L’Arcobaleno dei diritti

Scritto da in data Maggio 12, 2021

A cura di Loretta Bondì

Dopo infinite audizioni e rinvii, il disegno di legge Zan contro l’omotransfobia e altri reati d’odio, è stato approvato dalla Camera dei Deputati e ora è all’esame del Senato. Il disegno di legge mette al centro e punisce atti di discriminazione e violenza per motivi fondati su sesso, genere, orientamento sessuale, identità di genere e disabilità, e ha suscitato polemiche, sebbene con motivazioni diverse, sia a destra che a sinistra, dividendo al contempo anche l’opinione pubblica cattolica.

Chiediamo a Marilena Grassadonia di guidarci nell’interpretazione del disegno di legge.
Grassadonia è un’attivista lgbt+ e per i diritti civili, ex presidente Famiglie Arcobaleno, e componente della Segreteria nazionale di Sinistra Italiana.

Iniziamo esaminando il tema dei vuoti legislativi che il disegno di legge intende riempire, e quali siano le aspettative riguardo all’approvazione del Senato.

Affrontiamo poi il nodo delle critiche al disegno di legge mosse da alcuni settori dell’opinione pubblica femminista e, in particolare, sia quelle che affermano che la biologia ha le sue ragioni e, ovviamente, condiziona la vita delle donne e informa le strutture sociali, culturali ed economiche, inclusa la cura, sia quelle riguardanti l’inserimento nel disegno di legge del genere femminile (oltre la metà della popolazione mondiale) fra le minoranze da tutelare. Chiediamo a Grassadonia se il disegno di legge intenda proteggere le minoranze numericamente intese o coloro che sono colpite dalle discriminazioni di una società e giurisprudenza eteronormate.

Grassadonia risponde, inoltre, a chi da destra agita lo spauracchio della dissoluzione della famiglia tradizionale fondata su coppie eterosessuali. Ed esamina la sostanza delle perplessità di una fascia trasversale di opinione pubblica che paventa la compressione della libertà di espressione.

Concludiamo discutendo i temi delle fake news omotransfobiche e la necessità di prevenzione.

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