9 dicembre 2019 – Notiziario in genere

Scritto da in data Dicembre 9, 2019

Il grido di battaglia delle donne, dal Cile a Parigi, da Bruxelles al Paraguay. Mentre in India si continua a morire, bruciate vive. In Brasile è boom di matrimoni tra persone dello stesso sesso. Ursula Von Der Leyen incontra l’unica presidente donna di tutto il continente africano, mentre la finlandese Sanna Marin è la più giovane premier di tutto il mondo.

Il grido di battaglia

Con gli occhi bendati e vestite di nero, migliaia di donne scendono per strada e nelle piazze, nella capitale cilena e ora anche in tutto il resto del mondo – compresa l’Italia. Cantando quello che è ormai diventato un vero e proprio grido di battaglia: “El violador eres tu (Lo stupratore sei tu)”.

Mentre il Cile entra nella sua settima settimana di disordini, che ha paralizzato gran parte del paese, queste donne manifestano contro la violenza sessuale diffusa nel paese e in un momento in cui moltissime sono le segnalazioni di violenze sulle donne che scendono in piazza da parte delle forze di polizia.

“La colpa non è mia, non di dove ero né di ciò che indossavo. Lo stupratore sei tu “. 10mila donne hanno cantato e ballato insieme fuori dallo stadio nazionale di Santiago mercoledì scorso. Un posto scelto non a caso: si tratta di un noto centro di detenzione e tortura durante i 17 anni di dittatura militare in Cile.

“Questa canzone è per mostrare la violenza che le donne subiscono nella loro vita: la violenza istituzionale, la violenza nelle case, la violenza politica, la violenza sessuale”, spiega a The Independent Maria Isabel Matamala Vivaldi, 79 anni. Come tutte coloro che le sono intorno, indossa un rossetto rosso e una sciarpa rossa.

La Rete cilena contro la violenza nei confronti delle donne che quest’anno ha registrato almeno 32 femminicidi. Ma solo l’8% circa dei casi di stupro in Cile si conclude con una condanna.

“Questa performance riflette tutta la nostra rabbia per tutto quello che è successo. Abbiamo preso la vittimizzazione e l’abbiamo trasformata in forza, in una lotta e nella convinzione di poter creare una società senza violenza ”, afferma Matamala Vivaldi.

Creato dal collettivo femminista Las Tesis dalla città portuale di Valparaiso, il canto “El Violador en tu Camino”, o “A Rapist in Your Way”, è stato eseguito per la Giornata per l’eliminazione della violenza contro le donne il 25 novembre, in occasione di un altra giornata delle proteste nazionali in Cile.

E il collettivo cileno ha chiamato a raccolta tutte le donne e dissidenti del mondo per riproporlo nelle proprie città, nella propria lingua e nella modalità che più si preferisce.

 

A Roma, centinaia di persone hanno partecipato al flash mobile sabato scorso. Domenica è stata la volta di Milano. “La colpa è del patriarcato, il braccio armato dello stato”, si legge nel testo riadattato. “Dice che sono il problema, Giustificando il suo sistema”. E “la colpa non è la mia, Nè dentro casa, Nè per la via.

Y la culpa no era mia. Ni donde estaba, Ni como vestia

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India

In India ti stuprano, magari in gruppo, e poi ti gettano via. In genere dandoti fuoco. O varianti sul tema. Lo avrete letto: è morta in un ospedale di Delhi la donna che era stata bruciata viva mentre era diretta in tribunale per testimoniare contro i suoi stupratori. La donna, il cui nome non è stato diffuso, era stata trasferita in ospedale nel tentativo di salvarla, ma le sue condizioni erano apparse subito disperate.

Residente a Unnao, un villaggio nello stato dell’Uttar Pradesh, la ragazza, 23enne, era stata vittima di uno stupro di gruppo a marzo di quest’anno. La sua colpa era stata poi quella di avere avuto il coraggio di denunciare i suoi violentatori, che da allora hanno fatto di tutto per metterla a tacere. Uno dei suoi violentatori era stato messo in carcere ma poi è stato rilasciato su cauzione.

Hanno minacciato lei, i suoi famigliari, e pochi giorni fa l’hanno aggredita mentre andava in tribunale per prendere parte alla prima udienza del processo. L’hanno picchiata e poi hanno dato fuoco al suo sari. La giovane ha riportato ustioni sul 95% del corpo, mentre il fumo le ha riempito i polmoni. Ma prima di morire, ricoverata in gravissime condizioni, è riuscita a denunciare di nuovo i suoi aggressori, che sono stati arrestati il giorno stesso.

Secondo i dati diffusi del governo, nel 2017 la polizia ha registrato 33.658 casi di donne stuprate: in media 92 al giorno.

Pochi giorni fa quattro uomini accusati dello stupro e dell’omicidio di una veterinaria, una ragazza di 27 anni violentata mentre tornava a casa dal lavoro, uccisa e il cui corpo è poi stato bruciato in un sottopassaggio stradale sono stati uccisi a colpi d’arma da fuoco dalla polizia nel luogo dove avevano seppellito la vittima. La versione ufficiale parla di una sparatoria avvenuta quando i sospetti hanno cercato di fuggire: secondo la ricostruzione degli agenti i quattro erano stati portati all’alba sul luogo per ritrovare il cellulare e altri oggetti della veterinaria. Arrivati sul posto, avrebbero sottratto le pistole a due agenti aprendo il fuoco. La versione appare secondo alcune analisi poco credibile: celerebbe un caso di giustizia sommaria.

Matrimoni e armi

E ancora in India, una ballerina è stata ricoverata in ospedale dopo essere stata colpita in faccia. Sparata. Perché? Perché ha smesso di esibirsi a un matrimonio. In un video, la donna viene vista ballare su un palco. Fa una pausa, si sente uno sparo e la donna cade a terra tenendosi il volto. La polizia ha detto alla Bbc di aver identificato l’uomo che avrebbe sparato. È latitante. L’incidente è avvenuto all’inizio del mese durante le celebrazioni di un matrimonio in un villaggio nello stato dell’Uttar Pradesh, ma è balzato agli onori delle cronache solo qualche giorno dopo, quando il video ha iniziato a essere condiviso sempre più.

“Il sospetto è in fuga, ma siamo fiduciosi di arrestarlo presto”, ha detto la polizia alla BBC. La violenza nuziale è un fenomeno comune in alcune parti del paese, dove molti ospiti portano armi da fuoco, principalmente per sparare in aria per celebrare l’occasione.

Un incidente simile si è verificato nel 2016 nello stato settentrionale del Punjab, quando una donna incinta è stata uccisa dopo essere stata colpita allo stomaco mentre eseguiva una danza durante un matrimonio.

Anche in Canada

La violenza contro le donne della società indiana travalica anche i confini. In Canada, per esempio, un numero sproporzionatamente più alto di bambini maschi è nato da madri di origine indiana, secondo una ricerca pubblicata sul Canadian Medical Association Journal e riportata su Scroll da due ricercatrici, Sumeet Sekhon e Navjotpal Kaur

Gli studi suggeriscono insomma che una percentuale significativa di famiglie di origine indiana in Canada sta praticando feticidi femminili: aborto selettivo per sesso. Questo squilibrio è più evidente per le coppie che avevano già due figlie. I risultati hanno suscitato molto dibattito e discussione nei media canadesi. Dal Punjab viene una porzione significativa di immigrati indiani e studenti stranieri in Canada, ed è fondamentale comprendere la manifestazione della disuguaglianza di genere che può causare questa selezione di sesso e i pregiudizii nei confronti delle bambine all’interno della tradizionale cultura patriarcale del Punjabi.

I ricercatori in economia e sociologia hanno rintracciato le origini delle persistenti disuguaglianze di genere nello sviluppo dell’agricoltura dell’aratro, che ha svalutato il lavoro delle donne, reso il loro status inferiore a quello degli uomini e portato a una forte preferenza per i figli maschi.

Nel Punjab, una società agricola, dominata dagli uomini, ci si aspetta che le donne conservino l’izzat, ovvero l’onore della loro famiglia. Ciò significa astenersi dal fare qualsiasi cosa che possa disonorare gli uomini di casa. In questo contesto, in cui l’identità di una donna è definita dalle sue controparti maschili, non essere sposate significa sanzioni sociali per le donne e per le loro famiglie.

Quasi ogni aspetto della cultura del Punjab, si legge ancora su Scroll – l’articolo è stato pubblicato per la prima volta su The Conversation – è pieno zeppo del concetto: le donne sono portatrici dell’izzat dei loro padri, fratelli e tutti gli altri parenti maschi. Le donne non sposate costituiscono ragione di estrema vergogna per i loro padri.

I corpi e la sessualità delle donne sono controllati e regolati dagli uomini attraverso i costrutti culturali di onore e vergogna. Una figlia non sposata rimane sempre una “minaccia” per l’onore, l’izzat degli uomini e qualsiasi espressione della sua sessualità ha il potenziale per distruggere l’onore della famiglia. Non è raro che gli uomini usino la violenza per ripristinare quell’onore.

La presidente etiope e la presidente europea

“La mia visita è una dichiarazione politica”. Sono le parole della presidente della Commissione europea, Ursula Von Der Leyen, nell’annunciare il suo viaggio ad Addis Abeba. L’Etiopia, spiega Euronews, è la meta del primo viaggio al di fuori dei confini europei della presidente, partita il 7 dicembre per la capitale, Addis Ababa. Finisce così anche la sua prima settimana di lavoro alla Commissione. Gli incontri in agenda: quello con il presidente della Commissione dell’Unione Africana, Moussa Faki, con il primo ministro etiope, Ahmed Abyi, premio nobel per la Pace di quest’anno, e quello con la presidente, nonché unica donna a ricoprire tale incarico in tutto il continente, Sahle-Work Zewde.

https://twitter.com/vonderleyen/status/1203399996097409029

“La mia visita è una dichiarazione politica”, spiega von der Leyen, consapevole dell’importanza strategica di rafforzare i legami con un partner che ha un occhio rivolto verso il Medio Oriente e l’altro verso la pancia dell’Africa, che aggiunge: “L’Unione Africana è un alleato su cui l’Unione Europea conta. Insieme possiamo lavorare sui nostri interessi e obiettivi comuni, sullo spirito di una vera partnership tra eguali”.

Von Der Leyen si dice “molto impressionata” dal suo incontro con la presidente etiope Sahle-Work Zewde, l’unica donna a capo di uno Stato in tutto il continente: “Con la sua grande esperienza sulle questioni di genere e sull’empowerment delle donne, è veramente un modello”. Cresciuta, racconta ancora, “in una famiglia dove le è stato insegnato che ragazze e donne possono fare tutto”.

Brasile egualitario

Nel 2018 il Brasile ha conosciuto, rispetto al 2017, un aumento dei matrimoni tra persone dello stesso sesso pari al 61,7%. A rivelarlo l’indagine condotta dall’Instituto Brasileiro de Geografia e Estatística (Ibge) e pubblicata il 4 dicembre, in base alla quale risulta che nello scorso anno sono stati registrati 9.520 matrimoni egualitari rispetto ai 5.887 del 2017. Ne parla GayNews.

A essere soprattutto cresciute (64,25%) le nozze tra donne: da 3.387 nel 2017 a 5.562 nel 2018. Mentre quelle tra uomini sono invece aumentate da 2.500 a 3.958 con un incremento del 58,3%. L’indagine mostra anche come il picco dei matrimoni egualitari si sia realizzato principalmente nel mese di dicembre con 3.098 casi contro i 614 di dicembre 2017.
Dal 2013 la Risoluzione 175 del Consiglio nazionale di giustizia (Cnj) obbliga gli uffici notarili a celebrare nozze tra persone dello stesso sesso e a convertire le unioni stabili omoaffettive, precedentemente normate, in matrimonio.
Per Klívia Brayner de Oliveira, responsabile Statistiche del Registro civile dell’Ibge, la popolazione è sempre più consapevole di questa normativa, «specialmente le donne, a cui piace ufficializzare la relazione».

In Finlandia la più giovane premier al mondo

Sanna Marin/Twitter

Sanna Marin ha 34 anni, già ministra dei Trasporti e delle Comunicazioni, è ora la persona più giovane a occupare la carica di premier in tutto il mondo.

In copertina Non Una di Meno/Facebook

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