24 febbraio 2020 – Notizie dalla Russia

Scritto da in data Febbraio 24, 2020

  • Russia, Putin e le modifiche alla Costituzione.
  • Arrestato l’inventore di “Pulsante Rosso”.
  • Nuovi elementi sulla vicenda dei sette ragazzi del gruppo clandestino “Set”.
  • Condannata adolescente che ha ucciso la nonna a coltellate.

Foto di copertina: Wikimedia Commons

L’immunità di Putin

Nella stesura della nuova Costituzione russa potrebbero introdurre una modifica ad un articolo già esistente che riguarda l’immunità presidenziale. Il comma in questione – il 91 – infatti prevede che il Presidente sia inattaccabile durante lo svolgimento delle sue attività in politica estera ed interna, nonché della difesa della sovranità statale, durante il periodo in cui siede sulla poltrona più importante del Cremlino. Ora, su proposta della parlamentare Ekaterina Lakhova, membro del comitato per la riscrittura della Carta fondamentale russa, l’immunità dovrebbe essere estesa anche dopo il termine del mandato presidenziale. Secondo la Lakhova, l’immunità ad libitum per i capi di Stato e gli ex-capi di Stato, garantirebbe maggiore indipendenza al presidente nello svolgimento della sua attività di governo. Putin, che vedrà scadere il suo mandato nel 2024 e che non potrà ricandidarsi almeno per quello successivo, è stato spesso al centro di accuse da parte dell’opposizione russa, su una serie di accadimenti politici e in qualche caso delittuosi, mai comunque presi in considerazione dalla magistratura.

Arrestato l’inventore della app contro gli arresti illegali

A Ekaterinenburg un uomo, Aleksandr Litreev, è stato arrestato per possesso di meno di un grammo di ecstasy. Litreev, secondo il racconto del suo avvocato, sarebbe stato prima fermato dalla polizia all’interno di un hotel, perquisito e poi gettato violentemente a terra. L’uomo, fondatore di una compagnia di cybersecurity, aveva recentemente sviluppato una app, chiamata “Pulsante rosso”, che aveva dato in dotazione alle associazioni per i diritti umani nel caso di arresto illegale.

Per Meduza gli antifascisti di Set’ sono responsabili di duplice omicidio

Emergono nuovi particolari sulla vicenda dei sette ragazzi del gruppo clandestino “Set”, condannati a pene fino a 18 anni per attività terroristica. Secondo un’inchiesta del giornale d’opposizione Meduza infatti, i ragazzi, antifascisti e anarchici che avevano denunciato torture in carcere e che in sostanza avevano subito quelle pene così pesanti pur non essendo colpevoli di fatti di sangue, invece sarebbero coinvolti in un paio di omicidi.

Secondo la stessa Meduza avrebbero ucciso due giovani, un ragazzo e una ragazza, membri del gruppo che avevano deciso di lasciare la clandestinità e tornarsene a casa. I giornalisti citano a proposito la testimonianza di un uomo, amico di uno dei condannati, che dopo la sua confessione avrebbe lasciato la Russia. La sentenza nei giorni scorsi era stata criticata da una parte dell’opinione pubblica e da alcuni organi di stampa come la Novaja Gazeta perchè ritenuta una vendetta politica. Proprio la Novaja Gazeta ha espresso tutto il suo stupore sull’inchiesta dei colleghi di Meduza perchè, nonostante il testimone si fosse rivolto all’Fsb, l’intelligence russa, il tribunale non ritenne di considerare quegli omicidi nel capo d’accusa che ha poi portato alla sentenza.

Uccide la nonna per un rimprovero: quattordicenne condannata

A Kislovodsk, area della Russia europea, un tribunale ha condannato una ragazzina di 14 anni al carcere perché la sera del 13 febbraio scorso, durante una lite con la nonna, l’aveva colpita con diverse coltellate, uccidendola. La discussione era scoppiata dopo un rimprovero nei confronti della giovane da parte della nonna per non aver svolto bene le pulizie di casa.

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