13 settembre 2022 – Notiziario in genere
Scritto da Alice Corte in data Settembre 13, 2022
- Pakistan. Le inondazioni impediscono l’accesso alle cure per seicentocinquantamila donne incinte.
- Africa. Alla Banca africana di sviluppo salgono a cinque le direttrici esecutive.
- Messico. Gruppi Facebook utilizzati dalle donne per evitare le violenze.
- Spagna. Lavoratrici e lavoratori domestici dovranno aspettare ancora un anno per poter accedere alla disoccupazione.
- Kazakistan. Un museo virtuale per raccontare le donne kazake.
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Pakistan
Le violente inondazioni che hanno colpito parte del paese lasciano senza accesso alle cure circa seicentocinquantamila donne gravide, settantatremila delle quali dovrebbero entrare in travaglio il prossimo mese. Secondo le organizzazioni non governative, la perdita di molte abitazioni lascerebbe peraltro le donne esposte a maggiori rischi di violenza sessuale. Per le donne incinte (e non solo) mancano anche i medicinali, che è difficile far arrivare in queste zone in cui le inondazioni provocano spesso anche una contaminazione delle acque con conseguente diffusione di malattie, soprattutto tra i più piccoli. Intanto, le autorità governative vengono spesso esortate a fare di più o esplicitamente criticate per l’assenza di interventi in zone in cui sono i più poveri a vivere, lasciati a loro stessi da tempo. La risposta, a fronte della quale vi è scarsa fiducia della popolazione colpita, è che delle misure sono state adottate per evitare ulteriori morti e che col tempo si ristabiliranno anche le abitazioni perse.
Africa
Alla Banca africana di sviluppo sono state nominate cinque direttrici esecutive, che rappresentano così un quarto del board dell’istituzione. Sono: Malika Dhif, direttrice esecutiva di Marocco, Togo e Tunisia, già vicedirettrice del Tesoro in Marocco; Chantal Modeste Nonault, direttrice amministrativa e finanziaria della Banca Mondiale in Mali, per Burundi, Camerun, Repubblica Centrafricana, Congo, Repubblica Democratica del Congo e Chad; Mette Knudsen, danese, in rappresentanza di Danimarca, Finlandia, Irlanda, India, Norvegia e Svezia; Elaine Whyche, che rappresenterà gli Stati Uniti; Nomfundo Xenia Ngwenya, sudafricana, che rappresenterà il suo paese, Lesotho e Eswatini. Le componenti del board sono responsabili delle operazioni generali della banca, che ha lo scopo di aiutare lo sviluppo economico e il progresso sociale delle nazioni africane. Dal 1987 è anche osservatore dell’Assemblea delle Nazioni Unite.
Messico
Quelli che erano nati come gruppi per universitarie a Città del Messico, si sono dimostrati un valido strumento per tracciare gli spostamenti le une delle altre, per esempio in caso di uscita con sconosciuti. Organizzandosi su gruppi Facebook e Whatsapp, le giovani messicane (ormai anche fuori dalle università) informano le altre dei propri appuntamenti, così potranno ricevere supporto in caso qualcosa non vada come deve andare. Il senso di insicurezza delle donne messicane è cresciuto di pari passo con l’aumento della violenza nei loro confronti: il governo tiene traccia dei femminicidi dal 2015 ma lo scorso anno, con più di mille vittime, è stato il peggiore da allora. Tuttavia i casi sono sottostimati, perché non tutti gli stati raccolgono i dati e non tutte le violenze vengono denunciate. Fioriscono, per questo, gruppi volti al reciproco aiuto e, per quanto non sia ancora noto quanto siano realmente efficaci, le donne messicane trovano così il coraggio di uscire.
Spagna
Lavoratrici e lavoratori domestici spagnoli dovranno ancora attendere un anno per accedere ad appena quattro mesi di disoccupazione, cinque per averla completa, come le altre categorie lavorative. Nonostante la nuova legge sui lavori di cura e domestici migliori la loro situazione, purtroppo ci vorrà ancora tempo affinché possano godere degli stessi diritti in ambito di disoccupazione, anche perché verranno comunque riconosciuti loro minori indennizzi. La nuova legge, che nasce da una sentenza europea per un caso di negazione di disoccupazione di una lavoratrice domestica, interesserà il paese con il maggior numero di lavoratori e lavoratrici domestiche d’Europa, una classe fortemente femminilizzata, precarizzata e razializzata.
Kazakistan
Un museo virtuale per raccontare le donne kazake. Fondato da Dinara Assanova, l’intento è quello di promuovere la storia e la voce delle donne kazake attraverso un account Instagram, ma anche segnalare le numerose mostre ed esibizioni che si sono tenute dal 2015 a oggi. Artiste e intellettuali del paese vogliono diventare un centro documentale, per poi aprire un vero e proprio museo.
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