Filantropia e attivismo: una partnership in crescita

Scritto da in data Dicembre 16, 2020

A cura di Loretta Bondì e di Silvia Vaccaro.

Conversazione con Carola Carazzone, Segretaria Generale di Assifero, l’Associazione Nazionale delle Fondazioni ed Enti filantropici Italiani e componente del board di DAFNE – Donors and Foundations networks in Europe.

La pandemia ha visto una straordinaria mobilitazione della società civile in Italia e altrove. Risorse già scarse sono state massimizzate dalle organizzazioni non governative e messe al servizio non solo della loro utenza consolidata, le fasce già vulnerabili delle loro comunità, ma anche di coloro che la crisi Covid-19 stava spingendo ai margini, impoverendo, fragilizzando e isolando.

Questo attivismo, unitamente alla partecipazione e alle donazioni di singoli o di gruppi di cittadine e cittadini, sono stati descritti e persino glorificati come, questi sì, anticorpi efficaci contro l’impotenza, la solitudine e la paura.

Ma c’è un altro settore della società civile e imprenditoriale che ha lavorato e alimentato l’attivismo, spesso dietro le quinte o con discrezione: si tratta delle fondazioni private di famiglia, di impresa e di comunità che, nel corso del tempo, hanno sostenuto e sostengono lo sforzo economico e finanziario delle organizzazioni del sociale.

Molte di queste fondazioni sono sconosciute ai non addetti ai lavori specie in Italia, paese in cui non sono altrettanto numerose e influenti come in altre nazioni, soprattutto in Europa e Nord America.

Carola Carazzone ne descrive le diverse tipologie e campi d’azione. Spiega, inoltre, perché l’Italia sembra essere in ritardo rispetto ad altri paesi in questo campo, affrontando i temi della tradizione filantropica di matrice “assistenzialista”, il regime fiscale, i deterrenti all’impegno di capitale nel sociale. Affronta uno dei problemi delle organizzazioni della società civile italiana (e non solo), ovvero il suo dipendere da finanziamenti vincolati a progetti, realtà che rischia di trasformarle in “progettifici” con conseguenze profonde sulle loro capacità di impatto e cambiamento. Dà indicazioni sul come correggere questa rotta e discute la recente riforma del terzo settore.

Concludiamo con una breve panoramica sugli esiti di una recente conferenza europea di tutte le fondazioni d’impresa a cui Carazzone ha partecipato.

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