#BlackLivesMatter: quali effetti in Italia?
Scritto da Alice Corte in data Giugno 11, 2020
Mentre sui media italiani imperversa il dibattito sull’abbattimento delle statue che ricordano personaggi legati al mondo coloniale o dello schiavismo, abbiamo contattato Angelica Pesarini, docente del corso “Black Italia” presso la New York University – Florence per parlare delle proteste in seguito alla morte di George Floyd nel nostro paese.
Angelica Pesarini è italiana, afrodiscendente e vive sulla sua pelle cosa significhi vivere in una Italia bianca, in cui non aveva modelli di riferimento, ma anche l’attraversamento delle piazze di questi giorni che per la prima volta, erano prevalentemente nere.
Saltano agli occhi due elementi: intanto la centralità che la morte di George Floyd abbia avuto nel dibattito pubblico italiano, una centralità che negli USA non ha avuto, essendo stata, purtroppo, accompagnata da altre uccisioni della polizia, come quella di Breonna Taylor. Poi, il fatto che una morte al di là dell’Oceano abbia provocato questa indignazione, a fronte delle numerose uccisioni razziste avvenute in Italia e che, soprattutto di recente, non hanno portato la stessa indignazione popolare (al contrario, ad esempio, di quanto avvenne in seguito all’uccisione di Jerry Maslo nel 1989 che portò alla prima legge organica sull’immigrazione in Italia). Angelica Pesarini riporta il problema anche alla negazione del razzismo, che va di pari passo alla negazione della razza nel nostro paese, sottolineando come manchi perfino un linguaggio per descriverlo, nonostante esista, agisca e purtroppo, talvolta uccida.
Musica: Feeling Good di Nina Simone
Foto di Clay Banks su Unsplash
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