che lavorano per monitorare e documentare le violazioni dei diritti umani e fornire servizi di base al popolo palestinese». Nell’appello si chiede anche «alla comunità internazionale di adottare misure efficaci per porre fine a tutte le altre azioni che negano ai palestinesi i loro diritti umani inalienabili».

In copertina Cairo Institute for human rights studies.

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