Salvate l’oro blu

Scritto da in data Luglio 28, 2023

L’oro blu è una delle più preziose risorse del pianeta. Una risorsa indispensabile alla vita e alla salute delle persone. In alcuni luoghi scarseggia in modo preoccupante o manca del tutto, altrove dove abbonda se ne spreca in quantità imbarazzanti. Cosa possiamo fare, quindi, per proteggere le nostre risorse di acqua?

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Che l’acqua sia un bene primario lo si sa e ce ne accorgiamo soprattutto quando questa viene meno. Negli ultimi anni, durante i quali i cambiamenti climatichi hanno fatto provare la siccità anche a luoghi che non avevano mai conosciuto un simile problema, questa consapevolezza è o, almeno, dovrebbe essere aumentata. Dovrebbe, appunto, ma non è esattamente così.
Anche in Paesi ricchi e industrializzati come il nostro, dove l’accesso all’acqua è garantito in maniera diffusa sul territorio, gli sprechi non mancano e perdite e falle nelle rete idrica costituiscono un problema molto serio.
I più recenti dati Istat a riguardo dicono che nel 2020 in Italia il prelievo giornaliero di acqua per uso potabile è stato di oltre venticinque milioni di metri cubi, pari a 422 litri per abitante. Siamo, da oltre un ventennio, il primo Paese dell’Unione Europea per quantità di acqua dolce prelevata per uso potabile, in valore assoluto.
Eppure, le perdite idriche nelle reti di distribuzione dell’acqua sono elevate: nel 2020 hanno rappresentato ben il 42,2% dell’acqua immessa in rete, pari a 3,4 miliardi di metri cubi. È come se ognuno di noi ogni giorno aprisse il rubinetto di casa e lasciasse scorrere via senza utilizzarli 157 litri di acqua.
Una situazione non certo confortante e un problema diffuso, se si pensa che oltre la metà dei comuni italiani – il 57,3% del totale – perde dal 35% in su dei volumi immessi in rete. Un danno enorme.
Cosa si può fare per migliorare l’efficienza delle nostre reti idriche e ridurre questo immenso spreco?

Ridurre le perdite nelle rete idrica con la fibra ottica

Se lo sono chiesto anche al Politecnico di Milano, più precisamente al Dipartimento di Ingegneria civile e ambientale, dove hanno escogitato una soluzione tech molto interessante.
I ricercatori hanno trovato il modo di utilizzare una tecnologia già ben conosciuta come mezzo per monitorare proprio le reti di tubi nei quali scorre il prezioso oro blu.
Nello specifico hanno fatto ricorso ai DFOS (Distributed Fiber Optic Sensors), ovvero sensori distribuiti in fibra ottica, e li hanno collocati sulle tubazioni dell’acqua.

In pratica, hanno applicato la stessa tecnologia utilizzata ormai ovunque per le reti internet veloci – la fibra ottica – e l’hanno sfruttata per monitorare il comportamento e la tenuta dei tubi.
Questi ultimi, costituiti da polietilene ad alta densità (HDPE), sulla propria superficie esterna sono stati avvolti dai cavi sensori che permettono di rilevare gli effetti di eventuali cambi nella pressione dell’acqua che li attraversa.
La presenza di perdite d’acqua influisce sulla pressione, e i sensori distribuiti in fibra ottica sono in grado di misurare le deformazioni dei tubi addirittura al centesimo di millimetro. In tal modo riescono a rilevare anche la più piccola anomalia lungo una condotta e a segnalare così la presenza di un’eventuale problema.

I test e i tubi del futuro

Le prove effettuate hanno dato buoni risultati. Sono state testate le tubazioni avvolte dai sensori prima sottoponendole a pressione statica, e successivamente creando una perdita in un circuito di tubazioni in cui è stata fatta scorrere acqua corrente. In tutti i test il riscontro è stato positivo e i sensori sono riusciti a identificare e localizzare perdite idriche, persino quelle – hanno dichiarato i ricercatori – molto contenute.
I risultati della sperimentazione sono stati pubblicati sulla rivista internazionale Sensor.

Ora, i ricercatori del PoliMi ipotizzano per il futuro un’evoluzione della loro tecnologia. L’idea è che si potranno produrre tubi che possano avere da subito integrati nella propria superficie, attraverso un processo di estrusione, i sensori distribuiti in fibra ottica.
In questo modo si potranno avere infrastrutture intelligenti, capaci di individuare in maniera puntuale e rapida eventuali danni, riducendo significativamente sia gli sprechi idrici che tempi e costi per individuare le perdite cui porre rimedio.
Una soluzione intelligente che speriamo preservi di più quell’indispensabile risorsa che è l’acqua.

Musica: Looking For Water – David Bowie
Foto in copertina: Unspash − Kerem Karaarslan

 

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