Ucraina, la conferenza stampa da record
Scritto da Julia Kalashnyk in data Ottobre 16, 2019
Accusato più volte di evitare di parlare con giornalisti, il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha fatto la mossa del cavallo. Il 10 ottobre l’ex comico ha partecipato a una vera e propria maratona mediatica durata 14 ore, dove ha risposto a più di 500 domande di 300 giornalisti ucraini e stranieri.
L’approccio non convenzionale anche questa volta, che ormai contraddistingue il Ze!presidente. Ha invitato i giornalisti a un’insolita conferenza stampa nel food court più trendy di Kyiv. Ad una tavola apparecchiata con hamburger, Coca-Cola e pizza, Zelensky rispondeva alle domande di giornalisti, in un formato che ricordava più una chiacchierata a tavola con degli amici che una conferenza stampa classica. Divisi in 7-10 persone, i giornalisti si sedevano accanto al presidente a rotazione, 30 minuti circa di tempo per ogni gruppo.
“Se sia stato efficace o meno – me lo direte voi. Mi è stato detto che c’era poco contatto tra me e giornalisti, un vuoto. Alcuni hanno detto che non me ne intendo di nulla, altri che non so parlare, altri ancora che avevo paura di qualcuno“, così ha commentato il neopresidente la necessità di aprire un lungo dialogo con i giornalisti.
C’è da dire che in questi ultimi mesi la stampa ucraina, in domanda di trasparenza e in difesa del corso democratico del Paese, gli aveva dichiarato la guerra. Poca comunicazione con giornalisti in generale, poche risposte alle domande scomode, conferenze stampa lampo: queste sono le accuse mosse al presidente. Ad aggravare l’immagine mediatica di Zelensky è il comportamento recente della sua segretaria stampa Yuliya Mendel. La donna avrebbe più volte spinto e trascinato via i giornalisti dal presidente, un comportamento non apprezzato dalla comunità giornalistica ucraina che ha sollevato un dibattito pubblico molto acceso.
Another video in which @ZelenskyyUa's spokesperson @IuliiaMendel is pushing a @radiosvoboda @cxemu correspondent Serhiy Andrushko who was trying to ask the president a question – i.e. he was doing his job.
Again, this is very not cool, @IuliiaMendel.pic.twitter.com/yh5rZ5yEac
— Alex Kokcharov (@AlexKokcharov) September 27, 2019
E poi Volodymyr Zelensky si è deciso. Lo aspettavano tantissime domande, soprattutto sui temi caldi come la conversazione telefonica con Trump, le elezioni locali nelle regioni di Donetsk e Luhansk, chiarimenti sulla formula di Steinmeier e i sui rapporti stretti con l’oligarca Ihor Kolomoysky.
Durante la “maratona stampa” il presidente ho sottolineato che la sua missione principale è porre fine alla guerra in Donbas.
Non si sono fatte attendere le critiche. I giornalisti hanno saputo della conferenza stampa pochi giorni prima, dunque mancava il tempo per prepararsi in maniera adeguata. Di conseguenza i giornalisti ripetevano quasi sempre le stesse domande. Alcuni hanno sottolienato che l’ex-comico evitava domande scomode o rispondeva vagamente. C’è chi l’ha accusato di essere stato troppo scherzoso e poco serio, dato che i giornalisti cercavano di ottenere le risposte a domande importanti.
“Che maratona sia. 14 ore di comunicazione con la stampa, con trecento giornalisti. Si dice che ci fossero oltre 500 domande, che riguardavano i temi più importanti. Ho risposto a tutte. Ad alcune probabilmente non come avrebbe voluto qualcuno, pero con franchezza e sincerità. Parlando in tutta onesta è stato stancante. Ma sono grato ai giornalisti e a tutti gli spettatori che mi hanno sostenuto. Ce l’abbiamo fatta insieme!”. Con questo messaggio su Facebook Volodymyr Zelensky ha chiuso quella che è stata la conferenza stampa record del mondo per la sua durata.
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