24 febbraio 2021 – Notiziario

Scritto da in data Febbraio 24, 2021

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  • Egitto: rilasciato l’attivista Hazem Hosny, dopo 17 mesi di prigione (copertina).
  • Georgia: migliaia in piazza dopo l’arresto del principale leader dell’opposizione.
  • Il killer della giornalista Caruana Galizia condannato a 15 anni.
  • Rapporto ONU: aumenta la violenza contro gli attivisti in Colombia.
  • Le tre opzioni di Biden per l’Afghanistan: andarsene ora, estendere la data del ritiro o restare per sempre.
  • Pioggia di critiche in Nepal per una proposta di legge che limita i viaggi delle donne nel Golfo e in Africa.
  • Filippine: nove donne arrestate con l’accusa di pianificare attentati.
  • Israele dona il vaccino ai paesi che hanno spostato la loro ambasciata a Gerusalemme.
  • Mohamed Bazoum è il nuovo presidente del Niger.

Questo e molto altro nel notiziario di Radio Bullets, a cura di Barbara Schiavulli. Musiche di Walter Sguazzin

Iran

Un esperto di diritti umani delle Nazioni Unite ieri ha accusato l’Iran di «disprezzo sconsiderato» per la vita umana a proposito dell’abbattimento di un aereo passeggeri ucraino avvenuto nel gennaio dell’anno scorso e di aver cercato di “disorientare” le indagini in seguito. Agnes Callamard, relatrice delle Nazioni Unite sulle esecuzioni sommarie e altri abusi, ha detto che l’Iran avrebbe dovuto chiudere il suo spazio aereo agli aerei civili all’inizio dello scorso anno, quando la tensione era alle stelle dopo che gli Stati Uniti avevano assassinato un alto generale iraniano. Il rimprovero di Callamard alle autorità iraniane arriva mentre l’amministrazione del presidente degli Stati Uniti Joe Biden cerca di rilanciare un accordo di riduzione delle armi nucleari del 2015 con l’Iran, nonostante la preoccupazione che il paese rappresenti una minaccia per la stabilità regionale. La Guardia rivoluzionaria iraniana dichiarò di aver accidentalmente abbattuto l’aereo della Ukraine International Airlines poco dopo il decollo da Teheran per Kiev l’8 gennaio 2020, uccidendo tutte le 176 persone a bordo.

Funzionari iraniani affermano di aver scambiato il Boeing 737-800 per un missile nei giorni di tensione dopo l’uccisione del capo militare iraniano Qassem Suleimani in un attacco con droni statunitensi in Iraq. Il jet ucraino è stato abbattuto poche ore dopo che l’Iran aveva lanciato un attacco missilistico balistico contro le forze americane nel vicino Iraq in risposta all’assassinio del generale Suleimani. Callamard ha anche accusato l’Iran di aver distrutto le prove, rilasciato informazioni false e incomplete e di non aver perseguito i più responsabili della tragedia − non solo i membri dello staff di basso livello che sono stati arrestati e accusati.

La morte del detenuto di coscienza  Behnam Mahjoubi, deceduto il 21 febbraio 2021 a causa di condizioni mediche non trattate che includevano gravi problemi neurologici, riflette la continua crisi presente nelle carceri iraniane, dove ai prigionieri, soprattutto quelli di coscienza e politici, vengono negate cure mediche adeguate.
«Molti prigionieri in Iran hanno un disperato bisogno di cure mediche e altri moriranno senza cure immediate», ha detto Hadi Ghaemi, direttore esecutivo del Centro per i diritti umani in Iran (CHRI). Il CHRI chiede alla comunità internazionale di parlare con forza con una sola voce per condannare la pratica illegale e disumana dell’Iran di negare sistematicamente le cure mediche ai prigionieri. Mahjoubi,  membro dell’Ordine Sufi Gonabadi perseguitato dall’Iran, stava scontando una condanna a due anni per accuse di attentato alla sicurezza nazionale dal giugno 2020, anche se il medico legale di Stato iraniano aveva concluso che non poteva resistere all’incarcerazione. È stato trasferito dalla prigione di Evin al Loghman Hospital di Teheran il 13 febbraio 2021, dopo aver subito convulsioni, ed è morto otto giorni dopo. L’ONU ha chiesto «un’indagine completa e trasparente» sulla morte di Mahjoubi, affermando che «la sua morte è un altro promemoria di come un trattamento medico adeguato venga ripetutamente negato ai detenuti».

Iraq

Il primo ministro iracheno Mustafa al-Kadhimi e il presidente degli Stati Uniti Joe Biden hanno parlato al telefono ieri. «Ho parlato con @POTUS. Abbiamo riaffermato il nostro impegno a rafforzare i legami tra Iraq e Stati Uniti a beneficio dei nostri popoli e la cooperazione nella lotta contro Daesh per garantire la pace e la stabilità regionale. Il dialogo strategico continua a servire come una tabella di marcia per il futuro», al-Kadhimi ha detto su Twitter.

I colloqui sono arrivati ​​sulla scia di una serie di attacchi contro le truppe statunitensi e straniere in Iraq dall’assassinio nel gennaio dello scorso anno del generale iraniano Qasem Soleimani in un attacco con droni statunitensi. Nell’ultimo incidente lunedì, un attacco missilistico ha preso di mira la Green Zone fortemente fortificata di Baghdad, area che ospita la maggior parte delle missioni diplomatiche straniere, inclusa l’ambasciata degli Stati Uniti.

Israele e Palestina

Il processo del premier israeliano Benyamin Netanyahu è stato aggiornato al 5 aprile, dopo le elezioni del 23 marzo. Lo hanno stabilito i tre giudici depositari del giudizio sul premier − accusato di corruzione, frode e abuso di potere − accettando la richiesta della difesa. Al tempo stesso i giudici − secondo i media − hanno respinto la richiesta, sempre della difesa, di cancellare il processo sulle presunte mancanze del Procuratore generale Avichai Mandelblit di non aver approvato per iscritto le indagini.

Le aree agricole palestinesi hanno subito danni per 1,5 milioni di dollari a causa della decisione di Israele di aprire le paratoie per l’acqua piovana. Secondo il ministero dell’Agricoltura palestinese nella Striscia di Gaza, Israele ha finora inondato quasi 700 dunum di terreno agricolo di cui 600 dunum (148 acri) a est di Gaza City e 100 dunam (24,7 acri) a est della città di Beit Hanoun.

La Repubblica Ceca, il Guatemala e l’Honduras, che hanno trasferito le loro ambasciate o uffici diplomatici a Gerusalemme, riceveranno vaccini contro il coronavirus da Israele. L’emittente pubblica israeliana Kann ha riferito ieri che i vaccini delle scorte di Israele sarebbero stati dati ai tre paesi. L’ufficio del primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha detto a Kann che dopo che diversi paesi hanno chiesto assistenza, Israele ha accettato di donare «una quantità limitata di vaccini che non venivano utilizzati». Secondo Gili Cohen, corrispondente diplomatico di Kann, un aereo è arrivato in Israele dall’Honduras ieri mattina per ricevere i vaccini. La Repubblica Ceca ha confermato di aver ricevuto una piccola spedizione israeliana, ha riferito Reuters.

Egitto

Le autorità egiziane hanno rilasciato ieri un professore universitario e attivista che ha trascorso circa un anno e mezzo in detenzione preventiva, ha dichiarato il suo avvocato. Hazem Hosny, professore di scienze politiche all’Università de Il Cairo, è tornato a casa sua il giorno dopo che un pubblico ministero aveva ordinato il suo rilascio condizionale. Hosny è stato liberato in attesa di un’indagine sulle accuse di aver diffuso notizie false ed essersi aggregato a un gruppo fuorilegge, ha detto il suo avvocato, Khalid Ali. Hosny era un portavoce della campagna presidenziale 2018 di Sami Annan, che ha servito come capo dello staff dell’ex presidente Hosni Mubarak. Hosny è stato arrestato nel settembre 2019 dopo aver partecipato ad alcune manifestazioni. A quel tempo centinaia di persone furono arrestate, ma molte furono poi rilasciate. Negli ultimi anni le autorità egiziane hanno lanciato un giro di vite ad ampio raggio sul dissenso, incarcerando migliaia di persone, principalmente islamisti, ma anche diversi noti attivisti laici.

Repubblica Democratica del Congo

È arrivato ieri sera a Roma il volo che riportava a casa le salme dell’ambasciatore Luca Attanasio e del carabiniere Vittorio Iacovacci, uccisi  durante un agguato insieme all’autista Mustapha Milambo. È invece illeso il terzo italiano che ieri viaggiava assieme all’ambasciatore e al carabiniere di scorta nel convoglio Onu attaccato in Congo. Rocco Leone, vice direttore del Pam nel paese, secondo quanto si apprende, è stato portato in ospedale per controlli subito dopo l’agguato ma non ha riportato alcuna ferita.

Intanto ribelli hutu ruandesi hanno negato, si legge su Al Jazeera, di essere dietro l’uccisione dell’ambasciatore italiano nella Repubblica Democratica del Congo e hanno invece accusato di responsabilità gli eserciti della RDC e del Rwanda. Un’unità dei Carabinieri, nel frattempo, è attesa nella RDC per indagare.

Niger

La commissione elettorale del Niger ha dichiarato il candidato del partito al governo, Mohamed Bazoum, vincitore del ballottaggio delle elezioni presidenziali. Bazoum si era assicurato il 55,75% dei voti espressi il 21 febbraio, battendo l’ex presidente Mahamane Ousmane che ne aveva ottenuto il 44,25%, come annunciato ieri da Issaka Souna, presidente della Commissione elettorale nazionale indipendente (CENI). Ieri mattina la campagna di Ousmane ha denunciato frodi diffuse, compreso il furto e il riempimento delle urne e minacce contro gli elettori, senza però fornire alcuna prova. Il presidente uscente Mahamadou Issoufou si è dimesso volontariamente dopo due mandati di cinque anni, aprendo la strada al primo passaggio di potere del Niger tra leader eletti dall’indipendenza dalla Francia nel 1960. Il paese, impoverito negli ultimi anni, ha lottato contro attacchi di gruppi armati che si sono estesi dal Mali a ovest e dalla Nigeria a sud-est. Il giorno delle elezioni, sette lavoratori locali del CENI sono rimasti uccisi quando il loro veicolo ha colpito una mina nella regione occidentale di Tillaberi.

Coronavirus: l’Irlanda resta in lookdown fino al 5 aprile. Israele: metà della popolazione vaccinata con una dose. Spagna: esteso il bando dei voli fino al 16 marzo da Gran Bretagna, Brasile e Sudafrica.

Malta

Il sicario reo confesso dell’omicidio della giornalista Daphne Caruana Galizia, Vince Muscat, dopo essersi dichiarato colpevole in aula è stato condannato a 15 anni di detenzione. Prima di emettere la sentenza, la giudice Edwina Grima ha chiesto a Muscat se intendesse ripensare la dichiarazione di colpevolezza. L’uomo, cha ha cominciato a collaborare con la giustizia nella primavera 2019, ha confermato che non ce n’era bisogno.

Grecia

Medici ospedalieri e personale marittimo sono in sciopero in Grecia per chiedere un aumento dei salari e indennità di disoccupazione, nonché la protezione dei loro “diritti sociali”, colpiti dalle misure del governo intese a far fronte alla pandemia. I battelli hanno gettato l’ancora nei porti della Grecia continentale a causa di uno sciopero di 48 ore, oggi e domani, su indicazione dell’Unione dei meccanici navali (Pemen), paralizzando i collegamenti marittimi con le isole, ha annunciato la polizia portuale.

Francia

Esplode la guerra fra bande di adolescenti in banlieue di Parigi, con due adolescenti uccisi in poche ore. Due notti fa la morte di Lilibelle, una quattordicenne che aveva tentato di interporsi fra coetanei che si picchiavano ed è stata pugnalata all’addome. Mentre nel pomeriggio di ieri la procuratrice ha fatto il punto sull’inchiesta, 60 giovani si affrontavano nella stessa zona. Un tredicenne, pugnalato alla gola, è rimasto ucciso.

Georgia

Migliaia di manifestanti hanno bloccato il viale principale della capitale georgiana Tbilisi, protestando contro l’arresto di Nika Melia, leader del principale partito di opposizione del paese. Le riprese televisive in diretta hanno mostrato Melia trascinato dal suo ufficio per essere posto in custodia cautelare ieri mattina. Centinaia di poliziotti antisommossa hanno usato gas lacrimogeni contro i suoi sostenitori accampati nell’edificio, mostrano le immagini trasmesse da Mtavari TV. Decine di sostenitori sono stati arrestati. Le riprese dagli uffici dell’UNM pubblicate dall’agenzia di stampa Sputnik Georgia hanno mostrato Melia barricato all’interno di una stanza con alcuni dei suoi sostenitori, mentre gli attivisti dell’opposizione si scontravano con la polizia per strada. La scorsa settimana un tribunale di Tbilisi ha stabilito di porre Melia − accusato di aver organizzato “violenze di massa” durante le proteste antigovernative nel 2019 − in custodia cautelare.

Afghanistan

Secondo un articolo di Vox, al presidente Biden sono state presentate tre opzioni su come porre fine alla guerra in Afghanistan o prolungarla. L’amministrazione Biden sta attualmente riesaminando l’accordo di pace tra Stati Uniti e talebani firmato l’anno scorso, che ha fissato il primo maggio come scadenza per il ritiro degli Stati Uniti.
La prima opzione è che il presidente Biden rispetti la scadenza e ritiri i restanti 2.500 militari dall’Afghanistan entro il primo maggio. La seconda opzione è cercare una proroga del termine attraverso negoziati con i talebani. La terza opzione è annullare l’accordo e rimanere in Afghanistan a tempo indeterminato.
Nell’articolo si legge che l’amministrazione Biden probabilmente sceglierà l’opzione due, citando funzionari ed esperti statunitensi anonimi che hanno parlato con Vox. Ma non è chiaro se i talebani abbiano interesse a negoziare un’estensione della scadenza, poiché il gruppo ha già fatto appello agli Stati Uniti per il ritiro. L’idea di un’estensione è quella di rimanere nel paese mentre i talebani e il governo afghano sostenuto dagli Stati Uniti raggiungono un accordo per porre fine ai combattimenti. Ma non si sa quanto tempo potrebbe richiedere o se un accordo potrebbe mai essere raggiunto. Da quando è stato firmato l’accordo USA-talebani, i talebani non hanno attaccato le forze statunitensi o della NATO, e nessun soldato americano è morto in combattimento in Afghanistan da un anno intero, per la prima volta dall’inizio della guerra. Ma tutto cambierà se gli Stati Uniti resteranno in Afghanistan senza il consenso dei talebani. Significherà un’escalation della guerra che dura da quasi 20 anni. Funzionari statunitensi hanno anche detto a Vox che la revisione da parte dell’amministrazione dell’accordo USA-talebani è quasi terminata e un annuncio è atteso a breve.

Intanto a Doha sono ripresi dopo settimane di stallo i colloqui intra-afghani.

Sempre in Afghanistan sono iniziate la vaccinazioni: le dosi di AstraZeneca inizialmente vanno ai membri delle forze di sicurezza, gli operatori sanitari e i giornalisti.

Stati Uniti

Durante la riunione del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, presieduta dal premer britannico Boris Johnson, il segretario generale dell’Onu ha detto che «dobbiamo intensificare i preparativi per le crescenti implicazioni della crisi climatica per la pace e la sicurezza internazionali. Gli sconvolgimenti climatici sono un amplificatore e un moltiplicatore delle crisi, e occorre fare molto di più per affrontare i rischi specifici che la crisi climatica pone per la pace e la sicurezza».

La moglie di El Chapo è stata arrestata e accusata di traffico di droga. Emma Coronel Aispuro, 31 anni, è stata detenuta all’aeroporto internazionale di Dulles, fuori Washington DC. È accusata di aver partecipato a una cospirazione per distribuire eroina, cocaina, metanfetamina e marijuana. Il marito Guzmán sta attualmente scontando l’ergastolo in Colorado per traffico di droga e riciclaggio di denaro. Il 63enne, ex capo del cartello di Sinaloa, secondo i funzionari era il più grande fornitore di droghe agli Stati Uniti. Ieri Coronel Aispuro è apparsa tramite collegamento video davanti a un giudice federale presso un tribunale di Washington DC e le è stato ordinato di rimanere in detenzione per il momento.

Ecuador

La polizia dell’Ecuador ha confermato che almeno 75 detenuti sono morti in conseguenza di rivolte tra gang rivali esplose ieri in tre carceri, quelle di Guayaquil, El Turi e Cotopaxi, si legge sul  sito del quotidiano El Comercio. Le autorità sono state in grado di «controllare e ripristinare l’ordine all’interno dei centri di detenzione» con l’aiuto di altri 800 agenti di polizia.

https://twitter.com/PoliciaEcuador/status/1364283693150449665

Colombia

Le uccisioni di leader dei diritti umani e le uccisioni di massa di civili stanno aumentando a un ritmo preoccupante in Colombia, secondo un rapporto delle Nazioni Unite pubblicato ieri. Il rapporto annuale delle Nazioni Unite sulla situazione dei diritti umani in Colombia ha rilevato che la violenza si sta “intensificando” in alcune aree rurali dove la presenza statale è debole e gruppi armati stanno combattendo per il controllo territoriale in seguito alla smobilitazione dei ribelli delle Forze armate rivoluzionarie della Colombia (FARC) nel 2016 gruppo.

https://twitter.com/UNHumanRights/status/1338783251381579776

Secondo il rapporto delle Nazioni Unite, almeno 133 difensori dei diritti umani sono stati assassinati in Colombia nel 2020, con un aumento del 23% rispetto al 2019. Le Nazioni Unite hanno anche registrato lo scorso anno 76 massacri in tutto il paese, definiti come eventi in cui tre o più civili vengono giustiziati contemporaneamente. Il numero di massacri registrati è stato «quasi il doppio» del numero del 2019 ed è stato il numero più alto dal 2016, ha affermato Juliette de Rivero, rappresentante dell’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani in Colombia. Il rapporto sarà presentato giovedì al Consiglio dei diritti umani a Ginevra dall’Alto commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani Michelle Bachelet.

Rischiare la vita in Colombia

Nepal

Con una mossa controversa il governo nepalese ha proposto una nuova legge che richiederebbe alle donne di chiedere il permesso ai loro tutori maschi e ai reparti del governo locale prima di poter viaggiare nei paesi del Golfo o in Africa una prima volta. La legge, proposta all’inizio di questo mese, si rivolge alle donne di età inferiore ai 40 anni che desiderano recarsi in quei luoghi per lavoro, affari o piacere. Il governo insiste che la legge impedirebbe il traffico e gli abusi sulle donne.

La proposta di legge ha suscitato un grande clamore tra le donne e gli attivisti per i diritti umani, che affermano che la legge viola i diritti delle donne nepalesi e riflette la mentalità patriarcale del paese. Avvertono anche che potrebbe costringere le donne a un lavoro più rischioso e senza documenti, aumentando invece il pericolo di tratta e abusi. Centinaia di donne si sono riunite al Maitighar Mandala, un monumento a Kathmandu, il 12 febbraio per protestare contro la legislazione proposta come parte di una marcia delle donne per evidenziare questioni di stupro, abuso e diritti delle donne nel paese a maggioranza indù.

Mohna Ansari, ex commissario della Commissione nepalese per i diritti umani, ha ribadito: «Le donne hanno gli stessi diritti degli uomini. La legge proposta è contro la Costituzione e la Convenzione delle Nazioni Unite sull’eliminazione di tutte le forme di discriminazione contro le donne (CEDAW)». Ha poi chiesto: «Se le donne non sono protette all’interno del paese, come possono essere al sicuro all’estero?».

Il governo ha affermato che la proposta si applica solo alle donne vulnerabili e non è stata finalizzata.

Un rapporto preparato dalla Commissione nepalese per i diritti umani nel 2019 ha stimato che circa 1,5 milioni di persone rischiano di essere vittime di tratta. Si stima inoltre che nel 2018 siano stati trafficati 15.000 uomini, 15.000 donne e 5.000 minori. La maggior parte di loro è stata portata nelle nazioni del Golfo e in Medio Oriente. Le donne nepalesi portate nei paesi del Golfo per lavoro, comprese le lavoratrici domestiche, sono state spesso sfruttate. Gli attivisti per i diritti sottolineano che, poiché i trafficanti prendono di mira le vittime di entrambi i sessi, qualsiasi modifica legale proposta dovrebbe riguardare sia uomini che donne.

Indonesia

Le autorità di Pematangsiantar, nel nord di Sumatra, hanno accusato quattro operatori sanitari maschi di blasfemia dopo aver presumibilmente violato le usanze islamiche facendo il bagno a una paziente Covid-19 deceduta che non era mahram (parente inequivocabile, di solito i familiari diretti e il marito). L’Islam stabilisce che alle donne non è permesso esporre il loro aurat (termine islamico per parti del corpo che dovrebbero essere coperte per motivi di modestia) a uomini che non sono il loro mahram. Lo stesso vale per il rituale del bagno pre-sepoltura delle donne defunte, che può essere eseguito solo da coloro che sono  mahram del defunto.

Nel settembre 2020, i quattro operatori sanitari − due infermieri e due membri del personale forense che lavorano in un ospedale statale − hanno fatto il bagno alla paziente Covid-19 deceduta di 50 anni in assenza dei suoi familiari e delle dipendenti di sesso femminile in quel momento. La famiglia del defunto ha quindi presentato una denuncia alla polizia contro i quattro operatori sanitari, che sono stati inizialmente accusati di «non fornire servizi medici in conformità con gli standard della professione e le procedure operative standard» ai sensi della legge sulla pratica medica indonesiana, che è punibile fino a un anno in prigione. Come confermato ieri dal portavoce della polizia di North Sumatra, Hadi Wahyudi, dopo ulteriori indagini sul caso la polizia li ha anche accusati di blasfemia ai sensi del codice penale (KUHP), che è punibile fino a cinque anni di carcere.

L’Indonesian Ulema Council (MUI), il più alto organo ecclesiastico del paese, ha sostenuto le accuse poiché l’organizzazione ha emesso una fatwa (editto religioso) nel 2020 in cui si afferma che le leggi islamiche devono essere osservate nel trattamento dei pazienti Covid-19.

Myanmar

I ministri degli esteri dei paesi del G7 hanno «condannato con fermezza» le violenze dell’esercito sui manifestanti e chiedono con urgenza «il rispetto dei diritti umani e della legge internazionale». «L’uso di proiettili contro persone indifese è inaccettabile. Chiunque risponda con violenza a proteste pacifiche deve renderne conto», si legge nel comunicato firmato da Stati Uniti, Canada, Francia, Germania, Gran Bretagna, Italia e Giappone.

Il governo della Malaysia ha annunciato di aver rimpatriato oltre 1.000 cittadini del Myanmar  nonostante la sentenza dell’Alta Corte di Kuala Lumpur che ne aveva bloccato temporaneamente l’espulsione. Sono stati rimpatriati a bordo di tre navi del Myanmar. Il tribunale di Kuala Lumpur aveva deciso lo stop temporaneo del controverso piano per espellere 1.200 detenuti birmani nel loro paese d’origine devastato da forti tensioni dopo il colpo di Stato militare dei primi di febbraio. L’Alta Corte malese, su richiesta di Amnesty International e Asylum Access, aveva stabilito che i rimpatri non dovessero avvenire, per il momento, e aveva convocato una nuova udienza per oggi.

Filippine

Le forze filippine hanno arrestato nove donne imparentate con i comandanti e militanti di Abu Sayyaf nel sud che avrebbero potuto essere «potenziali attentatrici suicide», hanno detto i militari ieri. Le donne sono state catturate venerdì durante le incursioni nelle case in tre città nella provincia a maggioranza musulmana di Sulu, ha detto il tenente generale Corleto Vinluan Jr, a capo del comando militare di Mindanao occidentale. La provincia meridionale è la roccaforte di Abu Sayyaf, nota per rapimenti, decapitazioni e attentati con riscatto. Le truppe hanno anche sequestrato parti di bombe, comprese batterie, funi detonanti, sospetta polvere esplosiva e olio, un tubo di ferro e chiodi, insieme a una granata, cellulari, zaini e uno schizzo di un’area che avrebbe potuto subire un attentato. Tra le arrestate ci sono tre figlie e una sorella di Hatib Hajan Sawadjaan, il leader di Abu Sayyaf che è stato ferito in uno scontro a fuoco con le truppe nel luglio dello scorso anno ed è morto pochi giorni dopo nell’entroterra montuoso al largo della città di Patikul a Sulu. Poche settimane dopo la morte di Sawadjaan, due vedove di militanti di Abu Sayyaf hanno fatto esplodere separatamente bombe in attacchi suicidi che hanno ucciso 14 persone, inclusi soldati, e ne hanno ferite altre 75 nella città di Jolo a Sulu.

I militari dissero allora che gli attentati, i peggiori attacchi estremisti nel paese dello scorso anno, potessero essere stati inscenati da Abu Sayyaf per vendicare la morte di Sawadjaan, che si credeva fosse stato designato dal gruppo dello Stato Islamico come suo leader nelle Filippine meridionali. Gli Stati Uniti e le Filippine hanno inserito separatamente nella lista nera Abu Sayyaf, che è stato notevolmente indebolito da anni da offensive militari, defezioni, ma rimane una minaccia per la sicurezza nazionale.

Cina

La Cina si oppone con forza e presenta proteste formali al Canada contro la mozione approvata dalla Camera dei Comuni che definisce “genocidio” le politiche di Pechino nello Xinjiang, insieme alla richiesta di ritiro dei Giochi olimpici invernali di Pechino 2022. «I fatti hanno dimostrato che non c’è genocidio», ha affermato il portavoce del ministero degli Esteri Wang Wenbin, secondo cui si tratta di «una bugia inventata dalle forze anti-cinesi, una ridicola farsa per diffamare la Cina. Secondo la Cina, la palese politicizzazione dello sport di alcuni politici canadesi viola lo spirito delle Olimpiadi e danneggia gli interessi degli atleti».

Intanto la Cina ha detto che accoglierà il capo dei diritti umani dell’Onu in visita nella regione. I gruppi per i diritti umani e gli esperti dei diritti delle Nazioni Unite hanno affermato che almeno 1 milione di musulmani appartenenti a minoranze etniche sono detenuti arbitrariamente in enormi campi di internamento. La Cina ha negato le affermazioni, dicendo che stava invece adottando misure per combattere l’estremismo e fornire formazione professionale. A gennaio gli Stati Uniti hanno accusato la Cina di «genocidio e crimini contro l’umanità» per il trattamento degli uiguri e di altri gruppi di minoranze etniche nello Xinjiang, citando reclusione, tortura e lavoro forzato.

Le preoccupazioni per il lavoro forzato nello Xinjiang sono state un grosso ostacolo per la Cina e l’Unione Europea nel raggiungimento di un accordo globale preliminare sugli investimenti. Durante la 46° sessione del Consiglio per i diritti umani delle Nazioni Unite, Wang ha detto che «le questioni relative allo Xinjiang» riguardavano tutte la «lotta al terrorismo e al separatismo», aggiungendo che non c’era stato un caso di attacco terroristico segnalato nello Xinjiang negli ultimi quattro anni.

Hong Kong

Hong Kong chiederà requisiti “patriottici” a parlamentari e consiglieri distrettuali con un giuramento, per rimarcare il sostegno alla Basic Law, la costituzione locale, e la fedeltà al governo della città e di Pechino. Il segretario per gli Affari costituzionali e continentali di Hong Kong, Erick Tsang, spiegando la misura ha detto che chi la violerà sarà escluso.

Australia

Facebook ha annunciato ieri la revoca «nei prossimi giorni» del blocco ai contenuti di attualità in Australia, avendo il governo australiano accettato di modificare la legge volta a costringere i giganti della tecnologia a pagare i media per la ripresa delle loro notizie. Il ministro delle Finanze australiano Josh Frydenberg e l’amministratore delegato di Facebook Australia, Will Easton, hanno detto di aver trovato un compromesso su uno dei punti chiave di questo testo a cui i giganti statunitensi del settore sono ferocemente contrari.

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