Separati in spiaggia

Scritto da in data Maggio 20, 2020

Come andremo in spiaggia quest’anno? Con mille precauzioni per proteggerci dal coronavirus, tra le quali anche il pannello green progettato da Enea. Realizzato con materiali ecocompatibili e una pianta acquatica che non inquinerà neanche a fine uso.
Musica: “Stessa spiaggia stesso mare” di Piero Focaccia
Foto di Steve Bidmead (Pixabay)

Arriva in orario, segui il percorso, mettiti il gel – se ti infili i guanti siamo tutti più felici –, tieni la mascherina, tieni la distanza, non ti avvicinare troppo al posto altrui e non ti allontanare troppo dal tuo posto.
Inoltre non dimenticare: costume di ricambio, telo mare, crema protettiva, occhiali da sole, mascherina, guanti se sei un preciso e… è tutto. Sì, dovrebbe essere tutto.
Ebbene, quest’anno sarà “stessa spiaggia, stesso mare” ma con regole ben diverse, perché la prudenza non deve venire meno. Il coronavirus ci accompagnerà anche durante le nostre vacanze, modificando le abitudini di una vita, ma la sicurezza – nostra e altrui – deve venire prima di tutto.
Le strutture balneari si stanno organizzando, quindi, per aprire una stagione davvero sui generis. A stabilire cosa fare e come farlo è l’Inail che, insieme all’Istituto superiore di sanità (ISS), ha approntato delle Linee guida specifiche.

Ecco come andremo in spiaggia quest’anno

Tutto dovrà essere organizzato nei minimi dettagli: dalla registrazione degli ospiti all’assegnazione di posti e attrezzature accuratamente igienizzate, dal transito in spiaggia al passaggio da e verso il mare. Niente saltelli da un’ombra all’altra degli ombrelloni per non scottarsi i piedi perché, a meno che non abbiate le capacità di Fiona May, l’impresa sarà praticamente impossibile.
Tutto si basa sul distanziamento: 5 metri minimo tra le file degli ombrelloni, e almeno 4,5 metri tra gli ombrelloni della stessa fila, stando però ad almeno 2 metri con lettino, sedia o sdraio dall’attrezzatura degli altri bagnanti. Oltre a una serie di regole per evitare che ci si accalchi negli spazi comuni.

Il divisorio green di Enea

Proprio sul distanziamento in spiaggia si sono fatte mille ipotesi. Tra le soluzioni progettate vi sono state anche quelle dei distanziatori. Ma come realizzare pannelli adeguati allo scopo che non dessero né la sensazione di essere inscatolati né di venire divisi da muri di plexiglass?
Una soluzione interessante ed ecologica arriva dal mondo della ricerca. L’ha trovata Enea in collaborazione con l’azienda Ecofibra. L’ideatore è Sergio Cappucci del Laboratorio ingegneria sismica e prevenzione dei rischi naturali dell’agenzia nazionale. Il ricercatore ha inventato e brevettato il prototipo di un divisorio green realizzato con diversi materiali ecologici ed ecocompatibili.

Il pannello è dotato di una struttura in acciaio di 2 metri di lunghezza per 1,20 di altezza. Lo scheletro metallico è coperto poi da una fodera che può essere realizzata in plastica riciclata o in materiali naturali. Ma la cosa interessante è l’imbottitura di questo rivestimento, per la quale è stato utilizzato un materiale naturale presente su molte spiagge. Una pianta acquatica presente nel Mediterraneo, che spesso viene addirittura rimossa, con il rischio, per altro, di danneggiarne l’ecosistema e di ridurre la quantità di sabbia presente. Si tratta della Posidonia oceanica che, oltre a produrre ossigeno, svolge un’importante funzione di protezione dall’azione erosiva del mare.
Per essere utilizzata come imbottitura del pannello, la pianta viene raccolta ed essiccata.

Ritorno alla spiaggia

I separé ecologici potranno essere utilizzati, quindi, sia per separare gli ombrelloni sia per creare dei percorsi sicuri che permettano di accedere al mare. E non è tutto, perché a fine stagione l’imbottitura potrà essere semplicemente svuotata sulla sabbia, lasciando che torni al suo naturale compito di protezione e nutrimento della spiaggia.
In questo modo a tornare alla spiaggia non sarà solo la Posidonia ma anche tutti noi, grazie a idee come questa, che sono ecocompatibili e utili per assicurare il distanziamento anti Covid-19.
Dunque “stessa spiaggia stesso mare”, ma – speriamo solo per quest’anno – con qualche accorgimento in più.

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