Goccia su goccia

Scritto da in data Novembre 27, 2019

 

Costruire casa strato dopo strato. Forse in un futuro molto vicino diventerà una consuetudine, per il momento è un interessante progetto che sta prendendo vita nel ravennate e che, entro l’inizio del 2020, vedrà sorgere il primo nucleo abitativo realizzato con stampanti in 3D da terra cruda. Una rivoluzione per l’edilizia eco-sostenibile.
Raffaella Quadri per Radio Bullets. Musica: “Questa è la mia casa” di Jovanotti
Photo credits: WASP

Oggi si può stampare tutto, ma proprio tutto, anche gli oggetti che mai avremmo pensato si potessero realizzare con una stampante.
Abbiamo già parlato in passato di stampa tridimensionale, una tecnologia nata nel 1986 negli Stati Uniti e che nel tempo ha visto lo sviluppo di modalità di utilizzo diversissime tra loro. Il funzionamento è relativamente semplice: la stampa avviene per estrusione del materiale che è depositato, strato dopo strato, seguendo un disegno precostituito ovvero un modello digitale ovviamente in 3D. In questo modo l’oggetto si forma lentamente sotto i nostri occhi.
La differenza non è data solo dal progetto di ciò che si vuole realizzare, ma dal tipo di materiale che si stampa e che si usa chiamare “inchiostro” – definito così per affinità con quello utilizzato nelle classiche stampanti.

Dall’idea alla casa

L’inchiostro, quindi, può essere costituito da materiali molto diversi, in base a ciò che si vuole creare. Esistono ormai aziende specializzate in questo tipo di produzioni, una di queste si chiama WASP è italiana e dal 2012 sviluppa processi di costruzione che sono in grado di realizzare, niente di meno che, abitazioni stampate in 3D.
Nello specifico di recente ha ingegnerizzato il progetto Tecla, disegnato dallo studio MC A – Mario Cucinella Architects e realizzato proprio impiegando contemporaneamente diverse stampanti collaborative. Si tratta del primo habitat costruito con questa metodologia.
In particolare è stato usato un sistema modulare di stampa 3D collaborativa chiamato Crane WASP. Dovete immaginare una struttura simile alle gru utilizzate in edilizia – come suggerisce il nome del sistema – e costituita da un’unità stampante principale che, però, può essere assemblata in diverse configurazioni, a seconda della grandezza di ciò che si vuole realizzare e quindi dell’area di stampa che dovrà coprire.
Per dare un’idea delle dimensioni, basti pensare che l’area di stampa di un modulo singolo di questa unità ha un diametro di 6,60 metri e un’altezza di 3 metri. Una serie di bracci stampanti aggiuntivi possono aumentare l’area di stampa in base alle esigenze.

Stampare la terra cruda

Tornando al progetto Tecla, questo è un habitat costituito da unità abitative circolari, pensate per essere flessibili, efficienti dal punto di vista energetico e facilmente inseribili nei contesti locali in cui saranno costruite.
Il materiale costruttivo – ovvero il materiale che verrà stampato – è costituito da terra cruda, reperibile in loco, biodegradabile e riciclabile. La miscela per realizzare la stampa è stata perfezionata grazie al contribuito di Mapei, una delle tante aziende che hanno collaborato al progetto.
Iniziata a Massa Lombarda, in provincia di Ravenna, lo scorso settembre la costruzione di Tecla dovrebbe concludersi, stando alle previsioni, all’inizio del 2020.
La prima casa stampata in 3D da WASP, sempre in terra cruda, si chiama invece Gaia ed è stata presentata nel 2018.

Le case di domani

Tecla vuole essere il prototipo di un nucleo di case stampate in 3D pensate come soluzioni abitative anche per il futuro, in previsione della crescita della popolazione mondiale, abitazioni che siano flessibili e rispettose dell’ambiente in cui saranno inserite. Il progetto è stato studiato per essere replicato ovunque e, soprattutto, con il minimo impatto sull’ambiente circostante. Wasp ha ideato, a questo scopo, uno speciale container, chiamato Maker Economy Starter Kit, che contiene e trasporta l’intera attrezzatura tecnica.

Quindi, se state cercando casa ma nessuna sul mercato pare incontrare i vostri gusti, niente paura, se non vorrete farvela costruire, potrete sempre stamparla.

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