Gaza, Al Shifa. MSF: “Cadaveri a terra”
Scritto da Radio Bullets in data Novembre 11, 2023
Da questa mattina molti operatori umanitari di Medici Senza Frontiere (MSF) hanno smesso di lavorare negli ospedali a Gaza City perché le strutture sanitarie sono sotto attacco o rischiano di esserlo in qualsiasi momento. “La popolazione ha paura di andare negli ospedali”, spiega il dottor Mohammad Abu Mughaiseb, vice coordinatore medico di MSF a Gaza.
“Stamattina mi stavo recando all’ospedale di Al Shifa per lavorare quando la struttura è stata colpita. Tutti noi eravamo inorriditi, alcuni si sono buttati a terra. Ho visto cadaveri, anche di donne e bambini. Una scena orribile che ci ha fatto piangere tutti”, dice Maher Sharif, infermiere di MSF che opera nell’ospedale di Al Shifa.
“Il personale medico era terrorizzato, cercava di salvarsi e mettere al sicuro la propria famiglia. Alcuni sono rimasti all’interno dell’ospedale, mentre altri stanno partendo verso il sud di Gaza insieme agli sfollati”, continua Sharif di MSF.
Gli attacchi alle strutture mediche, alle ambulanze, al personale e ai pazienti devono cessare, dice Medici senza frontiere. L’ospedale di Al Shifa è la principale struttura sanitaria operativa a Gaza che fornisce cure d’emergenza e chirurgiche, con centinaia di pazienti e civili al suo interno.
Cadaveri
Nelle immagini dei circuiti internazionali corpi avvolti nelle coperte vengono appoggiati fuori dall’ospedale Al-Shifa, nel nord della striscia di Gaza, il più grande dell’enclave palestinese. La struttura funge da riparo per chi prova a scappare dai combattimenti: l’attacco ha provocato la morte di almeno 13 persone, secondo il governo di Hamas.
Secondo il direttore dell’ospedale la responsabilità dell’attacco sarebbe dell’esercito israeliano. Dopo l’attacco a fuggire dalla zona sono stati in centinaia.
Mohamad al-Hindi, vicesegretario generale della Jihad islamica, ha smentito le affermazioni di Israele secondo cui l’ospedale al-Shifa di Gaza verrebbe usato come rifugio e copertura dai combattenti palestinesi. “Dall’ospedale di a-Shifa e da qualsiasi altro ospedale non è stato sparato neanche un proiettile”. “Ci sono dieci volte più vittime di queste! Quelli sono resti di donne e bambini, di gente araba. Per favore, basta, non ne possiamo più!”, dicono le persone tra i cadaveri.
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