Afghanistan: il canto delle donne

Scritto da in data Settembre 13, 2024

La voce e lo sguardo sono tratti essenziali della personalità di un essere umano. Ci definiscono, ci riconoscono, fanno parte di noi come qualsiasi altra parte del corpo.

In Afghanistan, talebani dal 2021, ma anche nel primo regime alla fine degli anni ’90, hanno fatto di tutto per cancellare le donne.

Prima impedendo l’istruzione, poi cancellando il loro corpo sotto il peso dei tessito, poi gli occhi nascosti dalla grata disumana del burqa e ora, ufficialmente la voce.

In un paese, l’unico al mondo dove la musica è vietata, non solo le donne non possono cantare ma neanche parlare in pubblico.

Perché la voce di una donna tenta gli uomini, almeno secondo quegli uomini manipolati per diventare combattenti, a cui è stato insegnato che le donne sono una distrazione.

Afghanistan, donne senza voce

La forza della rete

Ma la rete non ci sta.

In un mondo dove nessuno alza la voce per le donne afghane, dove pochi politici vanno oltre sterili dichiarazioni che non portano alcun beneficio a 20 milioni di persone che vivono in trappola in Afghanistan, nel virtuale le donne ci sono e commettono quello che è un crimine in patria.

Le donne afghane cantano.

Cantano con le voci spezzate, con voci stonate, con toni provocatorie, cantano piangendo e cantano protestando, cantano come Fatima Etimadi 34 anni e le sue amiche.

E inondano le rete in quel scorri scorri che fa parte anche delle nostre vite.

“Il fiore si schiuderà, rivelando una primavera di libertà”, cantano. “Canto l’inno della libertà, ancora, ancora, libertà”. Nel video pubblicato online, Etimadi indossa un velo. Le sue amiche hanno i capelli corti.

“Ogni giorno, i talebani cercano nuovi modi per limitare le donne”, ha raccontato Etimadi alla NPR in un’intervista. “Stanno facendo morire le donne mentre sono vive”.

La protesta è iniziata dopo che il Ministero per la promozione della virtù e la prevenzione del vizio dei talebani ha emanato una legge sulla moralità di oltre 100 pagine a fine agosto. Decidono loro come le persone devono comportarsi in pubblico.

La legge ha vari obiettivi. La musica e in particolare le “cassette” sono vietate (la conoscenza dei talebani delle piattaforme musicali sembra risalire a precedenti citazioni degli anni ’90).

Ai ragazzi, definiti come maschi che non hanno la barba, è vietato prestare servizio come soldati. Agli uomini viene detto che non possono radersi i capelli o indossare abiti occidentali (la legge menziona specificamente le cravatte).

Vieta qualsiasi rappresentazione di persone in materiale pubblicato o trasmesso, il che solleva preoccupazioni su come, ad esempio, verranno utilizzati i documenti di identità.

Afghanistan: I talebani contro le cravatte

Restrizioni per tutti ma in particolare per le donne

Gran parte della legge impone delle restrizioni alle donne. Non possono uscire di casa se non per motivi urgenti. Non esiste una definizione chiara di “urgente” e presumibilmente, viene deciso dai funzionari di pattuglia del Ministero per la prevenzione del vizio e la promozione della virtù, il cui compito è far rispettare questa legge radicale.

Quando escono di casa, devono sempre avere un tutore maschio. Non possono alzare la voce in pubblico. Anche se parlano in casa, non devono farlo in un modo che possa essere sentito da estranei.

Inoltre: niente risate. Niente parlare ad alta voce. Niente canti. Anche in riunioni private.

I talebani sono convinti che il corpo di una donna, il suo viso, la sua voce siano attraenti e seducenti e debbano essere nascosti.

Il divieto di ascoltare la voce di una donna, incluso il canto, è un’interpretazione estrema di una convinzione a lungo sostenuta dai giuristi islamici secondo cui la voce di una donna è ammaliante.

Questa nuova legge arriva tre anni dopo l’inizio del governo dei talebani in Afghanistan, iniziato dopo che i loro combattenti hanno sconfitto le forze fedeli al governo afghano sostenuto dall’Occidente, dopo il ritiro degli Stati Uniti e degli alleati occidentali nel 2021.

In questo periodo, i talebani hanno gradualmente applicato drastiche restrizioni alle donne. Alla maggior parte di loro non è consentito proseguire gli studi oltre la sesta elementare.

Non possono lavorare nella maggior parte delle professioni. Non possono viaggiare senza un tutore maschio. Questa regola è stata ora ampliata: secondo questa nuova legge, alle donne e alle ragazze che hanno superato la pubertà non è consentito lasciare le proprie case senza un tutore maschio.

“La mia voce è importante”

Finora, i resoconti a Kabul e nella città occidentale di Herat suggeriscono che i talebani hanno implementato solo parzialmente la loro nuova legge. Ma anche l’idea stessa è ripugnante per alcune donne afghane, come Sahar Fetrat, una femminista afghana e ricercatrice presso Human Rights Watch.

“Questa campagna è una risposta diretta all’orribile oggettificazione e sessualizzazione delle donne da parte dei talebani, dove dicono che le voci delle donne equivalgono alle loro parti intime”, ha raccontato a NPR.

“Quindi dico che non puoi oggettificare la mia voce in quel modo. Non è qualcosa, come una parte intima del corpo, che potresti coprire. È la mia voce, ed è importante”.

Alcune delle canzoni di protesta pubblicate dalle donne afghane sono lugubre. In un video, una donna con un velo nero sul viso canta in tono lamentoso: “Hai sigillato le mie labbra con il silenzio. Mi hai imprigionata per il crimine di essere una donna. Chi si prenderà cura dei miei figli?”

C’è anche chi lancia la sfida. Una giovane donna batte un tamburello e sorride. “Oh Talib”, canta, “vai a dormire leggendo i tuoi libri, ma la tua mente vaga verso i volti delle donne”.

https://twitter.com/JahanzebWesa/status/1831250872623395243

Molte clip finiscono nello stesso modo, con le donne che ripetono la stessa frase: “La mia voce non è immodesta”.

Nilofer Fahim, 29 anni, è fuggita in Francia dopo che i talebani hanno preso il potere. Suo padre, un funzionario della sicurezza afghana, è stato ucciso dai combattenti del gruppo militante nel 2019.

Ha condiviso una clip in cui canta una canzone nazionalista provocatoria. È tutto ciò che può fare dall’esilio per sostenere le donne in Afghanistan.

“I talebani stanno trasformando le donne in ombre senza nome e anonime”, dice Fahim. “Uno strumento, da usare e tenere a casa, una macchina per fare bambini”.

Etimadi, che ha pubblicato il videoclip in cui canta con le sue amiche, è fuggita dall’Afghanistan un anno dopo che i talebani avevano preso il potere, dopo che i talebani avevano arrestato suo padre.

Arrestato per farle pressione così che smettesse di protestare contro il trattamento riservato dai talebani alle donne quando avevano preso il potere per la prima volta tre anni fa.

Stiamo cantando il dolore e la sofferenza di decenni“, dice.

Fetrat di Human Rights Watch afferma che le donne afghane hanno una lunga tradizione di opposizione ai talebani, ma si sentono sole, prive del sostegno dei paesi della regione, degli stati a maggioranza musulmana e della comunità internazionale.

“Le donne portano sulle spalle molto più di quanto dovrebbero. Il mondo sta solo guardando in silenzio e non sta succedendo nulla”.

Fetrat accusa la comunità internazionale di aver incoraggiato i talebani non sanzionandoli a sufficienza per il trattamento sempre più duro riservato alle donne nei loro tre anni di governo.

Ravina Shamdasani , portavoce dell’ufficio per i diritti umani delle Nazioni Unite , è uno dei funzionari delle Nazioni Unite che affermano di fare pressione sui talebani dietro le quinte.

“L’isolamento non è mai la risposta. Ma allo stesso tempo, dobbiamo sostenere pubblicamente le vittime”, afferma, descrivendo la nuova legge con un: “è scandalosa. È intollerabile. È una violazione del diritto internazionale dei diritti umani”.

I talebani affermano di seguire la legge islamica e hanno invitato gli stranieri a smettere di imporre le loro credenze esterne o addirittura di esprimere la loro opposizione alle loro politiche.

“Le entità straniere devono…astenersi dall’intromettersi nella governance, nella società e nelle questioni interne dell’Afghanistan, o persino dall’imporre le proprie opinioni”, si legge in un recente editoriale del quotidiano statale Bakhtar News.

“Vale la pena notare che i valori dei musulmani in tutto il mondo, in particolare in Afghanistan, non sono in linea con certe pratiche in altri paesi”, continua l’editoriale.

“Ad esempio, l’idea di un’istruzione mista nelle università americane, di costringere le donne a lavorare per il loro sostentamento o di mandare i genitori anziani in case di cura è fortemente osteggiata da molti musulmani. Nonostante ciò, i musulmani non interferiscono in queste pratiche all’estero”.

Si possono fermare i talebani?

La comunità internazionale è bloccata. La violenza non ha cambiato i talebani, anzi li rende più forti. Molti di loro sono stati uccisi in questi vent’anni, imprigionati, ma hanno continuato a perseguire il loro obiettivo.

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Da quando i talebani hanno ripreso il potere in Afghanistan nel 2021, la comunità internazionale ha provato ad essere più diplomatica offrendo il riconoscimento e più aiuti. Ma senza alcun miglioramento.

Per ora, quindi, sembra che le donne afghane siano bloccate sotto un regime che le considera, dal punto di vista legale, una tentazione per gli uomini, qualcosa da nascondere.

E alcune donne afghane stanno alzando la voce cercando qualcuno disposto ad ascoltarle.

Imprigionate sotto il tessuto blu cantano una canzone canzone in sottofondo: “Le onde di voci di ragazze distruggeranno questa prigione”.

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