Senegal: bocciato il rinvio delle elezioni

Scritto da in data Febbraio 16, 2024

Il consiglio costituzionale del Senegal boccia il rinvio delle elezioni presidenziali. Ha deliberato infatti che la legge 4/2024 che rinvia la consultazione – adottata dall’Assemblea Nazionale il 5 febbraio il giorno in cui la polizia è entrata in parlamento e ha portato via i membri l’opposizione – deve essere abrogata perché viola la Costituzione.

Secondo il Consiglio, le elezioni non potranno essere il 25 febbraio, visti i ritardi nel processo elettorale dovuti agli accadimenti delle ultime due settimane, ma nello stesso tempo non possono essere il 15 dicembre: le elezioni devono essere riprogrammate il prima possibile.

La decisione del Consiglio Costituzionale

Il 15 febbraio verso le nove di sera, il Consiglio Costituzionale ha emesso una decisione (n. 1/C/2024) rispetto alla legge n. 4/2024. La legge del 5 febbraio proponeva lo spostamento delle elezioni presidenziali dal 25 febbraio (come stabilito) al 15 dicembre 2024, per poter garantire “elezioni libere, trasparenti e inclusive, in un Senegal pacifico e riconciliato”, secondo l’attuale presidente del Senegal Macky Sall.

Sall sarebbe quindi rimasto in carica fino alla data delle elezioni, mentre il suo mandato è in scadenza il 2 aprile.

Ma la legge 04/2024 andava a toccare le disposizioni dell’articolo 31 della Costituzione del Senegal. Nello specifico, l’articolo 31 fissa il periodo durante il quale si tengono le elezioni e ha lo scopo di fare rispettare l’articolo 27 relativo alla durata e al numero di mandati del presidente – che è protetto dall’articolo 103 che istituisce una clausola di eternità esplicita.

“La forma repubblicana dello Stato, la modalità di elezione, la durata e il numero di mandati consecutivi del presidente della Repubblica non possono essere oggetto di revisione”.

Per questo motivo, la legge è dovuta passare al Consiglio Costituzionale, che ha come competenza il controllo della costituzionalità delle leggi.

Il Consiglio ha deliberato che la legge 4/2024 deve essere abrogata in quanto incostituzionale, perché viola gli articoli 27 e 103 della Costituzione, che prevedono la durata del mandato del presidente del Senegal e la sua intangibilità.

Secondo la Costituzione, la durata del mandato del Presidente non può essere ridotta o prolungata a seconda delle circostanze politiche e la durata delle elezioni non può essere rinviata oltre la durata del mandato.

La legge impugnata dal Consiglio Costituzionale introduce nella Costituzione norme il cui carattere temporaneo e personale è incompatibile con il carattere permanente e generale di una norma costituzionale.

“Considerando, tuttavia, che ‘spostando’ la data dell’elezione del Presidente della Repubblica al 15 dicembre 2024 e disponendo che ‘il Presidente in carica continua le sue funzioni’ fino all’insediamento del suo successore, la legge impugnata prolunga la durata del mandato del Presidente della Repubblica oltre i 5 anni“, si legge nel documento pubblicato dal Consiglio.

“Le legge impugnata è contraria alle disposizioni degli articoli 27 e 103 della Costituzione e al principio costituzionale della sicurezza giuridica e della stabilità della istituzioni” e quindi “le elezioni presidenziali sono state ingiustamente rinviate“. La corte chiede così la continuazione del processo elettorale e, “se necessario, la modifica della data delle elezioni presidenziali per tenere conto del conteggio dei giorni persi in campagna elettorale”.

Resta l’interrogativo: quando saranno le elezioni?

Liberazione delle prigioniere e dei prigionieri politici

Nel frattempo giovedì 15 febbraio sono stati liberati alcuni prigionieri politici appartenenti alla società civile e attivisti Pastef, partito disciolto del leader Ousmane Sonko, arrestati tra marzo 2021 e giugno 2023. E le liberazioni continuano mentre scriviamo.

Tra loro, Aliou Sané, giornalista e attivista, coordinatore del movimento cittadino “Y’en a marre” e coordinatore della piattaforma F24Toussaint Manga, ex deputato di Pastef; Djamil Sane, sindaco di Parcelles Assainies a Dakar; Cheikh Oumar Diagne, professore e leader politico che aveva dichiarato la volontà di candidarsi alle elezioni presidenziali; Abdou Karim Guéye, attivista politico; Pape Abdoulaye Touré, attivista in carcere da giugno 2023, torturato e picchiato e che ha riportato fratture alle braccia e alle gambe.

E ancora: Seydou Diallo di Pastef; Fadilou Keïta, coordinatore del tour di Ousmane Sonko; Cheikh Omar Bamba Diop, coordinatore del Modap – Movimento Doomu Dara Patriote, una struttura religiosa interna a Pastef; Bilal Diatta, sindaco di Keur Massar – Dakar e appartenente a Pastef; Yarga Sy, arrestato perché accusato di aver ferito Ousmane Sonko a marzo 2023, e Vito Der Diouf, militante di Pastef. Anche Oustaz Assane Seck, predicatore nella Sen TV; il rapper Nit Dof, e rappeur Nit Dof, Cheikh Omar Bamba Diop (ex-Pastef), Fadilou Keita (ex-Pastef). Vito Master Diouf, Siir Tige Yam, Babacar Mbaye Samb (ex-Pastef)

 

Tra le donne, Amy Dia, liberata dopo 18 mesi di prigione, arrestata con l’accusa di essere nelle forze speciali e avere mandato 45mila CFA (meno di 70 euro) per l’organizzazione di una manifestazione autorizzata.

Durante una conferenza stampa tenuta giovedì mattina dal collettivo dei “Detenuti Politici” appena liberati, Seydi Gassama, direttore esecutivo di Amnesty International in Senegal, ha assicurato che la giustizia ha “le modalità e i mezzi per liberare i detenuti senza potere attraverso una legge di amnistia”.

“Tutti coloro che sono stati processati sono stati puramente e semplicemente assolti. Nessuno è stato giudicato colpevole”, ha insistito Pape Fara Ndiaye, vice coordinatore del collettivo ed ex detenuto, assicurando che non meno di mille detenuti politici sono ancora in carcere.

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