6 dicembre 2019 – notiziario

Scritto da in data Dicembre 6, 2019

Nigeria, il latte per la multinazionale olandese FrieslandsCampina viene dal lavoro minorile; Etiopia, il silenzio del Nobel per la pace; Francia, il giorno dopo la grande lotta; Fondazione Bertelsmann: dieci anni dopo la crisi torna il lavoro, ma resta la povertà.

Questo e molto altro nel web notiziario di Radio Bullets, un podcast di notizie dal mondo oggi a cura di Paola Mirenda. Musiche di Walter Sguazzin

Nigeria

La multinazionale olandese Friesland Campina ha annunciato di aver dato mandato a una società internazionale, Partner Africa, di svolgere una inchiesta sulla propria filiera di latte crudo, dopo la denuncia arrivata da un giornale nigeriano. Premium Times, in collaborazione con altre testate, ha scoperto anche minorenni – di non più di dieci anni di età – tra i lavoratori addetti alla mungitura delle mucche. Va detto che i piccoli non sono direttamente assunti dal’azienda, e che anzi spesso non sono proprio assunti, fanno parte di un indotto familiare, se così vogliamo chiamarlo, che collabora alla raccolta del latte. Il progetto di Friesland Campina prevede l’acquisto di latte da diverse fattorie di una regione, fattorie nelle quali sono presenti le mucche il cui acquisto è finanziato dalla società stessa. I protocolli che la multinazionale ha firmato con il governo nigeriano sono chiari sul tema “lavoro minorile” e tra gli impegni assunti dall’azienda olandese c’è anche quello di fornire adeguata istruzione e corsi di formazione. Quello che dunque viene rimproverato è il mancato controllo da parte della società, che permette che nella filiera si instaurino rapporti illegali di collaborazione. Tra l’altro appena dieci giorni fa Friesland Campina aveva fatto parte delle dieci aziende ammesse in delegazione con il premier olandese nel suo viaggio in Nigeria.

 

Giustizia sociale

A dieci anni dall’inizio della crisi finanziaria a livello globale, la maggior parte dei Paesi industrializzati può dire di essersela messa alle spalle. Ma sul terreno sono rimaste macerie: secondo un recente studio della fondazione Bertelsmann, in 25 dei 41 Stati che appartengono all’Unione europea o all’organizzazione per la cooperazione economica, la povertà è rimasta uguale o addirittura è aumentata. Aumenta il lavoro, ma non la ricchezza. Se in Spagna il tasso di occupazione è cresciuto di 7 punti percentuali – passando dal 55 per cento al 62 per cento, quello di povertà è salito di 5 punti percentuale, attestandosi al 14,3 per cento. Le diseguaglianze sociali rimangono e a farne le spese sono le persone più giovani. Gli Stati che offrono migliori opportunità restano nel nord europa: Islanda, Norvegia, Danimarca e Finlandia.

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