5 settembre 2019 – Notiziario

Scritto da in data Settembre 5, 2019

Venezuela: allerta arancione. Guatemala: imposto lo stato di emergenza, dopo l’uccisione di tre soldati. Stati Uniti: Youtube paga una multa di 170 milioni per aver raccolto dati su minori. Turchia: Erdogan vuole armi nucleari. Israele sogna di attaccare l’Iran e credo che gli Stati Uniti lo lascerebbe fare. Egitto: il figlio del defunto presidente Morsi, come il padre muore per un improvviso attacco di cuore 78 giorni dopo (in copertina). Afghanistan: scettica l’amministrazione Ghani sull’accordo di pace americano talebano.
Questo e molto altro nel webnotiziario di Radio Bullets, a cura di Barbara Schiavulli. Musiche di Walter Sguazzin

Venezuela

E’ allerta arancione, il presidente Maduro ha messo in allerta l’esercito ritendendo possibile un’aggressione da parte della vicina Colombia. Esercitazioni militari lungo il confine.
Intanto anche i militari americani sembrano aver preso posizione, già presenti in Colombia, Brasile, Puerto Rico, ora è stato registrato un dispiegamento nella povera nazione della Guyana, la prima volta in un decennio. Il paese si trova sulla costa atlantica settentrionale e confina con il Venezuela ad ovest, di fatto circondando il Venezuela lungo i confini.

Turchia

La prima fabbrica di birra rischia di essere demolita dopo che la proprietà è stata trasferita alla più alta autorità religiosa del paese, che ha deciso di costruire una moschea e un posteggio al suo posto. La defunta fabbrica Bomonti venne costruita alla fine dell’era ottomana e diede il nome al quartiere di Istanbul dove si trova dal 1890. E’ registrato come un sito storico dal Consiglio per la conservazione della città. La demolizione di strutture storiche per far spazio allo sviluppo urbano di Istanbul fa arrabbiare i residenti. I piani per la costruzione di un centro commerciale sul parco di Gezi nel centro città nel 2013 scatenarono proteste di massa represse nel sangue.

E il presidente turco Erdogan si chiede perché anche loro non debbano avere armi nucleari e di sicuro non accettano che a dirgli che non possono averle, siano nazioni nuclearizzate. La Turchia ha però firmato il trattato di non proliferazione del nucleare nel 1980 e ha anche firmato nel 1996 il trattato per il bando dei test nucleari che impedisce per qualsiasi motivo le detonazioni nucleari. Erdogan dice che vuole per la turchia la stessa protezione che ha Israele.

Siria

La Rete siriana per i diritti umani (SNHR) ha riferito che oltre 98 mila siriani sono vittime di scomparse forzate dall’inizio del conflitto siriano nel 2011. La maggioranza delle persone sarebbero state prese dal regime. In un rapporto afferma di aver documentato la scomparsa di quasi 1000 mila persone. Le Nazioni Unite definiscono la scomparsa forzata come l’arresto, la detenzione o il rapimento seguito dal rifiuto di rivelare il loro destino, il luogo dove si trovano o di riconoscere la privazione della libertà, che pone queste persone al di fuori della protezione della legge.

Israele vs Iran

Gli israeliani starebbero considerando di attaccare l’Iran convinti che Trump non si opporrà all’intervento. Il quotidiano NY Times la definisce “la storia segreta della spinta per colpire l’Iran”, ma non è certo un segreto che i falchi israeliani e statunitensi stiano desiderando una guerra con l’Iran da decenni. Cercare di pilotare la narrativa di guerra è una priorità per i falchi e articoli recenti suggeriscono che il governo Netanyahu stia ancora una volta attivamente considerando di attaccare unilateralmente l’Iran senza il permesso degli Stati Uniti. Nella storia recente, la politica degli Stati uniti è stata quella di ignorare varie aggressioni israeliane o di appoggiarle apertamente a livello internazionale. Funzionari israeliani avevano motivo di credere che il presidente Obama avrebbe resistito, come per l’attacco nel 2012 pianificato contro l’Iran e poi non attuato. Il tempismo è la chiave per qualsiasi attacco imminente. Israele deve affrontare le elezioni in due settimane e i recenti attacchi di Netanyahu ai delegati iraniani in tutta la regione si leggono come una possibilità di conflitto dell’ultimo minuto anche perché i sondaggi mostrano il premier indietro e un attacco potrebbe fargli fare un balzo in avanti.

Egitto

Abdullah Morsi, il figlio ventenne del defunto presidente Mohammad Morsi, è morto ieri per un improvviso attacco di cuore. Non è ancora chiaro cosa possa aver provocato l’infarto. Anche il padre è morto il 17 luglio scorso per un attacco di cuore durante una sessione del suo processo. La televisione di Stato aveva detto che Morsi padre aveva un tumore benigno e questo gli ha causato l’attacco. Il figlio era diventanto il portavoce della famiglia dopo il decesso del genitore, era convinto che la morte del padre non fosse stata per niente naturale, non solo dopo la sua morte aveva identificato alcune figure, tra cui due ministri degli interni che considerava complici del suo assassinio. Il figlio è morto 78 giorni dopo il padre

Afghanistan

Gli Stati Uniti e i talebani avrebbero raggiunto un accordo di pace, ed entrambe le parti non vedono l’ora di dare l’annuncio, si pensa presto, ma non tutti sembrano d’accordo e c’è chi cerca di sabotarlo prima che venga annunciato. Il governo afgano è preoccupato, e il presidente Ghani ha chiesto maggiori dettagli ieri. Negli Stati Uniti, l’opposizione politica è fatta dai falchi, sia al congresso che nell’amministrazione Trump, con un Pompeo, segretario di Stato che si rifiuta di approvare l’accordo, si legge sul Time, considerandolo rischioso.

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