La violenza contro le donne sotto i talebani

Scritto da in data Febbraio 14, 2025

KABUL – La violenza contro le ragazze in Afghanistan è un problema profondamente preoccupante, radicato sia nelle pratiche culturali che nelle disuguaglianze sistemiche. Le ragazze afghane affrontano una serie di abusi, tra cui violenza fisica, sessuale e psicologica.

Questa violenza è perpetrata sia da individui che da istituzioni e colpisce diversi aspetti della loro vita, dall’istruzione alla libertà personale.

La violenza domestica contro le ragazze in Afghanistan è diffusa e spesso non viene denunciata a causa di tabù culturali, paura di ritorsioni e mancanza di protezioni legali.

Le ragazze, in particolare quelle nelle aree rurali, subiscono frequentemente abusi da parte dei familiari, inclusi pestaggi, matrimoni forzati e violenze emotive.

  • Karimi Shafiqi: “Non mi era permesso uscire di casa senza un parente maschio. Quando ho finalmente provato a scappare dal mio marito violento, i Talebani mi hanno picchiata per essere stata trovata da sola all’esterno. Mi hanno detto che, se non fossi tornata a casa, mi avrebbero stuprata o costretta a sposare uno dei loro soldati”.

Afghanistan: aumentano i suicidi femminili

Matrimoni infantili

Il matrimonio infantile è una delle principali forme di violenza contro le ragazze in Afghanistan. Una percentuale significativa di ragazze viene data in sposa prima dei 18 anni, alcune persino a 10 o 12 anni. Questi matrimoni spesso portano ad abusi fisici, emotivi e sessuali.

Le ragazze vengono costrette a ruoli domestici, private dell’istruzione e sottoposte a continue violenze da parte dei mariti e delle famiglie acquisite.

Le ragazze in Afghanistan affrontano alti livelli di violenza sessuale, tra cui stupri, aggressioni sessuali e sfruttamento. A causa della natura conservatrice della società afghana, molte sopravvissute alla violenza sessuale subiscono un’enorme stigmatizzazione, il che le porta a evitare di cercare giustizia o supporto.

La mancanza di meccanismi legali e di sostegno sociale aggrava ulteriormente questo problema.

  • Shabnam Karimi, che ha vissuto in un rifugio per cinque anni: “La paura di essere presa di mira dai Talebani è costante. Ci hanno tolto i nostri rifugi, i nostri sistemi di supporto, la nostra libertà. Non ci è rimasto nessun posto dove andare”.

La situazione delle donne dopo il ritorno dei Talebani al potere

Dall’agosto 2021, con il ritorno al potere dei Talebani, i diritti delle donne e delle ragazze in Afghanistan hanno subito un drammatico arretramento.

Sono state imposte severe limitazioni all’istruzione, al lavoro e alla vita pubblica. Le ragazze sopra i 12 anni sono state bandite dalle scuole secondarie, e le donne sono state proibite di lavorare in molti settori.

Queste restrizioni non solo limitano le opportunità delle ragazze, ma le espongono anche a maggiori rischi di violenza e abuso.

Le politiche dei Talebani hanno portato a un aumento della violenza domestica. I severi codici di abbigliamento, le restrizioni sui movimenti delle donne e l’obbligo di un tutore maschile (mahram) hanno reso difficile per le donne cercare aiuto o fuggire da situazioni di abuso.

Le donne detenute per aver violato queste regole hanno subito violenze fisiche, minacce e intimidazioni.

  • Soman Sultani“Mio marito mi picchiava per le cose più piccole. Diceva: ‘Non ti è permesso uscire di casa. Sei mia.’ Ma ora, con i Talebani al potere, non posso nemmeno cercare aiuto. La polizia non ci ascolta. Se chiediamo aiuto, ci dicono che non siamo buone donne.”

Chiuse le case sicure

I Talebani hanno chiuso numerosi rifugi per donne in Afghanistan, smantellando molti dei sistemi di protezione per le vittime di violenza domestica. Questi rifugi, che un tempo rappresentavano un luogo sicuro per le donne in fuga da abusi, sono stati chiusi o costretti a operare sotto pesanti restrizioni.

Molti hanno chiuso per paura di ritorsioni da parte dei Talebani, e alcuni hanno persino bruciato documenti sensibili per proteggere l’identità delle donne ospitate.

La chiusura dei rifugi ha avuto un impatto devastante su donne e ragazze che fuggono da violenze domestiche e matrimoni forzati. Con la perdita di questi spazi sicuri, molte vittime sono state costrette a tornare nelle loro famiglie abusive, dove affrontano ulteriori violenze, inclusi i cosiddetti “delitti d’onore” per presunta disonestà familiare.

Le donne che cercano di lasciare le loro case abusive affrontano rischi enormi. L’applicazione rigida delle restrizioni sui movimenti rende difficile per loro cercare aiuto o fuggire. Se trovate fuori senza un tutore maschile, possono subire violenze fisiche, minacce e intimidazioni da parte delle forze talebane.

  • Zahra Rezayee: “Prima che i Talebani tornassero, c’erano almeno alcuni posti in cui potevamo chiedere aiuto. Ora anche i rifugi sono chiusi, e il governo non ci protegge. Non ho via d’uscita. La mia famiglia dice che devo solo accettarlo. Ma questa non è vita, è sopravvivenza”.

L’attuale crisi economica ha aggravato la situazione, poiché molte donne e ragazze sono colpite in modo sproporzionato dalla mancanza di aiuti umanitari e risorse sanitarie.

Nessun accesso alla giustizia

Le donne spesso non hanno accesso alla giustizia, e i perpetratori della violenza raramente vengono puniti. L’interpretazione estremamente rigida della Sharia da parte dei Talebani ha ulteriormente emarginato le donne, rendendo difficile per loro cercare protezione legale o giustizia.

La paura costante della violenza, la perdita della libertà e la mancanza di opportunità hanno portato a tassi crescenti di depressione, ansia e altri problemi di salute mentale tra le donne afghane. Senza rifugi e servizi di supporto, molte di loro non hanno nessun posto dove andare per chiedere aiuto.

Maria Azimi: “Sotto i Talebani, siamo prigioniere nelle nostre case. Se proviamo a uscire o a chiedere aiuto, ci dicono che siamo disobbedienti o immorali. Non c’è giustizia. La violenza che affronto in casa è già insopportabile, e ora non c’è più nessun luogo sicuro per rifugiarsi.”

Leila Sarwari non è il suo vero nome, per ragioni di sicurezza dobbiamo tenerlo nascosto, ma Radio Bullets, sa molto bene chi è. Ha studiato all’università di Kabul, ha fatto un master e il suo sogno era diventare una diplomatica.

La sua vita e i suoi sogni, come per tutte le donne afghane che hanno studiato o lavoravano o erano socialmente impegnate, si sono infranti il 15 agosto del 21 quando i talebani hanno preso il potere consegnato dagli americani e dalla Nato che hanno tradito le speranze di milioni di donne che ora vivono in un regime di apartheid di genere.

Sentire la loro voce è un modo per non dimenticarle e per noi un monito di quello che il potere fa quando le società civili non intervengono.

Questo pezzo è stato scritto grazie al sostegno di alcune associazioni di Frascati che ci hanno permesso di fare la differenza. In Afghanistan oggi le giornaliste non possono scrivere, andare ad una conferenza stampa o apparire in televisione.

Ma il fatto che non possano farlo nel loro paese, non significa che non possano farlo da qualunque altra parte. Radio Bullets vuole tenere una luce accesa sull’Afghanistan e le afghane hanno bisogno che si sappia cosa sta succedendo loro. Per saperne di più cliccate sul pezzo sotto.

Potrebbe interessarti anche:

E se credi in un giornalismo indipendente, serio e che racconta il mondo recandosi sul posto, puoi darci una mano cliccando su Sostienici


[There are no radio stations in the database]