17 marzo 2021 – Notiziario

Scritto da in data Marzo 17, 2021

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  • Il ritrovamento di ossa solleva nuove domande sulla morte di un giornalista pakistano (copertina).
  • Algeria: chiudono le fabbriche di automobili, persi 51.000 posti di lavoro.
  • Save the Children: bambini decapitati in Mozambico.
  • Francia: a processo attivista pro-palestina per aver esortato a boicottare azienda farmaceutica israeliana.
  • Dopo due anni di lockdown tornano a scuola i bambini del Kashmir.
  • Scalare una montagna? Un gioco da ragazzi per un bambino indiano di sette anni.

Questo e molto altro nel notiziario di Radio Bullets, a cura di Barbara Schiavulli. Musiche di Walter Sguazzin

Yemen

Decine di manifestanti yemeniti hanno preso d’assalto il palazzo presidenziale nella città portuale meridionale di Aden, martedì, chiedendo il pagamento degli stipendi del settore pubblico. Il primo ministro yemenita Maeen Abdulmalik e altri membri del governo riconosciuto a livello internazionale rimangono rintanati all’interno dell’edificio, hanno riferito due funzionari yemeniti. La maggior parte di Aden è controllata dalle forze del Separatista Southern Transitional Council (STC), sostenuto dagli Emirati Arabi Uniti, che in passato aveva combattuto contro il governo di Abd-Rabbu Mansour Hadi.

Il gabinetto di Abdulmalik è stato formato lo scorso anno per unire l’STC al governo di Hadi e realizzare l’obiettivo saudita di porre fine a una faida tra gli alleati di Riyadh. I due gruppi sono le principali fazioni yemenite in un’alleanza, sostenuta dai sauditi, che combatte gli houthi che controllano il nord, compresa la capitale Sanaa.

La protesta di martedì è scoppiata per i servizi pubblici e dopo che il governo non è riuscito a pagare gli stipendi dei soldati in pensione, riferiscono i testimoni.

Iraq

Le proteste sono riprese lunedì nelle città irachene di Nassiriya e Najaf. Un certo numero di membri del parlamento iracheno della provincia di Dhi Qar, dove si trova Nassiriya, domenica ha tenuto un incontro con il primo ministro Mustafa al-Kadhimi per discutere sui candidati alla carica di governatore. Il primo ministro ha nominato Abdul-Ghani al-Asadi, temporaneamente, alla carica in seguito alle dimissioni di Nathim al-Waeli di fronte alle sanguinose proteste che ne chiedevano il licenziamento. Avendo respinto i candidati presentati, lunedì i manifestanti sono scesi nelle strade di Nassiriya bloccando nuovamente le strade che conducono all’edificio del governatorato con pneumatici in fiamme e minacciando di intensificare il loro movimento nei prossimi giorni, come hanno confermato gli attivisti.
Nella città di Najaf le proteste continuano per il terzo giorno di fila chiedendo le dimissioni del governo locale. Una campagna di arresti di massa è in corso contro i manifestanti a Najaf, ha riferito l’attivista locale Hassan Sirdah.

Turchia

Un uomo è stato arrestato dopo aver diffuso su TikTok un video in cui molesta la figlia 15enne, seduta accanto a lui su un divano. Mentre abusa della ragazzina, che resta in silenzio, l’uomo, identificato come Hasan Tunclar, pronuncia la frase: «Lode a Dio, è dolce come la crema». Il ministero della Famiglia di Ankara ha reso noto che la 15enne è stata affidata ai servizi sociali. Il caso sta scatenando in queste ore forte indignazione nel paese, dove diversi episodi di violenza contro le donne, spesso in contesti familiari, sono apparsi sui social media. Lo scorso 8 marzo, il presidente Recep Tayyip Erdogan aveva annunciato l’istituzione di una commissione parlamentare sulla violenza contro le donne, facendo riferimento a un altro caso emerso con la diffusione sui social del video di un uomo che picchiava in strada l’ex moglie davanti alla figlia di 5 anni in lacrime. Secondo la piattaforma indipendente “Fermiamo i femminicidi”, lo scorso anno in Turchia sono state almeno 300 le donne uccise, per lo più da mariti, partner e familiari, mentre altre 171 sono morte in circostanze “sospette”.

Libano

È di una decina di feriti il bilancio di scontri nella notte tra manifestanti e militari a Beirut, con un graduale inasprimento della tensione sociale sullo sfondo di una crisi economica in corso da un anno e mezzo. I manifestanti hanno interrotto la circolazione su diverse strade della capitale e di altre città del paese, dopo che la lira locale ha registrato un nuovo record negativo nel cambio col dollaro statunitense. Per un dollaro ora servono più di 13.500 lire mentre solo 18 mesi fa ne bastavano 1.500. Questo crollo valutario, associato all’imposizione da parte delle banche libanesi di un rigido controllo dei capitali di piccoli e medi risparmiatori, ha acuito gli effetti della crisi aggravatasi in seguito dagli effetti locali e globali della pandemia. I distributori di benzina da due giorni razionano le vendite per timore di rimanere senza scorte a causa dell’assenza di fondi in dollari per acquistare il carburante. Da settimane la Società elettrica libanese (Edl) raziona ulteriormente la fornitura di energia elettrica per uso domestico a causa dell’assenza di combustibile per alimentare le centrali.

Israele e Palestina

L’attivista pro-palestina Olivia Zemor sotto processo in Francia dopo aver guidato il boicottaggio contro l’azienda farmaceutica israeliana Teva. La Zemor ha accusato la Teva di complicità per quanto riguarda l’apartheid israeliana, la colonizzazione e l’occupazione, e ha invocato il boicottaggio della compagnia in Francia, sostenuta dal gruppo Collectif Palestine 69. L’attivista è stata denunciata per diffamazione dalla Teva, una delle maggiori case farmaceutiche al mondo. Manifestanti si sono riuniti fuori la Corte di Lione per mostrare solidarietà alla Zemor. Sostenere un boicottaggio è concesso dalla Corte Europea per i diritti umani.

Un tribunale israeliano ieri ha condannato un ragazzo palestinese, un 14enne di Gerusalemme Est, a due mesi di prigione per presunto lancio di pietre contro la polizia israeliana: lo ha riferito la sua famiglia a Middle East Eye. Abdullah Obaid, della città di Issawiya, ha salutato la sua famiglia prima di consegnarsi alle autorità israeliane presso il centro di detenzione di Moscovia a Gerusalemme Ovest. La madre di Abdullah ha detto a MEE che questa è la terza volta in meno di sei mesi che suo figlio viene condannato a una pena detentiva israeliana o agli arresti domiciliari. I residenti di Issawiya sono stati per anni oggetto di regolari incursioni e arresti da parte dell’esercito e della polizia israeliana, con le case che vengono regolarmente demolite. Nel giugno 2019 un membro della famiglia Obaid è stato ucciso durante gli scontri con le forze israeliane che stavano facendo irruzione nell’area. Il quotidiano israeliano Haaretz ha riferito nel 2019 che le attività della polizia israeliana a Issawiya avevano lo scopo di bullizzare deliberatamente e provocare i residenti palestinesi della città.

Libia

Con una cerimonia a Tripoli, il governo di “Accordo nazionale” libico del premier Fayez al-Sarraj ha passato ufficialmente il potere a quello transitorio di “Unità nazionale” di Abdul Hamid Dbeibah, il nuovo primo ministro che deve portare il paese alle elezioni di dicembre. L’avvicendamento, impostato con un’elezione indiretta di Dbeibah il 5 febbraio a Ginevra sotto l’egida delle Nazioni Unite, era stato sancito da un voto di fiducia del Parlamento libico mercoledì scorso e da una cerimonia di giuramento svoltasi due giorni fa a Tobruk.

Algeria

Circa 51.000 posti di lavoro sono stati persi nel mercato algerino nel corso del 2020 a causa della chiusura degli stabilimenti in seguito all’imposizione delle restrizioni sul coronavirus e per fattori politici: lo ha annunciato ieri il ministero del Lavoro, dell’occupazione e della previdenza sociale.

Diversi proprietari di fabbriche di assemblaggio di automobili europee e asiatiche, per lo più con legami con l’ex presidente Abdelaziz Bouteflika, sono stati perseguiti con accuse di corruzione, alcuni condannati a pene detentive di oltre dieci anni. Secondo i dati precedenti del ministero delle Statistiche e della Pianificazione previsionale, i tassi di disoccupazione hanno superato il 13% nel 2020, raggiungendo il 23% tra i laureati e il 27% tra i giovani.

Mozambico

Bambini e ragazzini decapitati dai militanti jidahisti nella provincia di Cabo Delgado, nord del Mozambico. Lo denuncia Save the Children nel suo ultimo rapporto che ha raccolto le strazianti testimonianze delle madri di alcuni ragazzi trucidati dai militanti legati all’Isis. Dall’inizio dell’insurrezione jidahista nel 2017, oltre 2.500 persone sono state uccise e 700.000 sono dovute fuggire dai loro villaggi. «Queste storie ci hanno sconvolto», ha raccontato alla Bbc il direttore di Save the Children in Mozambico, Chance Briggs. «Questa violenza deve finire, le famiglie di rifugiati devono essere aiutate», ha aggiunto.

Niger

Uomini armati nel sud-ovest del Niger, si legge su Al Jazeera, hanno ucciso almeno 58 persone dopo aver intercettato un convoglio di ritorno da un mercato settimanale e attaccato un villaggio vicino, ha dichiarato il governo martedì. Gli attacchi di lunedì si sono verificati nella regione di Tillabery, vicino al confine con il Mali e il Burkina Faso, e si registrano attacchi sempre più mortali da parte di gruppi armati attivi in ​​tutta la regione con legami con l’ISIL (ISIS) e al-Qaida.

Francia

La Francia restituirà l’unico dipinto di Gustav Klimt nella sua collezione nazionale agli eredi della famiglia ebrea che fu costretta a venderlo ai nazisti più di 80 anni fa. Il colorato capolavoro a olio del 1905 dell’artista austriaco, chiamato Rosiers sous les Arbes (Cespugli di rose sotto gli alberi), è appeso da decenni al Musee d’Orsay di Parigi. Verrà restituito alla famiglia del suo proprietario prebellico, Nora Stiasny, una donna ebrea vittima dell’Olocausto che lo vendette sotto costrizione a un mercante d’arte a prezzo stracciato per sopravvivere finanziariamente, dopo che i nazisti avevano annesso l’Austria nel 1938. Fu deportata in Polonia nel 1942 e morì nello stesso anno.

Regno Unito

Il governo britannico prevede di aumentare i finanziamenti per l’illuminazione stradale e le telecamere a circuito chiuso come parte di un pacchetto di misure per proteggere donne e ragazze. La decisione segue l’omicidio di una giovane donna, la 33enne Sarah Eyerard, rapita per le strade di Londra all’inizio di questo mese. Il primo ministro Boris Johnson ha detto lunedì sera che il governo avrebbe più che raddoppiato i finanziamenti per le misure di sicurezza del quartiere portandoli a 45 milioni di sterline (62 milioni di dollari). Il governo prevede inoltre di espandere le sperimentazioni di un progetto pilota che mette agenti di polizia in borghese dentro e intorno a bar e night club.

Belgio

Le autorità belghe hanno arrestato un sospettato di crimini di guerra in base a un’accusa emessa dal tribunale del Kosovo de L’Aia. Pjeter Shala è stato arrestato in Belgio il 16 marzo ed è in attesa del suo trasferimento a L’Aia. Il tribunale del Kosovo non ha fornito dettagli sull’accusa. Shala è un ex comandante dell’Esercito di liberazione del Kosovo (UCK). Le Kosovo Specialist Chamber sono state istituite per indagare sulle accuse secondo cui membri dell’UCK hanno commesso crimini di guerra e contro l’umanità durante la guerra del Kosovo del 1998-99.

Russia

Il tribunale militare russo 235 di Mosca ha rinviato alle 11 del mattino del 22 marzo l’udienza sulla denuncia presentata dai legali di Alexei Navalny contro la mancata apertura in Russia di un’inchiesta sull’avvelenamento dell’oppositore, specificando che il giudice ha spiegato la decisione con la necessità di consentire alle parti di “intervenire”. Alexei Navalny è in carcere, condannato a due anni e mezzo, con accuse che molti osservatori ritengono di matrice politica. L’avversario numero uno di Putin è stato arrestato non appena è tornato in Russia dalla Germania, dove è stato curato per l’avvelenamento che ha fatto a lungo temere per la sua vita e per il quale sono sospettati i servizi segreti russi.

Afghanistan

Cinque donne e un bambino sono stati uccisi nell’esplosione di una bomba che ha investito un autobus con a bordo dipendenti del governo afghano nella capitale. L’esplosione ha squarciato il veicolo durante l’ora di punta serale a Kabul, lunedì, con i ministeri del governo che hanno fornito dati contrastanti sulle vittime. «Sfortunatamente, 5 donne sono state uccise e 17 ferite nell’attacco di ieri», ha detto ad Afp Nasratullah Naseri, portavoce del ministero delle Telecomunicazioni, aggiungendo che l’esplosione è stata probabilmente causata da una «bomba magnetica» attaccata al lato dell’autobus dove le donne erano sedute.

Pakistan

Quando i lavoratori stradali pakistani hanno scoperto dei resti umani nel loro cantiere nel Waziristan settentrionale all’inizio di marzo, hanno portato alla luce le ossa di un insegnante anziano che era stato rapito e ucciso 13 anni fa. La vittima, Muhammad Salam, era anche il testimone dell’omicidio del 2006 di Hayatullah Khan, un giornalista che aveva riportato i dettagli di un’operazione militare contro i militanti di al-Qaida che si erano rifugiati nell’area. Gli articoli di Khan e le fotografie del Waziristan settentrionale nel dicembre 2005 avevano mostrato che un alto leader di al-Qaida era stato ucciso nella regione tribale da un attacco di droni statunitensi, non in un incidente di fabbricazione di bombe come aveva invece affermato il governo pakistano.

Khan è stato rapito solo due giorni dopo aver pubblicato quella storia. È stato ucciso sei mesi dopo davanti alla sua casa nel villaggio di Khaisor, a circa 15 chilometri dal villaggio di Khan a Hurmaz. Una commissione governativa guidata dal giudice Muhammad Raza Khan dell’Alta Corte di Peshawar ha indagato sull’uccisione del giornalista. Quella commissione ha completato un rapporto di 32 pagine alla fine del 2006, ma le sue conclusioni non sono mai state rese pubbliche. Non è chiaro se gli investigatori avessero interrogato Salam sulla morte del giornalista prima che anche l’insegnante fosse rapito e ucciso da aggressori sconosciuti.

Safdar Dawar e Shamim Shahid, due giornalisti pakistani amici di Khan, hanno messo insieme i dettagli sulla sua morte dai resoconti di residenti e parenti locali. Shahid dice che gli abitanti del villaggio gli hanno detto, al funerale di Khan, che «i rapitori hanno rilasciato Hayatullah vicino alla casa di Salam» il 16 giugno 2006, con le mani legate dietro la schiena e gli hanno detto di correre. «Hanno detto che i rapitori hanno aperto il fuoco contro di lui mentre correva gridando aiuto», ha detto Dawar a Radio Free Europe / Radio Liberty, sparandogli alla testa. Reporter Senza Frontiere ha chiesto per anni, inutilmente, che le autorità pakistane pubblicassero i risultati delle indagini del governo e spiegassero la scomparsa di Khan.

Nel frattempo altre fonti dicono a Radio Free Europe / Radio Liberty che pensano anche che l’insegnante sia stato rapito e ucciso perché sapeva troppo della morte del giornalista. Aggiungono che è improbabile che gli assassini di Salam provenissero dai talebani o da al-Qaida perché, all’epoca, quei gruppi annunciavano pubblicamente i loro rapimenti e uccisioni, spesso rilasciando video delle loro vittime e etichettandoli come spie o agenti governativi. Attivisti per i diritti umani affermano che tali casi, sia del giornalista ucciso che dell’insegnante, si adattano a un modello visto in migliaia di “sparizioni forzate” dalla fine del 2001, presumibilmente effettuate dai potenti servizi militari e di intelligence del Pakistan nelle regioni tribali vicino al confine afghano e nella provincia irrequieta del Belucistan.

Stati Uniti

Il bilancio delle vittime delle tre sparatorie in centri di massaggi alla periferia di Atlanta è salito a otto. La polizia ha arrestato l’uomo sospettato di essere l’autore delle tre sparatorie. Secondo quanto riportato dai media americani, si tratta del 21enne Robert Long. Tra le vittime quattro donne asiatiche.

Venezuela

La  leadership di Juan Guaidó in Venezuela, che gli Stati Uniti riconoscono come la leadership legittima, ha pubblicato un nuovo rapporto che descrive in dettaglio come il regime di Maduro, che sta ancora combattendo per rimanere al potere, stia presumibilmente riciclando l’oro venezuelano facendolo volare in tutto il mondo ottenendo in cambio euro, con l’aiuto di attori in Russia e negli Emirati Arabi Uniti.

Il Venezuela è senza soldi dopo che la sua economia è crollata sotto le politiche socialiste di Maduro, e la stampa dilagante di denaro ha distrutto la sua valuta. Fergus Hodgson, il fondatore e direttore di Econ Americas, ne ha seguito la storia. NTD gli ha chiesto cosa ci dice questo rapporto sul regime di Maduro.

Kashmir

Inizialmente chiuse dopo la revoca della parziale autonomia della regione contesa nel 2019, le scuole sono state nuovamente chiuse dopo che il coronavirus è stato dichiarato pandemia nel marzo 2020. Questa volta non è possibile entrare di corsa o abbracciare i compagni di classe. Nella città principale della regione, Srinagar, gli studenti delle classi superiori della scuola “Little Angels” si sono messi in fila all’ingresso per controllare la temperatura, mantenendosi a una distanza di sicurezza e indossando le mascherine in ogni momento.

Il Kashmir, amministrato dagli indiani, ha dovuto affrontare blocchi prolungati negli ultimi due anni da quando Nuova Delhi ha revocato lo status di semi-autonomia della regione a maggioranza musulmana nel 2019 e l’ha divisa nei territori, governati a livello federale, di Jammu-Kashmir e Ladakh. Anche l’accesso all’istruzione online era stato difficile a causa delle restrizioni imposte all’uso di Internet.

India

Virat Chandra, un bambino di sette anni della città indiana di Hyderabad, ha lasciatomolte persone sbalordite diventando uno dei più giovani a scalare la vetta più alta dell’Africa, il Monte Kilimanjaro, issando la bandiera nazionale del paese. Il suo allenatore Bharath, che lo ha preparato per la spedizione, ha dichiarato che, dopo un adeguato addestramento, hanno iniziato la spedizione il 5 marzo e hanno raggiunto la vetta Uhuru del Kilimangiaro il 6 marzo. «Virat ha quella passione in lui… a differenza di molti che hanno lasciato a metà dell’allenamento. Ha preso seriamente l’allenamento e ha completato tutti i compiti, tra cui la corsa e l’arrampicata, con la massima dedizione», ha detto l’allenatore Bharath all’agenzia di stampa indiana ANI.

Ispirato dalle storie delle esperienze e delle spedizioni alpinistiche dei suoi cugini, Virat ha deciso di seguire le loro orme. Ha deciso di accettare una nuova sfida, quella di scalare le montagne più alte del mondo. Con il pieno sostegno dei suoi genitori, Virat ha seguito un percorso di formazione per l’alpinismo. «Abbiamo preso tutte le precauzioni e avevamo deciso che saremmo tornati se si fosse sentito a disagio. Ma ci ha reso orgogliosi», ha detto l’allenatore.

Dharemendar Rana, giudice di un tribunale distrettuale di New Delhi, ha stabilito che la polizia dovrà dare un preavviso di almeno sette giorni prima di arrestare di nuovo i quattro attivisti coinvolti nell’inchiesta sul cosiddetto “toolkit”, il documento che contiene indicazioni per sostenere la protesta degli agricoltori in corso in India dalla fine di novembre. La più nota dei quattro è la “Greta indiana” Disha Ravi, la 22enne fondatrice del gruppo Fridays For Future India, arrestata il 13 febbraio nella sua casa di Bangalore e trasferita in carcere a Delhi, da dove poi lo stesso giudice Rana l’ha fatta uscire su cauzione dopo dieci giorni.

Nel 2020 New Delhi si è riconfermata la capitale più inquinata al mondo. Lo rivela uno studio della IQ Air, compagnia svizzera specializzata nell’analisi della qualità dell’aria e nella protezione contro gli agenti inquinanti, riportato dal quotidiano The Hindu. Mentre l’84% di tutti i paesi esaminati hanno visto miglioramenti nella qualità dell’aria, la capitale indiana è rimasta al suo sgradevole primo posto; l’India, nell’insieme, ha visto i livelli di PM 2.5, le microparticelle nocive per la salute, salire nel 2020 rispetto al 2019, nonostante il lungo blocco delle attività industriali ed edilizie dettato dal lockdown per contrastare il Covid-19. L’India è stata classificata a lungo come il quinto paese più inquinato al mondo fino all’anno scorso, quando poi è salita al terzo posto.

Myanmar

Shing Ling in uniforme militare saluta con tre dita nei post sui social media dopo aver abbandonato l’esercito del Myanmar per unirsi al movimento per la democrazia. Il soldato di 30 anni ha pubblicato l’immagine su Facebook la scorsa settimana, mentre le forze di sicurezza stavano organizzando repressioni sempre più letali contro i manifestanti. Ha collezionato più di mille condivisioni mentre i commentatori hanno elogiato il suo coraggio, prima che il suo profilo diventasse privato. Da quando l’esercito ha estromesso la leader Aung San Suu Kyi dal potere nel colpo di Stato del primo febbraio, più di 180 persone sono state uccise, mentre la polizia e i soldati hanno dispiegato gas lacrimogeni, granate assordanti, proiettili di gomma e proiettili vivi durante le repressioni quasi quotidiane contro i manifestanti. «Mi sono sentito così in colpa e pieno di vergogna dal primo febbraio», ha detto Shing Ling ad AFP da un nascondiglio a Yangon.

Corea del Nord

L’intelligence americana, si legge sulla CNN, ritiene che la Corea del Nord potrebbe essere sul punto di preparare un test missilistico. Si tratterebbe del primo lancio da quando si è insediato Joe Biden, dopo settimane di silenzio verso i tentativi americani di stabilire un contatto.

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