Il respiro del sub

Scritto da in data Marzo 26, 2020

 

Una giovane azienda bresciana, salita agli onori della cronaca qualche giorno fa per avere realizzato con stampante 3D una valvola per respiratori richiesta dagli ospedali in emergenza, mette in opera l’idea di un medico italiano: adattare una nota maschera da sub alle esigenze dei malati di coronavirus.
Musica: “Breathe” di Midge Ure.

L’epidemia di Covid-19 ha messo tutti di fronte a una verità inconfutabile: non eravamo pronti. Nessun paese lo era, neppure i meglio organizzati. Perché, per quanto di questo specifico coronavirus sappiamo ancora poco – e si stanno studiando modi e farmaci per poterlo sconfiggere –, l’emergenza è quella di assistere le persone che ne sono colpite in maniera più grave.

Valvole per respiratori con la stampante 3D

Il problema è sempre lo stesso: mancano i respiratori per i ricoverati e i materiali di protezione per chi opera negli ospedali e a contatto con i contagiati. Molte aziende si sono date da fare, riconvertendo la propria produzione e iniziando così a realizzare parti meccaniche, mascherine, disinfettanti e tutto il materiale occorrente, ognuna secondo le proprie conoscenze e possibilità.
Tra loro, c’è la startup bresciana Isinnova, la quale, rispondendo a una richiesta dell’Ospedale di Chiari (BS), uno tra i più colpiti dall’emergenza, si è resa disponibile per realizzare delle valvole per i respiratori.
La startup ha provveduto a produrre un modello di valvola – nello specifico si tratta di una valvola di ritegno ad ugello di tipo “Venturi” –, utilizzando:
– una stampante 3D
– una resina fotosensibile
– un polimero caricato con alluminio.
Collaborando poi con un’altra grande azienda del territorio, la startup ha potuto realizzare un numero elevato di valvole in breve tempo e rifornire velocemente le strutture ospedaliere.

Una maschera da sub per l’emergenza

Partendo proprio da questa esperienza i progettisti e gli ingegnerei di Isinnova hanno abbracciato l’idea di un medico italiano che li ha contattati per proporre loro un progetto molto interessante: convertire una maschera da sub in un respiratore da impiegare in emergenza nella terapia sub-intensiva.
Il dottor Renato Favero, ex primario dell’Ospedale di Gardone Val Trompia (BS), ha quindi affiancato i progettisti della startup.
È stata individuata per il progetto la maschera da sub Easybreath, prodotta da Decathlon, il noto modello utilizzato per fare snorkeling. Avuto l’ok e la collaborazione anche dell’azienda produttrice, è stato dato il via alla realizzazione del prototipo.
Le modifiche studiate sulla maschera hanno consentito di adattarla per il nuovo impiego e per renderla operativa come respiratore è stata disegnata e stampata in 3D un’apposita valvola, battezzata valvola Charlotte, il componente che serve per il raccordo al respiratore.
I test sul prototipo, sia in azienda sia in ospedale, hanno dato esito positivo e ora la maschera potrà essere utilizzata per situazioni emergenziali in mancanza di strumenti medicali certificati.

Brevettato il progetto ma componenti non certificati

La nuova maschera e la valvola sono state brevettate, ma tale brevetto è lasciato da Isinnovia a uso libero.
Tuttavia – ribadisce l’azienda – non si tratta di una soluzione certificata. Tant’è che – spiegano gli ideatori – il suo utilizzo deve essere sottoposto all’accettazione da parte del paziente attraverso la firma di una dichiarazione.
È comunque una soluzione utile, pensata per affrontare uno stato di emergenza da parte di strutture che si trovano in grandi difficoltà. Una situazione che in queste settimane si è resa, purtroppo, fin troppo attuale.
Al momento la startup sta lavorando alla modifica di centinaia di maschere da sub che sono state donate per essere trasformate in respiratori. Si deve trattare però di maschere nuove, che non devono essere mai state usate.

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