3 gennaio – Notiziario in genere

Scritto da in data Gennaio 3, 2023

Per questo inizio 2023, un bilancio dell’anno passato sui diritti delle donne e delle persone lgbtqi+. A partire dal ribaltamento della sentenza Roe vs Wade negli Stati Uniti, passando per l’Iran in rivolta e il primo fischietto femminile ad un mondiale di calcio.

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Stati Uniti

Il 24 giugno del 2022 negli Stati Uniti la sentenza che stabiliva il diritto costituzionale all’aborto in tutti gli Stati è stata ribaltata dalla sentenza della massima Corte, che ha decretato la non sussistenza di legami tra l’aborto e la privacy, come espressa dal XIV emendamento della Costituzione degli USA. In questo modo, l’interruzione di gravidanza diventa tema di legislazione federale, e molti Stati da allora lo hanno già proibito. Chi deve abortire è così costretta a spostarsi di Stato in Stato, o a farlo illegalmente, con conseguenti notevoli costi individuali e sociali. Al momento, l’aborto è stato dichiarato illegale in Arkansas, Texas, Utah, South Dakota, Kentucky, Louisiana, Oklahoma, Missouri, mentre in Alabama, Arizona, West Virginia e Wisconsin sono state chiuse le cliniche per l’interruzione volontaria di gravidanza.

Sempre negli Stati Uniti è in corso un dibattito sulla medicalizzazione delle persone minori transessuali: gli Stati più restrittivi, quasi sempre gli stessi in cui è stato proibito l’aborto, vorrebbero impedire e criminalizzare le famiglie che adottino terapie prima della maggiore età. Stati più progressisti si sono offerti di ospitare tali famiglie. Altro dibattito molto profondo è quello della transessualità nello sport, spesso cavalcato dai repubblicani. Si chiede da un lato l’esclusione di donne trans dalle competizioni al femminile, dall’altro invece si cercano soluzioni, come la terza categoria di genere, praticata in alcune maratone, tra cui quella di Boston.

Il passaporto statunitense, comunque, comprende dall’11 aprile scorso la terza opzione di genere per le persone che non si sentono né maschi né femmine.

Iran

Le donne in rivolta dopo l’uccisione di una giovane curda per come portava il velo hanno suscitato solidarietà mondiale e la risposta violenta del regime. Le proteste, che hanno coinvolto anche uomini (compreso il primo ad essere messo a morte per avervi preso parte), hanno portato in piazza migliaia di persone al grido di “donna, vita, libertà”, già slogan della protesta curda in Rojava. Il prezzo che il popolo iraniano, soprattutto tra le persone più giovani, sta pagando è altissimo in termini di vite e di carcerazioni.

Afghanistan

Il ritorno dei talebani al potere da più di un anno sta colpendo fortemente la vita delle donne, escluse da lavoro e istruzione. Anche il lavoro delle ONG è stato fortemente limitato, colpendo anche in questo caso la possibilità di lavorare per donne e ragazze. In questo caso il pericolo sottolineato da alcune delle organizzazioni, in particolare Medici Senza Frontiere, è che diventi così impossibile l’assistenza sanitaria femminile. I divieti per le donne in Afghanistan, comunque, non si fermano qui e riguardano anche attività come le semplici passeggiate nei parchi pubblici, oltre a quelli più generali, come quello di produrre o ascoltare musica.

Spagna

È legge la “Ley Trans”, che riconosce molti diritti alle persone transessuali ed lgbtqi+.Il dato più rilevante della legge è che permette la transizione senza passare per la patologizzazione. Finalmente le persone che ritengono di appartenere a un genere diverso da quello di nascita potranno dichiararlo legalmente (già dai 14 anni col consenso dei genitori, dai 16 senza), senza dover passare per la medicalizzazione e psichiatrizzazione della propria volontà.

Qatar

Tra le polemiche per i pochi diritti di donne e comunità lgbqtqi per la prima volta una donna ha arbitrato una partita di calcio maschile ai mondiali. I diritti delle calciatrici e delle donne nello sport sono ancora molto lontani dalla parità, ma questo è uno dei passi fatti verso una maggiore uguaglianza. Anche la decisione della lega calcistica statunitense di pagare le calciatrici quanto i calciatori, dividendo anche i premi internazionali raggiunti dalle due squadre, costituisce una conquista di quest’anno appena trascorso.

Violenza sulle donne

Nel mondo è sempre altissimo il livello di violenza contro le donne, si stima che circa il 35% delle donne l’abbia subita. In Italia il numero di femminicidi è stato più alto di quello dello scorso anno, arrivando a 120 donne uccise dai propri partner o ex partner. Ci sono paesi, come l’Honduras, in cui oltre ad essere molto elevato il numero delle vittime, è altissima l’impunità, sostenuta da un sistema giudiziale patriarcale. In Honduras il 95% dei femminicidi rimane senza colpevole, quasi sempre perché non viene nemmeno avviata un’indagine.

Matrimoni omosessuali

Wikimedia Commons | Il Malmö Pride del 2016

Un anno positivo per le coppie dello stesso sesso: Slovenia e Cuba si vanno ad aggiungere ai paesi in cui è possibile sposarsi. Decisamente positivo l’esito del referendum cubano, con ben due terzi della popolazione che ha approvato le unioni tra persone dello stesso sesso nel nuovo codice di famiglia. In Slovenia, invece, una legge che permetteva il matrimonio omosessuale era stata annullata da un referendum popolare, cui aveva partecipato solo un terzo della popolazione e un referendum simile si era ripetuto nel 2015 su una legge del 2014. Tuttavia, grazie a una pronuncia della Corte Costituzionale, le unioni omosessuali erano state approvate e attendevano legislazione definitiva già da luglio 2022.

Brasile

Lula torna alla guida del paese latinoamericano e forma un governo per la prima volta con una ministra indigena. A lei è affidato proprio il ministero per i Popoli indigeni, è Sonia Guajajara. L’obiettivo che si è posta è quello di garantire l’accesso all’istruzione e alla salute alle popolazioni indigene, oltre alla difesa del loro territorio e alla lotta contro le violenze. Vi è poi la ministra Marina Silva, originaria dell’Amazzonia, che si occuperà del dicastero dell’Ambiente. Infine, tra le ministre nominate, c’è Anielle Franco (sorella di Marielle, uccisa per la sua attività politica) cui è stato affidato il ministero per l’Uguaglianza Etnica. Oltre a loro, sono sette le donne che compongono il secondo governo Lula, tra queste anche la ministra della Salute e quella della Cultura.

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