La via della plastica
Scritto da Raffaella Quadri in data Settembre 19, 2018
Raccogliamo e differenziamo, ma che fine fanno, per esempio, le bottiglie di plastica che così diligentemente inviamo al riciclo? La risposta è semplice: finiscono sotto i nostri piedi. Dall’Olanda l’inaugurazione di un progetto che ha trovato una nuova strada per la plastica buttata: una strada, appunto. Raffaella Quadri per Radio Bullets. Musiche di Walter Sguazzin.
Photo credits: PlasticRoad
Proprio la scorsa puntata avevamo parlato di bioplastiche e della necessità di liberare i nostri mari dai rifiuti di materiale plastico che li stanno inquinando ormai da troppo tempo.
La plastica, come si è detto, può essere recuperata e riciclata per produrre nuovi materiali. Ed è proprio di questi giorni l’inaugurazione di un esempio davvero interessante di riutilizzo di questo materiale: invece che gettarlo in mare, lo facciamo finire sotto i nostri piedi… e le nostre ruote.
Per capire quando e come, ci dobbiamo trasferire virtualmente in Olanda dove lo scorso 11 settembre nella città di Zwolle è stata inaugurata la prima breve tratta di una pista ciclabile completamente realizzata con plastica riciclata.
Il progetto, denominato PlasticRoad www.plasticroad.eu, è stato ideato nel 2013 da due giovani signori olandesi, Anne Koudstaal e Simon Jorritsma, e ha poi iniziato a prendere forma nel 2016 quando tre società hanno unito forze e competenze per realizzarlo:
KWS, azienda del gruppo olandese VolkerWessels in cui lavorano i due ideatori e che costruisce strade e produce asfalto, il gruppo olandese Wavin che produce tubazioni in materiale plastico, e Total, la compagnia petrolifera francese.
Si tratta di un progetto pilota, sono stati installati solo i primi trenta metri di pista, i quali da soli contengono un quantitativo di materiale plastico pari a cinquecentomila tappi di plastica!
La particolarità sta però anche nel modo in cui è realizzata: PlasticRoad è formata infatti da un susseguirsi di pannelli prefabbricati che vengono posizionati l’uno dopo l’altro e che, in caso di necessità, possono essere facilmente sostituiti. Questo significherebbe non avere più la necessità di riasfaltare lunghe tratte bloccando il traffico o peggio avere strade con rattoppi d’asfalto. I pannelli sono cavi al loro interno e questo permette di collocarvi tubazioni che servono per il passaggio di cavi e sistemi per il drenaggio dell’acqua piovana che eviteranno allagamenti della strada – le stesse cavità possono servire anche come temporaneo immagazzinamento proprio dell’acqua in eccesso. E non è finita, perché il materiale plastico di cui è costituita la strada ne attutisce anche i rumori.
Si ottiene così un manto stradale particolarmente durevole, permeabile e in grado di drenare l’acqua, capace di ridurre il rumore, che non si crepa né forma buche e che può essere facilmente sostituito nelle parti danneggiate o usurate.
Oltre a tutto questo i moduli della PlastiRoad possono anche alloggiare una serie di sensori per monitorare il comportamento della strada e le sue prestazioni: i sensori misurano infatti la temperatura e tenuta del manto oltre al numero dei passaggi –in questo caso– delle biciclette. In caso di passaggio di auto, la cavità potrà ospitare anche sistemi di carica elettrica degli autoveicoli.
Sempre in Olanda a novembre sarà installato un nuovo tratto di pista ciclabile in una altra cittadina. Un altro progetto che permetterà di migliorare ulteriormente la “strada di plastica” che noi tutti attendiamo fiduciosi, tra una buca e l’altra delle nostre città.
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