Cecenia, medici licenziati dopo le proteste

Scritto da in data Maggio 19, 2020

Il dittatore ceceno Ramzan Kadyrov ha chiesto di licenziare i medici che si sono lamentati della scarsità di dispositivi di protezione individuale per controllare il coronavirus. Il personale medico si è scusato pubblicamente per l’accaduto, ma in tanti a credere che siano stati costretti.  

Proteste in un ospedale ceceno

Come ha riportato Il nodo del Caucaso, un sito locale di notizie, il leader ceceno ha chiesto di licenziare i medici del ospedale distrettuale di Gudermes, riconvertito da poco in una struttura per il trattamento di pazienti con il coronavirus. Il personale medico è stato ritenuto colpevole di essersi lamentato della scarsità di dispositivi di protezione individuale, un fatto ritenuto Kadyrov assolutamente non veritiero. 

Prima sui social network è apparso un video in cui medici e infermieri del ospedale in questione si lamentavano della scarsità di dispositivi di protezione individuale, nonché della necessità di acquistarseli da sé. Perlopiù, alcuni sostenevano che tra di loro ci fosse almeno un medico morto da coronavirus.

Poi il 14 maggio all’ospedale è arrivato il Presidente del Parlamento ceceno Magomed Daudov per chiarire la faccenda. Di seguito il capo medico dell’ospedale si è licenziato – secondo la versione ufficiale – assieme con uno dei dottori coinvolti nelle proteste. Secondo le autorità cecene, il capo dell’ospedale non è stato in grado di spiegare al personale che per il momento non ci fosse alcuna minaccia per loro salute, visto che la struttura ospedaliera non ospitava ancora malati con il COVID-19. 

Ora a ricoprire il ruolo del nuovo capo medico è ex viceprimo ministro della Cecenia Musa Akhmadov, scrive L’eco del Caucaso. 

Scuse pubbliche 

Di seguito il leader ceceno in una riunione del governo della repubblica aveva chiesto di licenziare i medici “ribelli”, riferisce la compagnia televisiva statale Grozny. 

I provocatori devono essere licenziati. Abbiamo abbastanza attrezzature, tute, maschere, ossigeno e medicine. Al contrario, possiamo fornire assistenza ad altre regioni. Abbiamo almeno 30-40 mila tute “anti-peste”, stiamo comprando milioni di maschere“, ha detto Kadyrov sull’agenzia russa TASS.  

Sempre la compagnia televisiva Grozny in una trasmissione ha fatto vedere il magazzino del ospedale pieno di dispositivi di protezione. Poi sono state messe in onda le scuse dei medici: il personale ospedaliero ha ammesso di avere diffuso le informazioni non veritiere riguardo la protezione del personale. Si sono scusati anche per la notizia sulla morte di uno dei medici da COVID-19. Stando a quanto detto da loro, la donna in questione non sarebbe morta ed è negativa al virus, ha scritto Il nodo del Caucaso. 

Inoltre, le autorità locali potrebbero chiedere di applicare il principio di responsabilità collettiva: secondo le leggi dell’ Adat ceceno, sono i parenti uomini a rispondere delle colpe di una persona. 

Su molti social è stato scritto, che i medici non si sarebbero lamentati senza motivo e probabilmente, sono stati costretti a scusarsi, si legge su alcuni media locali. 

Non è la prima volta che il popolo ceceno si scusa pubblicamente, dato che è una pratica molto diffusa. Ad aprile di quest’anno una donna aveva chiesto a Kadyrov di aiutarla con la spesa per la sua famiglia, un gesto di cui è stata costretta a scusarsi in una televisione locale. In più, lei e la sua famiglia vennero rimproverati pubblicamente di avere trascurato l’orto e di non essere disposti a lavorare. 

Foto in evidenza: il sito del Presidente della Repubblica Cecena

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