L’Onu chiede l’immediato cessate il fuoco

Scritto da in data Marzo 25, 2024

Il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite ha chiesto un cessate il fuoco a Gaza durante il mese sacro del Ramadan, in quella che è la sua vera, prima richiesta di fermare i combattimenti.

Gli Stati Uniti si sono astenuti dal votare la risoluzione, che chiede anche il rilascio di tutti gli ostaggi presi prigionieri durante l’attacco a sorpresa di Hamas del 7 ottobre nel sud di Israele, che ha scatenato il massacro nella Striscia di Gaza.

Subito dopo il voto, il segretario generale dell’ONU António Guterres ha affermato sui social media che “la risoluzione deve essere attuata. Un fallimento sarebbe imperdonabile”.

Considerando che il Ramadan è in vigore già da due settimane, il cessate il fuoco richiesto dalla risoluzione durerebbe solo circa due settimane, anche se la bozza dice che la pausa nei combattimenti dovrebbe portare “ad un cessate il fuoco permanente e sostenibile”.

Dall’inizio della guerra, il Consiglio di Sicurezza ha adottato due risoluzioni sul peggioramento della situazione umanitaria a Gaza, ma nessuna parlava di un cessate il fuoco.

Richiesta dell’Onu di fermare i combattimenti

Il voto arriva dopo che Russia e Cina venerdì hanno posto il veto a una diversa risoluzione, sponsorizzata dagli Stati Uniti, che sosteneva “un cessate il fuoco immediato e duraturo” nel  conflitto Israele-Hamas.

Gli Stati Uniti hanno avvertito che la risoluzione approvata oggi potrebbe impedire i negoziati per raggiungere una soluzione più permanente alle ostilità, che gli Stati Uniti, l’Egitto e il Qatar hanno portato avanti in queste ultime settimane.

La risoluzione, avanzata dai 10 membri eletti del consiglio, è stata sostenuta da Russia e Cina e dal Gruppo arabo di 22 nazioni delle Nazioni Unite. Gli Stati Uniti, come Cina e Russia, sono membri permanenti del consiglio e quindi avrebbero avuto la possibilità di annullare qualsiasi risoluzione con un solo voto di veto.

A Gaza

Secondo il Ministero della Sanità di Gaza, gestito da Hamas, dall’inizio della guerra sono stati uccisi a Gaza più di 32.000 palestinesi, di cui due terzi donne e minori.

Gaza, inoltre, si trova ad affrontare una terribile emergenza umanitaria, “la carestia è imminente” nel nord di Gaza, hanno detto le Nazioni Unite 

Israele furiosa minaccia gli Stati Uniti

Sale la tensione con gli Stati Uniti, criticati per non essere stati abbastanza duri contro l’alleato Israele.

Ed è stato grazie all’astensione degli Usa che oggi la risoluzione è stata approvata, non dopo che il primo ministro israeliano Netanyahu aveva minacciato,  scrive il quotidiano israeliano Hareetz, di annullare una visita di una delegazione militare a Washington per discutere i piani per un’offensiva di terra nell’affollata città di Rafah, nel sud di Gaza.

Cosa che Netanyahu ha immeditatamente fatto un minuto dopo la risoluzione.

L’ufficio del primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha criticato la decisione in un post sui social media  definendola un “chiaro ritiro dalla posizione coerente degli Stati Uniti nel Consiglio di Sicurezza dall’inizio della guerra”, riferendosi ai precedenti veti degli Stati Uniti su risoluzioni che, come quello ora approvato non collegava direttamente il cessate il fuoco con il rilascio dei restanti ostaggi israeliani.

“Questo ritiro danneggia sia lo sforzo bellico che il tentativo di rilasciare gli ostaggi, perché dà ad Hamas la speranza che la pressione internazionale permetterà loro di accettare un cessate il fuoco senza il rilascio dei nostri ostaggi”, ha detto l’ufficio di Netanyahu.

“Il nostro voto non rappresenta un cambiamento nella nostra politica”, ha detto il portavoce del Consiglio di sicurezza nazionale John Kirby in seguito alla decisione degli Stati Uniti di astenersi, aggiungendo che gli Stati Uniti sono stati chiari e coerenti nel loro sostegno al cessate il fuoco come parte di un accordo sugli ostaggi.

Kirby ha detto: “Non c’è motivo per cui questo venga visto come una sorta di escalation… Il motivo per cui ci siamo astenuti è perché questo testo di risoluzione non condanna Hamas”.

I veti precedenti degli USA

Gli Stati Uniti hanno posto il veto a tre precedenti risoluzioni che chiedevano un cessate il fuoco a Gaza, la più recente una misura appoggiata dai paesi arabi il 20 febbraio. Quella risoluzione è stata sostenuta da 13 membri del consiglio con un’astensione, riflettendo lo schiacciante sostegno al cessate il fuoco.

Alla fine di ottobre Russia e Cina hanno posto il veto a una risoluzione sponsorizzata dagli Stati Uniti che chiedeva la pausa nei combattimenti per la fornitura di aiuti, la protezione dei civili e la sospensione degli armamenti di Hamas.

Avevano affermato che  non rifletteva le richieste globali di cessate il fuoco.

Venerdì hanno nuovamente posto il veto alla risoluzione americana, definendola ambigua e dicendo che non era una richiesta diretta di porre fine ai combattimenti che gran parte del mondo persegue.

Una questione chiave è stata il linguaggio insolito utilizzato nella bozza statunitense. Affermava che il Consiglio di Sicurezza “determina l’imperativo di un cessate il fuoco immediato e prolungato”.

La frase non era una semplice “richiesta” o un “appello” a fermare le ostilità.

Poco dopo, Hamas ha rilasciato una dichiarazione in cui accoglie favorevolmente l’approvazione della risoluzione del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite che chiede un cessate il fuoco a Gaza, dichiarando che “si afferma la disponibilità a impegnarsi in scambi immediati di prigionieri da entrambe le parti”.

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