Colonia: quando il Pride suona Techno

Scritto da in data Agosto 22, 2024

di Camilla Epifani

COLONIA – Giugno è il mese in cui le città europee si trasformano in vibranti mosaici di arcobaleno, un trionfo di orgoglio e lotta per i diritti LGBTQ+ che esplode in parate che sono molto più di semplici festeggiamenti.

È un evento che affonda le radici in una storia di resistenza e cambiamento, risalente al 28 giugno 1969, quando un’irruzione brutale della polizia nello Stonewall Inn di Manhattan, accese una scintilla di ribellione.

Quel giorno segnò l’inizio dei moti di Stonewall, l’inizio di una rivoluzione globale per la liberazione queer che ha dato vita al moderno movimento Pride, o Christopher Street Day (CSD) in Germania.

Il Pride non è un evento da considerare alla leggera: è il culmine di decenni di battaglie per l’uguaglianza e i diritti umani.

@camillaepifani

Quest’anno abbiamo avuto il privilegio di partecipare al Pride di Colonia, il cuore pulsante delle celebrazioni tedesche. Sebbene le prime parate tedesche risalgano agli anni ’70, oggi Colonia, Berlino e Amburgo non sono solo città che celebrano; sono epicentri di un’epica fusione di attivismo e cultura musicale.

Colonia, in particolare, non è solo il teatro di una parata, ma il palcoscenico di una manifestazione culturale che integra la Techno in un evento di grande impatto politico e sociale.

La musica Techno

La musica techno, con i suoi battiti inconfondibili e le sue sfumature, è il cuore pulsante che anima ogni CSD. Questo genere musicale, che ha preso vita dalle rovine industriali di Detroit, non è nato dal nulla. È il risultato della visione di pionieri come Juan Atkins, Derrick May e Kevin Saunderson, noti come “The Belleville Three”.

Juan Atkins, spesso considerato il “padre della techno”, ha creato il termine stesso e ha fondato la label Metroplex, mentre Derrick May ha introdotto il concetto di “futurismo” nella Techno con il suo sound innovativo, e Kevin Saunderson ha ampliato il panorama del genere con il suo progetto Inner City.

Questi artisti hanno plasmato la musica con una miscela di ritmi elettronici, bassi pulsanti e una sensazione di urgenza futuristica che rispecchiava i cambiamenti socio-culturali di Detroit.

Quello che è avvenuto a Detroit, non è stato un fenomeno isolato, la nuova scena americana è stata influenzata dai pionieri della musica elettronica tedesca, come i Kraftwerk e i Cluster.

I Kraftwerk, con la loro estetica robotica e i suoni elettronici minimalisti e quasi cosmici, hanno gettato le basi per la techno con album iconici come “Autobahn” e “Trans-Europe Express”.

Suoni all’avanguardia

I Cluster, con i loro paesaggi sonori avanguardistici, hanno anch’essi contribuito a creare il terreno fertile per l’emergere di questo nuovo genere. Questi artisti hanno aperto la strada a un futuro in cui la musica elettronica poteva esplorare nuovi orizzonti.

Questa nuova realtà emersa da Detroit e accolta con entusiasmo in Germania, ha trovato la sua espressione più completa nei club di Berlino e Francoforte. Gli anni ’80 hanno visto la nascita di una scena underground che, dopo la caduta del Muro di Berlino, è esplosa in un’era di libertà e sperimentazione.

La techno non è solo una colonna sonora; è diventata un simbolo di una generazione che ha riscoperto la gioia della comunità e della libertà attraverso la danza.

In quegli anni, artisti come Paul van Dyk, Sven Väth e Ellen Allien hanno preso il testimone, definendo ulteriormente il panorama musicale con le loro innovazioni e visioni.

Durante il Pride, Colonia non è solo adornata di colori: è un palcoscenico vibrante di inclusione e celebrazione.

Un milione e mezzo di persone hanno invaso le strade, creando un fiume di corpi e colori che scorre senza sosta, unendo sessantamila partecipanti al ritmo pulsante di bassi profondi e carri decorati.

Patrimonio culturale immateriale

La scena musicale tedesca, che in Italia è stata messa ai margini, ha ricevuto un riconoscimento senza precedenti: è stata inclusa nel patrimonio culturale immateriale tedesco dalla Conferenza dei ministri della Cultura dei Länder e dal commissario federale per la Cultura e i Media, con la collaborazione della Commissione tedesca dell’Unesco.

Rave the Planet, guidata da Matthias Roeingh, noto come Dr. Motte, ha giocato un ruolo cruciale in questo riconoscimento. Questo movimento ha dimostrato che la Techno è molto più di una semplice moda.

E’ una forma culturale distintiva che ha trascorso decenni a evolversi e a riflettere le trasformazioni sociali e politiche.

La scena dei club di Berlino e Francoforte, emersa a metà degli anni ’80, non è solo un’attrazione turistica, è un simbolo vivente di ottimismo e trasformazione, un monumento al potere della musica di unire e ispirare.

Tuttavia, mentre il Pride celebra l’uguaglianza, non possiamo ignorare l’ombra delle multinazionali, che si aggrappano al movimento con operazioni di Rainbow Washing.

La bizzarria degli oggetti

Tra la folla, oggetti brandizzati volano come frutto avvelenato – ventagli, profilattici, vitamine – nella disperata manovra di accostarsi a una celebrazione autentica, mentre i problemi strutturali causati da queste stesse aziende vengono abilmente oscurati.

Partecipare a una Pride Parade resta sempre un’esperienza. È il momento di confrontarsi con la realtà della liberazione sessuale e della rivendicazione dei diritti e di comprendere appieno il significato di intersezionalità e inclusione.

La libertà di espressione, così preziosa e delicata, è messa a rischio da ogni discriminazione. Marciare non solo per sé stessi, ma per tutte le categorie discriminate, è un atto di coraggio e solidarietà, che permette di mettere in comune le proprie forze e i propri privilegi, in un´unica rivendicazione collettiva.

Libertà di affermazione

Il Pride di Colonia non è semplicemente una celebrazione, è un’affermazione audace di libertà e identità. È una dichiarazione che la lotta per i diritti e la celebrazione della diversità non sono eventi sporadici, ma battaglie quotidiane che battono al ritmo incessante di un cuore collettivo.

È la prova che passato e presente, resistenza e festa, possono intrecciarsi in un abbraccio indimenticabile di speranza e cambiamento.

Foto di copertina: Massimiliano Casali

Camilla Epifani

Italiana in Germania alla ricerca di un modo per svelare quel grande mistero che è il mio futuro.

Amo leggere e scrivere (specie quando sono nervosa, quindi sempre).

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