3 marzo 2021 – Notiziario

Scritto da in data Marzo 3, 2021

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  • Afghanistan: uccise tre operatrici dei media (copertina).
  • Egitto: giornalista che sentiva la mancanza di casa arrestato dopo essere tornato dall’esilio.
  • Bielorussia: giornalista condannata per aver rivelato “segreti medici” sulla morte di un manifestante.
  • Ex bodybuilder iraniano detenuto si cuce le labbra per protesta.
  • Regno Unito: per la prima volta una ministra in maternità.
  • Il Segretario di Stato americano parla con il venezuelano Guaidó.
  • I palestinesi lanciano un videogame: “I guardiani di al-Aqsa”.
  • Nigeria: attaccata base ONU.

Questo e molto altro nel notiziario di Radio Bullets, a cura di Barbara Schiavulli. Musiche di Walter Sguazzin

Afghanistan

Tre donne che lavoravano in una testata locale sono state uccise martedì nell’Afghanistan orientale, aggiungendosi al sanguinoso conteggio di operatori e giornalisti afghani uccisi a ritmi allarmanti nell’ultimo anno, si legge su The New York Times. Le ragazze stavano tornando a casa dal lavoro alla Enikass Radio and TV, nella vivace città di Jalalabad, quando sono state uccise con colpi alla testa in due attacchi separati, secondo Shokorullah Pasoon, il responsabile dell’editoria della stazione, che ha offerto scarsi dettagli su come l’incidente è avvenuto. Le vittime sono Mursal Hakimi,  Sadia e Shanaz, tutte tra i 18 e i 20 anni, da poco diplomate che lavoravano in un dipartimento che registra le voci fuori campo per programmi stranieri, ha riferito Pasoon. Una quarta donna è stata ferita in uno degli attacchi e portata in ospedale, secondo un portavoce dell’ospedale provinciale. Enikass Radio and TV è nata nel 2018 e impiegava dieci donne: quattro sono state uccise, tra queste Malalai Maiwand, 26 anni, presentatrice televisiva e radiofonica uccisa più o meno allo stesso modo a dicembre. L’affiliata dello Stato islamico nel paese aveva rivendicato la responsabilità di quell’omicidio ma non ha rilasciato una dichiarazione in cui si sostenga l’attacco di ieri. Il Magg. Gen. Juma Gul Hemat, capo della polizia della provincia di Nangarhar, ha detto che le forze dell’ordine hanno catturato in una delle scene la “mente” talebana dell’attacco che portava una pistola con un silenziatore.

Iran

Un dissidente iraniano incarcerato, finito su sedia a rotelle dopo essere stato picchiato delle autorità carcerarie, si è cucito le labbra per protestare contro la mancanza di accesso alle cure mediche. Khaled Pirzadeh, ex bodybuilder con titoli locali e regionali, è in sciopero della fame dal 22 febbraio, secondo attivisti iraniani e gruppi per i diritti umani. Pochi dettagli sono emersi sulla protesta di Pirzadeh, che secondo gli amici è la seconda volta che intraprende un’azione del genere. Gli viene attribuita una lettera aperta pubblicata su Human Right in Iran News Agency.
Oltre all’opposizione alla sua richiesta di libertà condizionale, Pirzadeh cita il rifiuto delle autorità di dargli accesso alle cure mediche, motivo per il quale si è cucito le labbra. Include inoltre la mancanza di accesso alla chirurgia e alla fisioterapia per lesioni alle gambe e alla colonna vertebrale derivanti da presunti trattamenti violenti da parte delle autorità, nonché una recente occasione in cui gli è stato negato il ricovero per una complicanza cardiaca.

A settembre VOA Persian ha riferito che l’avvocato che rappresentava Pirzadeh ha riferito che una guardia carceraria lo ha deliberatamente colpito al ginocchio − il sito di una procedura medica un mese prima − perché non d’accordo con i piani per trasferirlo in un’altra parte del penitenziario di Teheran, dove si trova detenuto. L’ex bodybuilder è stato picchiato dalle brutali autorità della repubblica islamica quando è stato arrestato nel 2019 per presunti reati alla sicurezza nazionale e “insulto” al leader supremo, secondo gli attivisti. Si pensa che il primo incidente gli abbia causato lesioni a lungo termine alle gambe e alla colonna vertebrale.
Il processo presso la 28° sezione del tribunale rivoluzionario di Teheran lo ha condannato a cinque anni di carcere nel maggio 2019. Lo scorso luglio Pirzadeh è stato nuovamente picchiato quando si è rifiutato di essere trasferito dalla prigione di Evin al penitentario della Grande Teheran. Pirzadeh ora richiede una sedia a rotelle per usare il bagno, ha spiegato un parente.

Israele e Palestina

Un centro sociale e culturale palestinese ha lanciato questa settimana la seconda edizione del suo videogioco “Guardiani di al-Aqsa”.
Il gioco mira a creare consapevolezza sulla moschea al-Aqsa di Gerusalemme e sui tentativi delle autorità israeliane di invadere il complesso, considerato il terzo luogo sacro dell’Islam. La versione originale del gioco è stata scaricata circa 200.000 volte, ha detto ad Arabi21 il centro produttore del videogame. Più della metà di questi download provenivano da Turchia, Indonesia e paesi in Europa, ha affermato Muntaser Dkaidek.
Dkaidek è il capo del Burj al-Luqluq Social Center, un’organizzazione che sostiene i palestinesi che vivono ancora all’interno delle mura della città vecchia di Gerusalemme. La popolarità dei “Guardiani di al-Aqsa” nei paesi con grandi popolazioni musulmane mostra la necessità di renderlo disponibile in diverse lingue, ha aggiunto. Il videogioco è principalmente educativo, ha spiegato Dkaidek. I giocatori possono passeggiare nel complesso di al-Aqsa, dove trovano domande sulla sua storia a cui devono rispondere per continuare. Se rispondono correttamente a un numero sufficiente di domande, alla fine troveranno la chiave di uno dei cancelli di al-Aqsa dalla polizia israeliana. Gli utenti del gioco apprenderanno la storia islamica del complesso della moschea e come il suo futuro sia stato messo a rischio dall’occupazione israeliana di Gerusalemme Est nel 1967. I fedeli ebrei non sono attualmente ammessi ad al-Aqsa − restrizione imposta dalla legge religiosa ebraica ortodossa − ma gruppi di coloni assaltano regolarmente il sito sotto la protezione delle forze israeliane. Gli israeliani chiamano l’area il “Monte del Tempio” e affermano che storicamente fosse un sito di due templi ebraici. Alcuni ebrei israeliani cercano di costruire un terzo tempio sul sito. I palestinesi devono affrontare restrizioni di routine nell’accesso al complesso.

Un tribunale militare israeliano ha ieri condannato Khalida Jarrar, membro del movimento del Fronte popolare per la liberazione della Palestina (FPLP), a due anni di prigione e ha emesso una multa di 1.200 dollari. Jarrar è stata arrestata nella sua casa di Ramallah il 31 ottobre 2019 e accusata di «aver assunto una posizione nel FPLP, vietata dall’esercito israeliano». Jarrar è una dei leader di spicco del FPLP, la seconda più grande fazione dell’Organizzazione per la liberazione della Palestina (OLP) in Cisgiordania, ed è stata eletta membro dell’ex Consiglio legislativo.

Coloni israeliani hanno preso di mira un monastero a Gerusalemme in un sospetto attacco doloso. Un incendio ha devastato un ingresso della Chiesa Ortodossa nel quartiere Musrara di Gerusalemme Est fino a quando un prete non è riuscito a contenere le fiamme, hanno detto fonti locali al sito The New Arab. Non ci sono state vittime, ma l’incidente è stato immediatamente deplorato da un’assemblea in rappresentanza delle chiese cattoliche della Città Santa, che ha accusato dell’attacco «coloni ebrei estremisti». Le chiese di Gerusalemme Est, che i palestinesi vogliono come capitale del loro futuro stato, sono state prese di mira negli ultimi mesi. La loro posizione vicino agli insediamenti ebraici in espansione, ritenuti illegali dalla comunità internazionale, ha reso le chiese più suscettibili a tali attacchi.

Egitto

L’Egitto ha ordinato la custodia cautelare del giornalista e critico governativo Gamaal el-Gamal al suo ritorno dalla Turchia, dove ha trascorso gli ultimi cinque anni in esilio autoimposto. Secondo il suo avvocato Naser Amin, domenica la Procura Suprema per la sicurezza dello Stato ha ordinato che Gamal venisse detenuto per 15 giorni con l’accusa di coinvolgimento con i media dell’opposizione a Istanbul. Il 22 febbraio Gamal è tornato a Il Cairo volontariamente, secondo suo figlio. «Mio padre non si sentiva bene e ha deciso di tornare in Egitto all’improvviso perché non poteva sopportare il pensiero che non mi avrebbe più rivisto», ha scritto il figlio su Facebook, aggiungendo che suo padre è scomparso per oltre 24 ore dopo il suo arrivo.
Negli ultimi anni Gamal è stato critico verso il presidente Abdel Fattah el-Sisi, nonostante il sostegno iniziale del giornalista al suo colpo di Stato nel 2013. Gamal era un editorialista per l’outlet Tahrir news, poi è stato sospeso dallo scrivere una colonna per il quotidiano Al Masry Al Youm nel 2015 a causa dei suoi scritti antigovernativi. Nel 2015 Gamal ha ricevuto una telefonata dallo stesso el-Sisi per esprimere il suo sdegno per quanto scriveva. Nel 2017 si è recato in Turchia, noto per essere un rifugio sicuro per l’opposizione egiziana, e ha presentato un programma televisivo sul canale di opposizione Al-Sharq per quasi due anni, ma poi si è fermato e da allora si è concentrato solo sulla scrittura di post sulla sua pagina Facebook.

Algeria

Circa duemila algerini, in maggioranza studenti, sono scesi di nuovo in piazza nella capitale Algeri contro il regime, nonostante il divieto di assembramento. Per la seconda settimana consecutiva giovani manifestanti, accompagnati da insegnanti e sostenitori, hanno marciato da Piazza dei Martiri.

Nigeria

Le 279 studentesse adolescenti rapite venerdì scorso dal loro collegio a Jangebe, nel nord-est della Nigeria, sono state rilasciate all’alba di ieri: lo ha confermato il governatore dello stato, Bello Matawalle.

Jidahisti legati allo Stato Islamico, hanno attaccato una base delle Nazioni Unite e invaso un hub umanitario nel nord est della Nigeria, intrappolando 25 operatori umanitari. «Abbiamo 25 dipendenti che si sono rifugiati nel bunker sotto assedio dei militanti… ma finora nessuno dello staff è stato colpito», ha riferito una fonte umanitaria, parlando in condizione di anonimato. I rinforzi militari, inclusi jet e un elicottero da combattimento, sono stati schierati per aiutare a respingere gli aggressori, ha dichiarato la fonte militare. Un portavoce del capo delle Nazioni Unite Antonio Guterres ha confermato solo che si è verificato un “incidente di sicurezza”, ma non ha fornito ulteriori dettagli. Per più di un decennio l’esercito nigeriano ha combattuto un’insurrezione del gruppo islamista Boko Haram che ha devastato il nord-est, uccidendo almeno 36.000 persone e sfollandone più di due milioni. Il gruppo ISWAP si è separato da Boko Haram nel 2016 ed è diventato una minaccia predominante nella regione, attaccando soldati e basi mentre uccide e rapisce passeggeri in posti di blocco fasulli. La violenza si è diffusa nei vicini Niger, Ciad e Camerun, spingendo una coalizione militare regionale a combattere i militanti.

Coronavirus

Gli indios del Brasile denunciano il presidente Bolsonaro alle Nazioni Unite per “politiche di sterminio”, aggravate dalla pandemia. Spagna: quattro milioni di disoccupati: è la cifra registrata a febbraio in Spagna, la più alta dal 2016. Complice — secondo i media spagnoli che riportano i dati dei ministeri del Lavoro e della Previdenza Sociale — la terza ondata della pandemia di Covid, che ha colpito durissimo il paese a gennaio e ha costretto le autorità di quasi tutte le regioni ad adottare misure drastiche per ridurre i contagi, dopo un relativo rilassamento nel periodo natalizio.

La polizia catalana ha accusato di “tentato omicidio” sei italiani fermati sabato durante gli scontri a Barcellona nelle proteste per il rapper Pablo Hasel. Secondo gli inquirenti, si legge in una nota della Polizia catalana, sono stati loro a dar fuoco a un furgone della Guardia urbana con un agente all’interno che poi è riuscito a scappare senza conseguenze.

Francia

Il presidente della Commissione indipendente francese che indaga sugli atti di pedo-criminalità nella chiesa di Francia dagli anni Cinquanta a oggi, Jean-Marc Sauvé, ritiene che il numero di vittime potrebbe raggiungere «almeno le 10.000» secondo una stima provvisoria rivelata dalla stampa francese: i risultati dello studio dovranno essere consegnati a fine settembre.

Regno Unito

Primo caso di congedo maternità sancito dalla legge, nel Regno Unito, per una ministra in carica: Suella Braverman, 40 anni, viene sostituita, da oggi, da uno dei suoi vice a titolo temporaneo ma con garanzia di mantenimento dell’incarico e stipendio pagato, come qualsiasi altra lavoratrice, per il tempo necessario a completare la gravidanza di un secondo bambino e a occuparsi poi del neonato o della neonata per alcuni mesi. La svolta, resa possibile da una nuova norma ad hoc approvata di recente, rappresenta un’assoluta novità per le donne britanniche al governo.

Bielorussia

Un tribunale bielorusso ha condannato a sei mesi di prigione una giornalista, ieri, per aver divulgato segreti medici dopo aver contraddetto le dichiarazioni ufficiali sulla morte di un manifestante che le autorità all’epoca avevano suggerito fosse ubriaco. Katerina Borisevich del quotidiano locale TUT.BY sosteneva che non ci fosse alcol nel sangue del manifestante Roman Bondarenko quando è morto. I funzionari hanno detto che aveva subito ferite mortali in una rissa tra ubriachi mentre i suoi amici dicevano che era stato picchiato dalle forze di sicurezza. Artyom Sorokin, il medico che aveva condiviso il rapporto medico di Bondarenko con Borisevich, è stato condannato a una pena sospesa.
La morte del 31enne è diventata un punto critico in mesi di proteste di massa contro il presidente da lunga data Alexander Lukashenko, che ha lanciato una violenta repressione che ha innescato le sanzioni occidentali su Minsk ma ha beneficiato del sostegno della Russia. Le autorità hanno affermato che rivelare informazioni su Bondarenko rappresenta una minaccia per la sicurezza pubblica. «L’unico verdetto giusto in questo caso sarebbe un’assoluzione completa… Né Katya né Artyom hanno commesso alcun crimine», ha detto a Euroradio, una stazione radiofonica bielorussa con sede in Polonia, Marina Zolotova, redattore capo di TUT.BY. I sostenitori di Borisevich, 36 anni, gridavano “Ti vogliamo bene, Katya!” mentre è stata portata via dopo il processo: è stato mostrato un filmato condiviso sui social media.

Russia

Gli Stati Uniti hanno annunciato sanzioni contro diversi alti dirigenti russi in risposta all’avvelenamento del leader di opposizione russo Alexei Navalny. Le sanzioni, che colpiscono in particolare sette responsabili di alto livello, sono state coordinate con l’Unione Europea, che ieri  ha anche imposto sanzioni contro la Russia. Le misure statunitensi miravano a sette alti funzionari del governo russo. L’amministrazione Biden ha anche sanzionato 14 entità russe che gli Stati Uniti affermano essere coinvolte nel presunto programma di armi chimiche della Russia e nel suo sviluppo di armi di distruzione di massa. Le sanzioni colpiscono anche il capo dei servizi segreti russi (Fsb) Alexander Bortnikov e il primo vice capo dello staff dell’amministrazione presidenziale Serghei Kiriyenko. Gli altri destinatari delle sanzioni sono i vice ministri della Difesa Aleksei Krivoruchko e Pavel Popov, il direttore del Servizio penitenziario federale Aleksander Kalashnikov, il procuratore generale Igor Krasnov e il capo del dipartimento di politica interna del presidente russo Andrei Yarin. «La Casa Bianca − ha detto la portavoce Jen Psaki − si riserva di prevedere ulteriori azioni contro la Russia quando sarà completato l’esame di altre sue presunte attività».

Stati Uniti

Il presidente Biden ha detto ieri di aver accettato la richiesta di Neera Tanden di ritirare la sua candidatura per una posizione nel gabinetto come Direttore dell’ufficio di gestione e bilancio: è la prima sconfitta della sua amministrazione al Senato. La nomina di Tanden aveva avuto problemi per una serie di messaggi pubblicati su Twitter e successivamente cancellati.

Almeno in 15 sono morti, probabilmente migranti, a causa dello schianto tra l’auto su cui viaggiavano e un camion che trasportava ghiaia. All’interno del Suv coinvolto, tra le lamiere erano ammassate 27 persone, quando la capienza massima del veicolo è di otto passeggeri. L’incidente è avvenuto alle sette del mattino in una zona agricola a est di San Diego, a soli 16 chilometri dal confine col Messico, lungo una strada che costeggia campi coltivati soprattutto a lattuga e altri tipi di insalata, prodotti per i quali è in corso la stagione del raccolto. Ancora non chiare le cause che hanno provocato il terribile scontro.

Cade la tesi di Trump sul complotto nell’attacco al Campidoglio. «Non abbiamo alcuna prova che dietro all’assalto alla sede del Congresso ci siano anche attivisti antifa e dell’estrema sinistra»: lo afferma il capo dell’Fbi, Cristopher Wray, testimoniando davanti alla Commissione giustizia del Senato e smentendo così una delle tesi dell’ex presidente Donald Trump e dei suoi sostenitori, secondo cui la rivolta fu orchestrata da «falsi sostenitori di Trump». Per Wray all’azione hanno invece partecipato «diversi membri di milizie violente e ispirate al suprematismo bianco».

Venezuela

Ieri il Segretario di Stato Antony Blinken ha parlato con Juan Guaidó, che gli Stati Uniti riconoscono come il “presidente ad interim” del Venezuela anche se Nicolas Maduro detiene la carica. Secondo una dichiarazione del Dipartimento di Stato, Blinken ha detto a Guaidó che gli Stati Uniti stanno lavorando con alleati «che la pensano allo stesso modo» per «premere per una transizione pacifica e democratica» in Venezuela. L’amministrazione Trump ha riconosciuto per la prima volta Guaidó come presidente nel gennaio 2019. Il riconoscimento è arrivato insieme a sanzioni economiche paralizzanti che hanno avuto un impatto devastante sulla popolazione civile venezuelana, e che sono ancora in vigore. Un funzionario della Casa Bianca, parlando a condizione di anonimato, ha detto a Reuters che l’amministrazione Biden «non ha fretta» di revocare le sanzioni contro il Venezuela.

Myanmar

Tre manifestanti si trovano in condizioni critiche dopo essere stati colpiti da proiettili sparati dalle forze dell’ordine sulla folla durante le proteste di ieri contro il colpo di Stato di un mese fa. Nella notte precedente un giornalista è stato arrestato dai militari in un raid nel suo appartamento nella notte. Negli ultimi giorni diversi reporter sono stati arrestati.
«Aiuto aiuto. Mi stanno sparando», grida Kaung Myat Hlaing, giornalista del Democratic Voice of Burma (DVB), in un video video girato nella città costiera meridionale di Myeik. Il video è girato da un balcone al primo piano, dove si vedono dei vestiti appesi ad asciugare, mentre la polizia illumina la strada sottostante e gli urla di scendere. Si sente il rumore di qualcuno che apparentemente tira dalla porta principale e poi uno sbuffo di fumo appare sul balcone, accompagnato da quello che sembra uno sparo. Kaung Myat Hlaing stava documentando l’inizio del raid nella sua casa, a Myeik, in diretta sulla pagina Facebook di Democratic Voice of Burma (DVB), il giornale per cui lavora. Qualche ora dopo sull’account Twitter di Dvb la notizia che il reporter era stato portato via dalle forze di sicurezza.

Indonesia

L’eruzione del vulcano Sinabung sull’isola di Sumatra, in Indonesia, ha creato un’enorme colonna di fumo e cenere di 5 chilometri. Non ci sono state vittime né feriti. Ai residenti è stato chiesto di tenersi a una distanza di cinque chilometri dal cratere, un’area comunque disabitata da anni per via dell’aumento dell’attività vulcanica.

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