Sara Giudice: “Senza giri di boa”
Scritto da Valentina Barile in data Dicembre 16, 2022
Venti giornaliste raccontano storie di resistenza femminile e di come l’andare insieme verso le grandi battaglie possa cambiare la vita di ciascuna. Valentina Barile ne parla su Radio Bullets con Sara Giudice − giornalista inviata di Piazza Pulita – e il libro a più voci Senza giri di boa, ed. PaperFirst.
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Diritti
La legge sulla parità salariale entrata in vigore il 5 novembre 2021 comporta una serie di modifiche e integrazioni al Codice sulle Pari Opportunità tra uomo e donna, con particolare attenzione all’ambito lavorativo. Ma perché anche il diritto al lavoro, garantito dall’articolo 4 della Costituzione, deve essere una questione di genere? Sara Giudice: «Gli uomini, in media, percepiscono il 20% di stipendio in più. Durante la pandemia le donne hanno avuto la peggio, sono state loro, in massa, a doversi licenziare perché il lavoro di cura è perlopiù affidato alle donne. Il 98% di chi ha perso il lavoro in pandemia è donna, quindi sì, è una questione di genere dentro un mercato del lavoro che è già fragile e precario. Le donne hanno la peggio e le donne, quindi, devono essere maggiormente protette».
Unione
Elisabetta Franchi tempo fa ha dichiarato che, per la copertura di ruoli importanti, nella sua azienda assume donne over 40 «che hanno fatto i giri di boia e lavorano h24» per una migliore continuità lavorativa. Non è questo un caso di donne nemiche di altre donne? Sara Giudice: «Noi rifiutiamo la narrazione delle donne nemiche di altre donne, è stata una favoletta che ci hanno raccontato per troppo tempo per metterci le une contro le altre. Chi sono i nemici? Be’, chi ha una concezione del lavoro come lavoro sfruttato, come lavoro precario, come lavoro sottopagato: questi sono i nemici delle donne; chi non riconosce i diritti, chi non riconosce l’uguaglianza e, soprattutto, chi crede che un mercato del lavoro sano sia un mercato del lavoro che annulla del tutto la vita privata di una persona. Ecco, noi rifiutiamo fortemente il modello Franchi che si basa sull’h24, sei a mia disposizione h24. Ecco, nessun lavoro può essere h24 perché questo toglie dignità alla persona, quindi non importa che sia stata una donna a pronunciarlo – certo, ci fa ancora più soffrire −, ma il punto è che non può esistere un lavoro che ti toglie il tempo della vita».
Forza
Dare voce a chi non ha voce, raccogliere le storie di Concetta, Loredana, Silvia e tante altre vuol dire costruire un’unica voce che chiede ascolto, protezione, rappresentanza. Sara Giudice conclude su Radio Bullets: «Non può esistere dissenso senza tutele − il ruolo del sindacato un tempo era proprio questo − e poter raggruppare le istanze, le eventuali discriminazioni dei lavoratori che in gruppo potevano, come dire, avere anche le giuste tutele. Oggi manca un mercato del lavoro che possa dare garanzia alle donne e dunque, all’interno di questa fragilità e di questa fluidità dove, chiaramente, il dissenso viene in qualche modo schiacciato, le donne hanno paura, paura di denunciare, di farsi sentire e di rivendicare i propri legittimi diritti. Per questo, probabilmente, in tantissime ci hanno scritto, perché in tantissime hanno potuto avere voce e abbiamo così potuto mettere una luce dentro una strada buia e troppo poco raccontata».
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