Siria del Nord: l’emergenza (sanitaria) nell’emergenza

Scritto da in data Maggio 30, 2020

Arriva il coronavirus

A complicare ulteriormente la situazione, il coronavirus è arrivato anche in Siria.
Grazie a Sara Montinaro, project manager della Mezzaluna Rossa Kurdistan, possiamo ascoltare il racconto di Sêrwan, medico e codirettore della Mezzaluna Rossa Curda che ci spiega cosa stia succedendo sotto il profilo sanitario e nei campi sfollati. La testimonianza riguarda in particolare il distretto di Hasake, una delle dieci più grandi città della Siria. Quella che si rileva è soprattutto la difficoltà nel’ottenere aiuti da parte delle Nazioni Unite, dopo una risoluzione del Consiglio di Sicurezza che ha chiuso il confine con l’Iraq ad Yarubiya, che ha reso la Mezzaluna Rossa Kurdistan dipendente da mercati locali e dalle decisioni di Damasco. Il sostegno ricevuto dalle Nazioni unite si è così ridotto del 70%, rendendo difficile un lavoro già complicato da una crisi economica in corso e dalla presenza di tensioni tra chi si è trovato a combattere per la libertà dello stato autonomo e chi invece faceva parte dell’Isis. Per quanto riguarda il contrasto al coronavirus la Mezzaluna Rossa è comunque riuscita a fare passi avanti, ottenendo ad esempio la strumentazione per poter diagnosticare eventuali positivi, superando così i problemi dovuti al dipendere anche in questo dalle strutture di Damasco, tutt’altro che collaborative. Infine, Sêrwan racconta come la presenza turca abbia rilevanti effetti anche nelle misure di contrasto al virus, poiché l’occupazione turca della diga ad Alluk, vicino Serekanie, avvenuta a ottobre impedisce rifornimenti costanti di acqua, impedendo, tra l’altro, a chi abita nei campi di lavarsi adeguatamente.

Dal 2012, poco dopo lo scoppio della guerra in Siria, le popolazioni curde del nordest si sono autorganizzate in uno stato autonomo, il Rojava, visto in maniera ambigua dalle potenze mondiali, che lo hanno prima sostenuto in funzione anti Isis e poi dimenticato quando le forze jiadiste sono state sconfitte e la Turchia, ha iniziato a cercare di riprendere controllo sui territori con cui confina.

Il Kurdistan siriano

Battaglie simboliche e con grossa eco mediatica si sono protratte per lungo tempo, tra queste quella per la liberazione di Kobane nel 2014, simbolo della rivoluzione nel nome dei diritti delle donne e dell’ecologismo che i curdi di YPJ ed YPG stanno combattendo. Da quel momento tutto è cambiato molte volte, tra attacchi dell’Isis in vari centri curdi in Turchia, Iraq e Siria, ma soprattutto con l’inizio dell’offensiva militare turca vera e propria contro il Rojava, offensiva che precedentemente si era appoggiata, più subdolamente, al finanziamento sotterraneo e l’incoraggiamento delle truppe dell’Isis. L’attacco diretto della Turchia nei confronti del Rojava è stato consentito dal ritiro delle truppe statunitensi da quelle zone nell’ottobre 2019. Ad oggi la situazione è molto instabile e l’offensiva turca fa meno scalpore di quella dell’Isis.

Per ulteriori informazioni sul lavoro della Mezzaluna Rossa Kurdistan, qui il sito.

Siria del Nord: chi vuole cosa

 

Musica: Grup Yorum. Immagine da http://www.mezzalunarossakurdistan.org/
Doppiaggio di Davide Villa

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