26 maggio – Notiziario in genere

Scritto da in data Maggio 26, 2020

Femminicidio con serpente in India. Violenza nel Sud Sudan. Kosovo, due donne condannate per terrorismo. Ruanda: graziate per Coronavirus 50 “giovani donne” condannate per aborto. Onu: avanti con l’impegno per le donne in Africa. In Francia eletta la prima sindaca transgender.

India

La prima volta ci ha provato con una vipera. La seconda ci è riuscito, usando un cobra. Un uomo è stato arrestato in India, dalla polizia dello Stato meridionale del Kerala: avrebbe ucciso così la moglie. Secondo le forze dell’ordine, i tabulati telefonici dimostrano che l’uomo era stato in contatto con degli allevatori di serpenti e che aveva anche guardato dei video sui rettili on line.

Kerala India

A marzo Sooraj – questo sarebbe il nome dell’uomo, 27 anni, sarebbe riuscito a ottenere una velenosissima vipera di Russel, che ha morso la moglie, Uthra, finita in ospedale per due mesi. E mentre la donna era ancora in convalescenza, il 27enne sarebbe riuscito a ottenere da un addestratore un cobra, che poi ha liberato nella stanza dove sua moglie stava dormendo. “Sooraj e’ poi rimasto nella stessa stanza di Uthra come se non fosse successo nulla. Stava svolgendo le normali attività mattutine il giorno successivo, quando è stato avvisato dalle urla della madre di Uthra”, dice la polizia in una nota. I genitori di Uthra – riporta l’Afp – hanno iniziato a nutrire sospetti quando Sooraj ha tentato di impossessarsi delle proprietà di sua moglie, pochi giorni dopo la sua morte.

Sud Sudan

La violenza ha ripreso ad infiammare il Sud Sudan e non si tratta di scontri politici ma di guerre tra comunità rivali, soprattutto per il controllo dei pascoli e dell’acqua. In particolare gli scontri più violenti si sono avuti nella provincia di Jonglei, il governatorato del Sudan del Sud dove nel 1983 ha avuto inizio la guerra civile. “La situazione qui è spaventosa”, dice l’Alta Commissaria per i diritti umani delle Nazioni Unite, Michelle Bachelet. Nel primo trimestre del 2020 la violenza tra comunità in lotta è stata la principale fonte di brutalità nei confronti di civili, dice Bachelet. Almeno 658 persone sono state uccise e 452 ferite, 592 risultano rapite e 65 sono le vittime di violenza sessuale.

L’Onu rileva che nei governatorati di Jonglei e di Pibor anni di insicurezza alimentare e di gravi inondazioni sono alla base della violenza scoppiata negli ultimi mesi. La natura di questi conflitti, a lungo motivati dalle tensioni sull’accesso alle risorse naturali, in particolare l’acqua e il pascolo per il bestiame, aggiunge Bachelet, si è evoluta negli ultimi anni, assumendo “un carattere sempre più militarizzato con tattiche di tipo militare e armi di livello militare”.

“Affinché la pace sia duratura – sostiene Bachelet – le autorità del Sud Sudan devono agire per porre fine a questi cicli di violenza causate da ritorsioni, anche costringendo i responsabili a renderne conto davanti alla giustizia e promuovendo la costruzione della pace tra le diverse comunità”. Dopo aver ricordato la serie di attentati fra metà febbraio e i primi di marzo, in cui hanno perso la vita 220 civili e in cui sono state rapite almeno 266 donne, l’altoa commissaria Bachelet sottolinea come “la maggior parte di queste vittime non sianoancora state liberate dalla prigionia”. L’Onu esorta il governo di Giuba “a garantire misure contro questa ondata di violenza in modo che i responsabili siano perseguiti e le vittime e le loro famiglie abbiano giustizia, verità e risarcimenti”.

Kosovo

La procura speciale di Pristina ha incriminato con l’accusa di organizzazione e
partecipazione a una organizzazione terroristica due donne kosovare che negli anni scorsi si sono recate in Siria aderendo alle formazioni terroristiche dello stato islamico. Dopo la sua sconfitta, riferiscono i media serbi, le due donne – delle quali sono state fornite le sole iniziali L.I e A.A. – caddero nelle mani delle forze curde che, con l’aiuto dei militari americani, nell’aprile 2019 le deportarono in Kosovo.

Ruanda

Il presidente del Ruanda, Paul Kagame, ha graziato 50 “giovani donne” condannate per aborto e 3.596 prigionieri saranno liberati con la condizionale per decongestionare le carceri e arginare così la pandemia di coronavirus nel Pae. A riportare è la BBC Africa. Il governo del Ruanda ha prorogato le misure restrittive dopo un loro allentamento deciso a livello nazionale circa tre settimane fa. Bar, scuole e luoghi di culto rimarranno chiusi e il coprifuoco notturno inizierà alle 21.

Africa e donne

Solidarietà internazionale con l’Africa, dove il coronavirus rischia di avere l’impatto più grave. E’ il tema al centro degli Africa Dialogue Series, in modalità virtuale all’Onu, cui l’Italia ha partecipato per in occasione della giornata dell’Africa alla sessione su donne, pace e sicurezza. “La situazione straordinaria determinata dal Covid-19 non deve attenuare in alcun modo l’impegno in relazione a questa Agenda in Africa: inclusione, partecipazione, rispetto dei diritti delle donne devono essere al centro nella lotta contro la pandemia e nella definizione di una ripresa ancorata all’Agenda per lo Sviluppo Sostenibile”, dice il vice rappresentante permanente al Palazzo di Vetro, l’ambasciatore Stefano Stefanile. “L’Italia, nel quadro della tradizionale amicizia e del partenariato con l’Africa, sostiene fortemente l’azione delle donne come agenti di cambiamento e sviluppo ed è impegnata nella difesa e nella promozione dei loro diritti, con attenzione anche alla lotta contro le pratiche tradizionali dannose subite da
donne e ragazze”, ha precisato. L’Ambasciatore ha inoltre evidenziato l’importanza della partecipazione delle donne ai processi di pace e di mediazione.

Francia

Con 14 voti e uno nullo Marie Cau è stata eletta sabato mattina sindaca di Tilloy-les-Marchiennes dal Consiglio comunale, composto unicamente da esponenti della sua lista. Si tratta di un primato assoluto in Francia in quanta la prima cittadina del piccolo borgo del dipartimento del Nord (regione Hauts-de-France) è una donna transgender, si legge su GayNews.it.

Ingegnera, titolare di un diploma in tecnica agraria e di una laurea breve in orticoltura, la 55enne, dopo un’esperienza nell’esercito, è passata al settore informatico. Madre di tre figli, Marie, il cui percorso di transizione è durato – come da lei stessa dichiarato  – «progressivamente 15 anni» – non ha ancora chiesto la rettifica dei dati anagrafici ma intende farlo a breve per evitare problemi d’ordine amministrativo. Marie Cau non è una militante e, come riportato da Le Parisien, è stata votata dalle persone come consigliera e poi dai componenti del Consiglio come sindaca «non perché sono transgender o altro. Essi hanno eletto un programma». Programma i cui punti centrali sono sviluppo sostenibile, economia locale, filiera corta per un rinnovamento, società e migliore convivenza.

«Vorrei costruire un villaggio esemplare – così ha dichiarato ai media –: dimostrare che qui semplici cittadini possono fare cose che un governo dall’alto non riesce a fare. La mia situazione personale dovrebbe essere la normalità: la gente vota per una squadra, per un progetto. Aspetto il giorno in cui ciò diventerà un non evento».
L’annuncio della sua elezione è stato saluto con plauso da Marlène Schiappa, segretaria di Stato per l’Uguaglianza tra le donne e gli uomini e la Lotta contro le discriminazioni, che ha twittato: «La visibilità trans, e quindi la lotta contro la transfobia, passa anche attraverso l’esercizio di responsabilità politiche o pubbliche. Complimenti a Marie Cau».

In copertina Michelle Bachelet/Flickr

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