Cellule staminali ombelicali: perché conservarle?

Scritto da in data Giugno 18, 2021

Conservare il sangue del cordone ombelicale è un gesto solidale e utile per la salute. Purché ci si rivolga alle strutture pubbliche, evitando le lusinghe delle banche private. Ecco perché…

Lo spunto per parlare di sangue cordonale viene da un articolo di Maria Cristina Valsecchi (si segnala anche il blog in cui lei e Valentina Murelli approfondiscono temi legati alla salute della donna e del bambino).

Di cosa si tratta e perché è importante?

All’interno  del cordone ombelicale scorrono due arterie e una vena, che nutrono e ossigenano il bambino durante la gravidanza, eliminando gli scarti del metabolismo.

Il sangue del cordone è ricco di cellule staminali emopoietiche, in grado di produrre i diversi componenti del sangue − globuli rossi, globuli bianchi e piastrine − e quindi prezioso per pazienti oncologici o affetti datalassemia e altre forme gravi di anemia.

Per questo dagli anni ’90 se ne promuove la raccolta: i campioni vengono esaminati e, se  risultano adeguati, congelati e conservati in una banca del servizio sanitario pubblico, gestita in Italia dal Centro Nazionale Sangue.

In Italia questa forma di donazione è consentita, e gratuita, mentre è possibile utilizzare direttamente il sangue donato solo in particolari situazioni.

Chi vuole conservarlo per uso personale dovrebbe rivolgersi a una delle tante banche private all’estero. Ha senso farlo? In realtà no, per il costo e per i rischi che questo comporta: pensiamo solo al recente fallimento di una delle maggiori banche commerciali europee, la Cryo-Save.

Le banche private inoltre tendono a congelare tutti i campioni raccolti senza la certezza che siano utilizzabili (da tenere conto che nel 2019 in Italia sono risultate utilizzabili solo 546 delle oltre 9mila sacche di sangue cordonale donato alle banche pubbliche). Ma soprattutto, molte delle malattie trattabili con un trapianto di staminali sono congenite, o potenzialmente presenti già alla nascita: le cellule contenute nel sangue del cordone potrebbero essere portatrici del difetto responsabile della malattia.

Secondo dati del Consiglio d’Europa, si contano in tutto il mondo solo 200 trapianti di campioni conservati da banche private contro circa 35mila trapianti da donatore non familiare attraverso la rete internazionale di banche pubbliche.

In copertina: Foto di skylarvision da Pixabay

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