La rivoluzione non è una cena di gala
Scritto da Stefania Cingia in data Novembre 12, 2019
Dal 18 ottobre a Santiago e in altre città del Cile si fa la rivoluzione. Non è, come ha detto il presidente Piñera “una guerra”: è una manifestazione di cambiamento, di andare oltre la Costituzione ancora valida dalla dittatura, è dare al popolo la possibilità di vivere dignitosamente. Milioni di persone in strada, polizia e militari che sparano ad altezza uomo, persone in carrozzella che manifestano strappate via dalla sedia, torture, uccisioni. Il Cile oggi è questo, quale sarà il Cile di domani?
Stefania Cingia ne parla con Pablo Tapia Leyton, docente del Balletto di Roma per Radio Bullets
Foto: Instagram/ Susana Hidalgo
Sono giorni che tento di “attaccare” il Cile scrivendo, cancellando, ripetendo, ricominciando da zero. Guardo i video che mi passano sotto gli occhi, foto, messaggi che mi arrivano e penso: sono fotomontaggi, non è vero. Mi sembra di guardare non le vie di Santiago, ma di una città in stato di assedio. Staranno esagerando. E invece no, il problema è proprio l’opposto: che quelle immagini sono la testimonianza minima di quello che sta succedendo da settimane.
Dal 18 ottobre le proteste nella capitale non si sono fermate. Quello che è iniziato con gli studenti che scavalcavano i tornelli per eludere il pagamento dell’aumentata tariffa della metropolitana è via via diventato un’enorme straripamento sociale per pretendere la fine della disuguaglianza, dell’iniquità, del maltrattamento delle élite verso la popolazione. Milioni di persone nelle strade, come non se ne vedevano da tempo.
Ascoltiamo dalla parole di Pablo Tapia Leyton come si vive in Cile e cosa sta succedendo. Pablo è un ballerino di danza contemporanea e insegna al Balletto di Roma. Ha la doppia cittadinanza cilena e italiana e ha aperto una pagina facebook che si chiama Italiainformata per condividere video e foto dal Cile.
Buongiorno, buonasera, sono Pablo Tapia Leyton,, sono chileno e anche italiano, ho tutte e due le cittadinanze. Vivo a Roma, sono un artista della danza contemporanea e attualmente lavoro per il Balletto di Roma e anche come danzatore e coreografo indipendente.
Pablo, grazie per la tua disponibilità. Ci puoi raccontare cosa è successo in Cile?
Da dove cominciare con il perché è successo tutto questo in Cile… Praticamente immaginate di essere in un paese con una natura incredibile, non è perché sono nato lì, ma secondo me è uno dei posti naturali più belli al mondo, con una popolazione di 17 milioni, ma con un territorio di 4.000-5.000 km, di oceano, di montagne imponenti, con 400.000 km quadrati da coltivare, pieno di risorse naturali, pieno. Quindi potrebbe essere tipo un paradiso. Ma la verità è tutt’altra.
Farò un riassunto del perché è esplosa questa cosa. In Cile viviamo ancora sotto la dittatura di Augusto Pinochet, che è stato un dittatore per 17 anni, durante il suo regime sono sparite 2.500 persone, sono state uccise 1.500 e torturate e detenute 25.000 persone. Ancora oggi viviamo sotto quella costituzione. In più l’acqua è privatizzata: vuol dire che è gestita dai privati. La luce è gestita dai privati, incluso l’Enel. Il gas è gestito dai privati, anche il diesel, la benzina, sono tutti privati e non esiste alcun tipo di sussidio dello stato per diciamo sopperire agli aumenti dei prezzi. Tu cileno paghi come se fossi un’azienda.
La salute pubblica è molto precaria, nel senso che io quando sono andato a un pronto soccorso ho aspettato 20 ore per entrare e non è una cosa straordinaria, accade.
Poi, l’educazione: non esistono le università pubbliche, tutte le università si pagano e si pagano in media 5-6-7 mila euro all’anno. Lo stipendio medio in Cile è di 450 euro, quindi per una persona che guadagna 450 euro è impossibile studiare. Ma questo governo tutto privatizzato cosa fa? Ti dice puoi studiare ma devi chiedere un prestito, praticamente un mutuo. Tu vai a pagare l’università per 10-15-20 anni. Ma non è lo stato che ti presta i soldi, ma chi? Le banche private, di nuovo, quindi rimani li.
Poi il sistema di pensioni. La pensione in Cile in media, in pratica per il 70-75% delle persone è di 200 euro o meno, siamo sui 150 euro al mese, quindi immaginate cosa vuol dire vivere con 150 euro al mese per una persona oltre i 65 anni. Quindi le persone oltre i 65 anni, dopo aver lavorato una vita, devono continuare a lavorare perché il sistema di pensioni è privato. Loro hanno fatto dei miliardi su questa cosa, lucrano senza nessun scrupolo con i soldi dei cileni, ma i cileni non prendono utilità da questi soldi e rimangono con delle pensioni assolutamente inesistenti.
Il cibo poi è di una qualità bassissima: se vuoi mangiare bene è molto costoso e, insisto, una persona che guadagna 400-450 euro al mese immaginate cosa mangia. È ovvio che non ce la fa, perché il costo della vita soprattutto a Santiago è molto alto. Quindi cosa si fa? Fai la spesa pagando a rate. Indovinate di chi è l’idea e da dove vengono queste finanziare per poter permettere alle persone di pagare a rate? Dalle stesse persone del sistema di pensione, del sistema dell’università, le stesse persone che dominano il Cile. Chi sono? Praticamente l’1% della popolazione del Cile ha il 33% di tutta la ricchezza del paese. Dominano il paese. Poi con tutti questi stranieri, che ci stanno gli investimenti stranieri per un paese, ma non in questo modo che vengono e rubano.

Immagine: Twitter @AndreMoreauL
Quindi in tutto questo contesto, a Santiago lo stato decide di alzare di trenta centesimi il biglietto del trasporto pubblico. Non esiste un abbonamento e anche se vai tutti i giorni in un posto devi pagare tutti i giorni un euro, un euro e venti e così via. Una persona insisto che guadagna 450 euro magari lavorando 48 ore a settimana, ci sta che si incazza. Quindi i primi a fare questa cosa sono stati gli studenti che per primi hanno iniziato a scavalcare i controlli della metro e da lì è esplosa la rivoluzione.
Quindi per chi pensa che non sia giusto tutto quello che sta accadendo posso dirti che è assolutamente sbagliato, perché nel momento in cui è successo, cosa ha fatto il governo? Ha lanciato di nuovo i militari in strada. Non so se voi sapete cosa significa stare dentro a casa tua e vedere un carro armato che passa e che ti punta un mitra perché stai sul balcone. C’è stato il coprifuoco, quindi dopo una certa ora non puoi uscire e se ti beccano, ti mettono a terra con le mani legate dietro e ti portano in caserma. Che fanno in caserma? Ci sono due opzioni: o ti mandano a casa o ti torturano. Io non sto parlando di una cosa che non accade, è accaduto e sta accadendo il peggio finora. I carabinieri in strada oltre a picchiare con queste cose di legno o plastica, hanno anche queste cose che si chiamano in Cile i perdigones, che è un proiettile di minor impatto che dicono non è letale ma che finora ha lasciato 120 persone senza un occhio. Hanno sparato nelle gambe…e non sto parlando di persone pericolose, anche ai ragazzi di tredici anni, anziani, persone che semplicemente stanno manifestando. Ma quello che arriva qua è che c’è violenza, che il popolo cileno è sovversivo, fa furti alla grande. Ma tutt’altro! Sì, ci sono stati furti, sì, c’è stata violenza, ma nessuno ha mai detto che la rivoluzione è una cena di gala. O sea, per cambiare le cose bisogna arrivare a certi limiti, ma non si è mai pensato che per arrivare a certi limiti significa perdere la vita come sono state già uccise in Cile. Quello che vi invito a fare è riflettere e pensare se è dignitoso e se sareste capace di vivere così senza dire niente.
Per il futuro cosa succederà secondo te?
Ho chiesto ai miei amici e conoscenti su Facebook cosa si aspettano da questa cosa, e le risposte sono tutte d’accordo su cosa si vuole.
Punto 1 cambiare la costituzione, cambiarla proprio e crearne una nuova.
Punto 2 creare un’assemblea costituente, che il popolo può prendere una decisione. In Cile non ci sono i plebisciti, o sea, tu popolo non decidi cose, non puoi decidere.
Punto 3 soprattutto per noi artisti fare diventare l’arte parte di un lavoro, non hai contratto, non hai Inps per te, non hai contributi se ti rompi una gamba non mangi.
Punto 4 creare veramente un sistema educativo pubblico, l’educazione pubblica adesso significa 45-50 allievi per sala senza un’insegnate di sostegno. E se vuoi che tuo figlio abbia un’educazione migliore devi pagare intorno ai 400 euro al mese.
E poi far tornare l’acqua nelle mani dello stato e non dei privati. Vi racconto delle cose concrete: in Cile c’erano delle zone in siccità da anni. Dopo che è esplosa questa rivoluzione, miracolosamente nei fiumi ha cominciato a scorrere l’acqua, acqua in fiumi nelle regioni diverse. In pratica i privati avevano raccolto l’acqua nelle zone diverse della Cordigliera e la utilizzavano per i propri benefici per le coltivazioni, l’estrazione mineraria, ecc. Ma sotto le persone non avevano acqua da bere. Ovviamente i piccoli contadini non avevano acqua per coltivare e per gli animali.
In base a questo il volere è proprio cambiare il sistema neo liberale creato dagli Stati Uniti durante la dittatura per arrivare a un sistema di mercato sociale nel quale il paese si regola per se stesso, con le pensioni, con lo stipendio minimo, con i consumi, con i sussidi. Praticamente è una rivoluzione, è cambiare un sistema che non ha funzionato, che non ha dato benefici alla maggioranza, perché i beneficiari sono sempre gli stessi e dare potere alle persone là. Il futuro è questo, è proprio questo: far tornare il paese a chi è davvero il proprietario e non alle persone che non sono proprietari. E il futuro è anche quello che sta accadendo adesso: in questo movimento non ci sono partiti politici o di leader di destra o sinistra, è il paese che ha fatto tutto quindi questa cosa è un futuro molto bello, o sea, il futuro è sempre stato diviso tra chi appoggiava la dittatura e chi no. E adesso questa cosa non è a tema, perché i giornali stranieri continuano a paragonare questo con la dittatura di Pinochet lasciando totalmente oscurato la reale situazione o la reale importanza che questa rivoluzione ha, cioè dare dignità al popolo cileno, ma soprattutto a quello più povero. Loro hanno implementato un sistema per cui chi è nella povertà deve rimanere nella povertà, se sei povero non hai nessuna possibilità di portare avanti un percorso per esempio nell’istruzione per diventare un laureato. E quindi io uso la parola “macabra”, questi governi l’unica cosa che hanno fatto è arricchire sempre le stesse persone lasciando i più poveri sempre più nella merda, scusate il termine. E quindi il futuro è proprio questo, cambiare questa cosa, farla diventare quello che sognava Allende negli anni 70 ma adesso, nel 2019.
E come mai hai creato questa pagina Facebook Italiainformata?
Perché ho creato questa pagina…questa pagina si chiama Italiainformata, @pablotapialeyton perché ci sono diverse Italiainformata anche un po’ fascistoidi, nella mia c’è la bandiera cilena state attenti. L’ho creata con l’intento nel bisogno di urlare quello che stava accadendo, l’ho creata perché mi sono reso conto che le persone in Italia non sanno cosa sta accadendo là, l’ho creata perché sono nato là e sono orgoglioso di quello che sta accadendo e credo che sia importante che quell’orgoglio sia condiviso con il mondo e che la maggior quantità di persone, che possano vedere, riflettere e crearsi una propria opinione su quello che sta accadendo là. Ci sono video, foto, interviste in inglese, in italiano, in spagnolo, quindi c’è un sacco di informazione, ma sì c’è stato un urlo disperato di dire “sì, io devo fare qualcosa anche se sono lontano”.
Ci sono tanti modi per essere informati su cosa sta succedendo in Cile, ma il mio suggerimento (ndr.) è di scrivere semplicemente #Chile su Twitter e guardare i video di quello che sta succedendo. Succede anche a me di rendermi conto che le parole a volte non bastano. Serve vedere e oggi possiamo farlo in diretta grazie alle reti sociali. Serve qualcuno che spiega, e per questo ci siamo noi.
Lascio qui un video del New York Times che più di altri mi ha colpito: https://www.nytimes.com/video/world/americas/100000006795557/chile-protesters-shot-eye.html?fbclid=IwAR0QvsXsT05ggWPL9douKKuBoYqzSVqAFZnnezfCqJ4LRtV8uiiNEUsPqCM
Lascio Pablo ringraziandolo per il riassunto denso, lascio il Cile, lascio le manifestazioni. Ma non mi sposto tanto. Giusto il tempo di alzare gli occhi e raccontare cosa sta succedendo in Bolivia, alla prossima settimana.
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