“Questo giorno che incombe” di Antonella Lattanzi
Scritto da Le Funambole in data Marzo 4, 2021
A cura di Federica Paoli.
Un quartiere pieno di sole e di alberi a Roma, a due passi dal mare, un piccolo cosmo circoscritto, tratteggiato quel tanto che basta per farcelo immaginare nitidamente, lasciandoci al tempo stesso la possibilità di avvicinarlo a qualcosa che conosciamo, a quelle vie, quelle strade nelle quali anche noi abbiamo vagheggiato almeno una volta di trasferirci.
Al centro di questo quartiere luminoso ci sono un condominio, una casa. E poi c’è Francesca, giovane donna felice, realizzata, ancora bella ma già abbastanza matura da essere una donna che emana consapevolezza di sé e presa sul mondo. Al suo fianco ci sono Massimo, il marito, e le figlie Angela ed Emma. Una famiglia felice che improvvisamente perde il suo nucleo brillante di gioia e si avvia verso una oscurità sempre più stringente e asfissiante. Una felicità che si vena di crepe sempre più grandi e finisce con l’infrangersi.
Questo è il nucleo centrale di “Questo giorno che incombe”, romanzo di Antonella Lattanzi uscito a gennaio 2021 per HarperCollins. È un romanzo costruito perfettamente: la trama ha incastri, imprevisti e conferme tutti al punto giusto, ma quel che risuona pagina dopo pagina è la voce di questo romanzo, che non è tanto – o non solo – la voce della sua protagonista, ma quella di una donna che fa i conti con il fatto che la felicità che avevamo immaginato e provato a costruire non può essere raggiunta.
Cosa resta in mano a una donna, a una moglie, a una madre che sta perdendo il contatto con sé stessa? Le restano solo le voci: le voci nella propria testa, i sussurri dei vicini e la voce della propria casa. Una vicenda drammatica – la sparizione di una bambina coetanea di Angela – amplifica e dà risonanza a uno stato emotivo che è però già profondamente incrinato.
“Questo giorno che incombe” è un romanzo sulla solitudine, sul fare i conti quando i conti dei sogni non tornano, ma è anche un romanzo sugli errori delle madri, che a volte sono perdonabili e altre volte no.
«Le altre madri sanno tutto, forse. Io non so niente. Se le altre madri sono come me, non sanno niente. Una madre non sa niente».
Copertina: Pixabay License
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