Iran, Mohammadi al parlamento italiano

Scritto da in data Febbraio 19, 2025

La vincitrice del premio Nobel per la pace Narges Mohammadi ha parlato oggi alla Commissione permanente per i diritti umani del Parlamento italiano.

La sessione “Inchiesta conoscitiva sulla promozione e la protezione dei diritti umani”, presieduta dall’onorevole Laura Boldrini, si è concentrata sui diritti umani in Iran.

L’audizione a Montecitorio

Narges Mohammadi, vincitrice del premio Nobel per la pace, giornalista, scrittrice e importante attivista per i diritti umani e delle donne, ha tenuto oggi un discorso virtuale al Parlamento italiano.

Attualmente detenuta nel carcere di Evin, è temporaneamente in libertà vigilata, ma è tenuta a tornare presto in prigione.

Il 4 settembre 2024, a Mohammadi è stata concessa una sospensione della pena per urgenti esigenze mediche dopo che le erano state negate le cure per un lungo periodo.

La sospensione è terminata il 25 dicembre e si prevedeva che sarebbe tornata in prigione.

Tuttavia, il 28 dicembre, il suo avvocato ha presentato una richiesta di proroga alla Legal Medicine Organization, supportata da referti medici.

La richiesta è stata approvata il 31 dicembre e inviata all’ufficio del procuratore per una decisione definitiva.

Nel frattempo, Mohammadi è rimasta fuori dalla prigione in un atto di disobbedienza civile, rifiutando la legittimità della magistratura iraniana.

Il carcere

Narges Mohammadi è stata arrestata e imprigionata molte volte in Iran e ha trascorso un totale di 10 anni dietro le sbarre, inclusi 135 giorni in isolamento.

Al suo ritorno in prigione, dovrà affrontare altri 11 anni di reclusione.

Nelle sue osservazioni, Mohammadi ha sottolineato la necessità di porre fine all’apartheid di genere, ha chiesto la fine delle esecuzioni in Iran e ha sottolineato la lotta in corso per i diritti umani e i diritti delle donne nel paese.

Ha anche affrontato la transizione dell’Iran dalla tirannia religiosa alla democrazia e le sfide che il paese deve affrontare in questo percorso.

Ha evidenziato i casi di tre attivisti attualmente a rischio esecuzione in Iran, Varisheh Moradi, Pakhshan Azizi e Sharifeh Mohammadi, esortando il Parlamento italiano ad assumere una posizione ferma contro il governo iraniano.

Ha invitato i legislatori italiani a dare priorità ai diritti umani in tutti i negoziati con l’Iran, a porre la lotta contro l’apartheid di genere in cima alla loro agenda e a lavorare per porre fine alle esecuzioni, amplificando al contempo le voci del popolo iraniano.

Narges Mohammadi, in risposta alle affermazioni della Repubblica islamica in merito all’assenza di molestie sessuali e alla repressione delle donne nel movimento “Donna, vita, libertà”, presentate ai e alle rappresentanti italiani, ha dichiarato: “Sono pronta a testimoniare in qualsiasi tribunale sui casi di molestie sessuali e stupro contro le donne. Ho assistito a numerosi casi di tale violenza e ho molti resoconti di donne su cui posso testimoniare. Considero queste affermazioni del regime iraniano bugie e inganni e dichiaro chiaramente che la Repubblica islamica usa sistematicamente lo stupro e l’abuso sessuale come strumenti per reprimere le donne”.

L’udienza pubblica è stata trasmessa in diretta sulla WebTV ufficiale della Camera dei Deputati italiana.

Il discorso

Ecco il testo del discorso introduttivo di Narges Mohammadi alla Commissione permanente per i diritti umani – Inchiesta conoscitiva sulla promozione e la protezione dei diritti umani – Udienza

Onorevoli membri del Parlamento italiano,

Sono molto lieta di avere oggi l’opportunità di parlare tra voi, rappresentanti eletti del popolo italiano.

Vi parlo in un momento in cui la società iraniana sta attraversando giorni difficili e turbolenti, pieni di proteste. Studenti universitari, donne, giovani, insegnanti, lavoratori, pensionati e vari settori della popolazione scendono in piazza ogni giorno per manifestare, scioperare e protestare contro la Repubblica islamica.

Le condizioni economiche e di vita della gente peggiorano di giorno in giorno. Povertà, disoccupazione e inflazione hanno alimentato la rabbia della gente. L’ambiente del paese è a rischio di distruzione e il regime risponde a queste proteste con omicidi di strada, esecuzioni, violenza, arresti, incarcerazioni e processi illegali. Nel frattempo, le crisi economiche e sociali sono il risultato diretto delle politiche del regime e della corruzione sistematica.

La Repubblica islamica è fondamentalmente un regime irresponsabile, incapace di sostenere la democrazia, la libertà e l’uguaglianza. È un regime irriformabile e, oltre a ciò, inefficace.

In questa situazione, il popolo iraniano, sulla base delle proprie esperienze storiche e dell’instancabile lotta degli attivisti negli ultimi 46 anni, ora cerca una transizione dalla tirannia alla democrazia, ovvero la fine della Repubblica islamica. Perché questo regime è l’incarnazione della dittatura e uno dei principali ostacoli che impediscono al popolo di raggiungere la democrazia.

È fondamentale sottolineare che questo cambiamento fondamentale in Iran si basa sulla volontà, sulla consapevolezza e sulle richieste del popolo iraniano. La transizione dalla Repubblica islamica è volta a stabilire una struttura democratica e laica in cui i diritti umani e i diritti delle donne siano garantiti e in cui la società civile serva da fondamento.

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