Habemus gas
Scritto da Julia Kalashnyk in data Dicembre 29, 2019
Accordi Russia – Ucraina
Il gas russo passerà di nuovo attraverso il territorio ucraino. Sembrava impossibile trovare un’intesa per i due paesi in guerra dal 2014 a seguito dall’annessione illegale della Crimea dalla parte della Russia e guerra nel Donbas, eppure il 20 dicembre è stato firmato un accordo che porterà risorse energetiche in Europa. Le forniture dirette di gas all’Ucraina erano state interrotte nel novembre 2015, a causa di rapporti incrinati tra Mosca e Kyiv.
Il 19 dicembre ai colloqui a Berlino, seguiti poi dall’incontro il 20 dicembre a Minsk, si sono riuniti i rappresentanti di due paesi, tra cui il capo di Gazprom, Alexey Miller, il ministro russo dell’Energia, Alexander Novak, il suo omonimo ucraino Olexiy Orzhel e il direttore esecutivo di Naftogaz Yuriy Vitrenko. Il risultato: un protocollo firmato, che regola un nuovo ciclo di transito delle risorse attraverso il territorio ucraino.
Il nuovo contratto di transito del gas, che partirà il 1 gennaio 2020, avrà una durata di cinque anni, con la possibilità di prorogarlo per altri dieci anni, sempre alle stesse condizioni. L’attuale accordo decennale di transito tra i due paesi scadeva il 31 dicembre 2019.
Condizioni per Kyiv
Nel febbraio 2018 l’arbitrato di Stoccolma ha obbligato la Gazprom di pagare la multa per risarcire l’Ucraina dei cubi di gas non forniti per il transito, previsti dal contratto.
Come riporta Reuters, Mosca si era offerta di pagare a Kyiv circa 3 miliardi di dollari, per andare avanti con un nuovo accordo sulla fornitura di gas russo all’Ucraina e sul transito delle risorse energetiche attraverso il Paese verso l’Unione europea. Due giorni fa, il 27 dicembre, il direttore esecutivo di Naftogaz Yuriy Vitrenko ha scritto sulla sua pagina Facebook che Gazprom ha già pagato l’importo pari a 2,9 miliardi di dollari.
Il compromesso tra le due parti riguarda, in primis, i volumi di approvvigionamento del gas: la Russia garantisce all’Ucraina 65 miliardi di metri cubi nel 2020, e 40 miliardi l’anno successivo.
l’Ucraina ritirerà entro il 29 di dicembre la seconda istanza presentata contro la Gazprom sempre nell’arbitrato di Stoccolma, dove dovrebbe riscuotere 12,2 miliardi di dollari. Sempre entro quella data, il Comitato antimonopoli ucraino dovrà annullare una sanzione contro il Gazprom pari a 7,4 miliardi di dollari. La parte ucraina, inoltre, non farà più nessun reclamo o sanzione contro l’azienda russa. Secondo Yury Vitrenko, direttore esecutivo di Naftogaz Ucraina, si tratta di un “compromesso difficile”.
Hromadske riposta che il ministro ucraino dell’Energia Oleksiy Orzhel ha dichiarato che i due paesi si sono accordati sulla potenziale ripresa delle forniture dirette di gas russo ai consumatori ucraini, visto che Kyiv da quattro anni non acquista più gas direttamente dalla Gazprom. Il ministro ha sottolineato che il protocollo fornisce le linee guide per regolare eventuali forniture, pero il documento non obbliga l’Ucraina ad acquistare gas russo.
Lo ltesso Orzhel in un suo articolo opinione ha scritto: “Il profitto stimato ottenuto dall’Ucraina dopo le trattative con la Russia è circa 3 miliardi di dollari in arbitrato, più circa 3 miliardi per il transito del gas all’anno per cinque anni. Quindi, in un periodo di cinque anni, avremo circa 18 miliardi di dollari, di cui circa 3 miliardi prima della fine del nuovo anno. E questo senza condizioni inconvenienti per il Paese”.
Russia: tra riprese e nuove sanzioni
“Dopo aver firmato un nuovo accordo con l’Ucraina sul transito del gas, la Gazprom russa sblocca i suoi beni e risorse in Europa”, ha dichiarato in un’intervista alla RBC Alexander Novak, il ministro dell’Energia russo.
La notizia dell’accordo è apparsa quasi contemporaneamente con quella di sanzioni americane imposte contro i costruttori del gasdotto Nord Stream-2 e Turkish Stream, a causa dei quali i lavori in corso sono stati sospesi. Washington ha spiegato che le misure restrittive servono per garantire la sicurezza energetica dell’Europa. Non si è fatta attendere la risposta del Cremlino, come sempre accusativa nei confronti degli Stati Uniti.
Questo articolo è stato aggiornato.
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