Bielorussia, la campagna elettorale più sporca nella storia del Paese

Scritto da in data Giugno 23, 2020

Le elezioni in Bielorussia sono previste per il 9 agosto, e la battaglia elettorale comincia a somigliare sempre di più a un giro sulle montagne russe. Lukashenko guida il paese da 26 anni, corre alle elezioni per la sesta volta, e, forse, per la prima dovrà affrontare un’opposizione e una società molto attive. 

Il 22 giugno si è conclusa la fase di raccolta firme necessarie per sostenere la partecipazione dei candidati alle elezioni bielorusse. Ora Lukashenko deve competere con gli altri sei candidati, che sono riusciti a raccogliere le 100mila firme necessarie previste dalla legge elettorale del Paese. Di recente è stato arrestato un altro candidato alla poltrona di presiedente, e gli attivisti hanno già definito questa campagna elettorale come la più sporca nella storia del Paese. 

Se mi minacci, ti arresto

Il primo degli oppositori a essere arrestato è Sergey Tihanovsky, un vlogger e attivista. È stato defenestrato dalle elezioni ancora agli inizi, quando lo hanno detenuto con l’accusa di organizzare azioni di gruppo che violano gravemente l’ordine pubblico. Il blogger non è stato quindi in grado di registrarsi alla Commissione elettorale per poter partecipare alle presidenziali. E così in scena è entrata sua moglie Svetlana, registrandosi lei stessa al comitato promotore. Dopo l’arresto del blogger si è assistito a una serie di perquisizioni: secondo la versione ufficiale, nella casa estiva di Tihanovsky – la cosiddetta “dacha” – sono stati trovati 900mila dollari dietro al divano. Il blogger è diventato una figura molto importante, perché è riuscito a dimostrare che gli oppositori di Lukashenko non sono più in minoranza. Una causa sposata poi da sua moglie Svetlana. 

Un altro candidato a creare un po’ di preoccupazioni all’ultimo dittatore d’Europa, come viene chiamato il presidente della Bielorussia in Occidente, è Viktor Babariko. Paradossalmente Viktor è un rappresentante della classe dirigente, ex presidente di Belgazprombank di proprietà del colosso russo Gazprom. Un fatto che non ha potuto non suscitare il dibattito anche nei salotti di opposizione. L’11 giugno la sede principale di Belgazprombank a Minsk è stata perquisita, alcuni impiegati sono stati accusati di riciclaggio di denaro e di evasione fiscale. Il banchiere cinquantaseienne, assieme con suo figlio, è stato arrestato a Minsk il 18 giugno, sempre con l’accusa di evasione fiscale, scrive DW citando la compagna del neo-politico. 

Ora il banchiere è considerato il principale avversario di Lukashenko: secondo alcuni fonti, il candidato avrebbe raccolto 500mila firme per sostenere la sua partecipazione alle elezioni bielorusse. Non si è fatta attendere la reazione dei suoi sostenitori: una petizione che chiede il suo immediato rilascio ha raccolto 100mila firme in 24 ore, scrive un portale locale dedicato alle elezioni. In più, di recente a Minsk si sono radunate migliaia di persone in segno di solidarietà con Viktor Babariko. 

Stando alle parole di Lukashenko, subito dopo la detenzione di Babariko, le autorità bielorusse sarebbero riuscite a prevedere in anticipo il piano della destabilizzazione della Bielorussia anticipando qualche mossa dei cosiddetti “burattinai” che comunque si trovano fuori del Paese.

Secondo le leggi bielorusse, qualsiasi cittadino del Paese che non ha precedenti penali può candidarsi alle presidenziali. Di conseguenza, se le autorità volessero davvero impedirgli di partecipare alla corsa elettorale, dovrebbero condannarlo prima del 9 agosto: una tempistica di fatto impossibile secondo i termini del diritto processuale penale. 

Lukashenko: è la fine?

Secondo alcuni esperti, i consensi di Lukashenko sono calati drasticamente per la totale indifferenza verso la pandemia di Coronavirus, culminata con la Parata in onore della vittoria sovietica nella Seconda guerra mondiale. In più, anche i lunghi anni di presidenza hanno cominciato a stancare i bielorussi, che oramai sono pronti a votare chiunque – anche personaggi dell’establishment come per esempio Babariko. Lukashenko ha ancora i suoi sostenitori fedeli, soprattutto la popolazione che vive nelle campagne. Chi sarà il Presidente di questo piccolo Paese slavo lo scopriremmo il 9 agosto. Una cosa rimane certa: la Bielorussia sta probabilmente vivendo il periodo più turbolento in tutta la sua storia indipendente. 

Foto in evidenza: gazetaby.com

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