Yemen: in cinque anni uccisi 61 tra giornalisti e attivisti

Scritto da in data Settembre 9, 2020

L’organizzazione SAM for Rights & Liberties ha rivelato di aver documentato gli omicidi di 61 persone, tra giornalisti e attivisti per i diritti umani, in Yemen dal 2014 al 2019.  Nel rapporto – dal titolo “Una carriera pericolosa” – SAM registra più di 1.586 violazioni contro difensori dei diritti umani, organizzazioni della società civile, organi di stampa, giornalisti, attivisti dei social media e agenzie, durante un periodo di cinque anni.

Secondo il rapporto, le violazioni includono l’omicidio, l’aggressione fisica, la tortura, la sparizione forzata, la detenzione arbitraria e i procedimenti giudiziari nei confronti di persone che hanno espresso opinioni, senza contare la distruzione delle redazioni, le manomissioni, il saccheggio o la chiusura di giornali o canali.

2015: l’anno peggiore per la libertà di stampa

“Il 2015 è stato l’anno peggiore per i media nello Yemen”, afferma il rapporto, spiegando che nel 2015 sono state documentate fino a 319 violazioni, tra cui 10 morti, seguito dal 2017 con 300 violazioni, di cui 3 morti, e il 2016 con 205 violazioni comprese 10 vittime, mentre nel 2018 sono state commesse ben 135 violazioni, e il 2019 ha registrato il minor numero di violazioni con 134 casi.

Secondo il rapporto, i ribelli sciiti Houthi hanno commesso il 60% delle aggressioni, la coalizione araba guidata dall’Arabia Saudita ha commesso il 25% delle violazioni, il Consiglio di transizione meridionale (STC), sostenuto dagli Emirati Arabi Uniti, ha perpetrato il 10% degli attacchi, con altre organizzazioni, tra cui Al-Qaeda, responsabili del restante 5%.

SAM invita la comunità internazionale a fare pressione su tutte le parti in conflitto in Yemen per fermare immediatamente tutte le forme di violazione contro i diritti umani e gli attivisti dei media, e chiede di formare un comitato internazionale per indagare su tutte le violazioni. E, soprattutto, che gli autori dei crimini siano perseguiti e le vittime abbiano giustizia.

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