Bielorussia: perché protestano gli studenti?
Scritto da Julia Kalashnyk in data Settembre 8, 2020
In Bielorussia migliaia di studenti sono scesi in piazza a sostegno di elezioni oneste e contro la brutalità della polizia, che, tra l’altro, ha fatto irruzione nelle università e detenuto ragazzi direttamente negli istituti scolastici. A Radio Bullets uno studente racconta cosa sta accadendo nelle università bielorusse.
Foto in evidenza: Vadim Zamirovsky / TUT.BY
Il primo settembre: Giorno del sapere o della repressione?
Minsk, il primo settembre, giorno in cui si inizia l’anno accademico, si festeggia la Giornata del Sapere, come in altri paesi post sovietici. Proprio in questo giorno simbolico, tanti studenti si sono uniti ai manifestanti, che ormai da un mese esprimono dissenso alle controverse elezioni e al regime di Lukashenko. Solo quel giorno migliaia di giovani hanno affollato le strade della capitale bielorussa, tingendole di rosso e bianco: i colori della bandiera, divenuta il simbolo delle proteste bielorusse.
Минск. Марш студентов на проспекте Независимости и на центральных улицах.
Фото: Вадим Замировский, https://t.co/SAPdczGoiG pic.twitter.com/mTkV4dyCXU
— TUT.BY (@tutby) September 1, 2020
Минск. Марш студентов на улице Козлова.
Фото: Вадим Замировский, Дарья Бурякина, https://t.co/SAPdczGoiG pic.twitter.com/jIZaISD9Sf
— TUT.BY (@tutby) September 1, 2020
Non si è fatta attendere la risposta delle forze dell’ordine: i giovani sono stati dispersi dalla polizia, inclusa anche quella antisommossa OMON, a cui sono seguiti arresti. In una foto si vede come la polizia afferra singoli studenti e li trascina fuori dal gruppo. La polizia non si è limitata di fermare ragazzi nelle strade, ma anche negli istituti scolastici, dove in alcuni – come scrivono i media locali – le forze dell’ordine sono state chiamate direttamente dalla dirigenza universitaria, dopo che in tanti hanno espresso le proprie posizioni.
Посмотрите, как разгоняли колонну студентов у площади Победы.
Фото: Вадим Замировский, https://t.co/SAPdczGoiG pic.twitter.com/JCQZ1Lhoc5
— TUT.BY (@tutby) September 1, 2020
ГУВД: Студентов никто не похищает.
Милиционеры представляются, и объясняют, в чем дело. https://t.co/2HHlP700F6 pic.twitter.com/zriI4kehlK
— TUT.BY (@tutby) September 1, 2020
Il 4 settembre la polizia – per lo più in borghese – ha fermato cinque studenti nell’atrio dell’Università statale di Lingue di Minsk, suscitando molte discussioni. Come scrive Tut.by, le violente detenzioni sono cominciate dopo che studenti hanno cantato in inglese La Marsigliese, il canto dei rivoluzionari francesi. Il giorno successivo, gli studenti di diverse università della capitale bielorussa sono usciti per strade per sostenerli.
Nel Tweet sotto, il momento della detenzione degli studenti del linguistico di Minsk.
https://twitter.com/vadim137502/status/1301871637902561281?s=20
Come riporta il Ministero degli Interni bielorusso, il 1 settembre a 95 persone, tra cui più di 30 studenti, sono stati stesi verbali per violazione della legge sugli eventi di massa; alcuni di loro sono in attesa processo.
Lukashenko minaccia studenti con arruolamento nell’esercito
Ancora a fine agosto Lukashenko aveva minacciato di mandare nell’esercito contro gli studenti che partecipavano nelle proteste.
“Dovete capire che abbiamo dato ai ragazzi una tregua mentre studiano all’università. Beh, se non vogliono studiare, allora che vadano difendere la Patria. La nostra Patria è in pericolo”, dice la bbc citando il discorso di Lukashenko.
Radio Bullets ha parlato con uno studente di Minsk che ci ha raccontato quello che è accaduto nella sua Università il 1 settembre e le motivazioni degli studenti scesi in piazza. L’intervistato ha chiesto di rimanere anonimo per ragioni di sicurezza.
La testimonianza di uno studente di Minsk
Il ragazzo racconta che il 1 settembre è stata l’amministrazione della sua Università a chiamare la polizia antisommossa e poliziotti in borghese dentro l’edificio, visto che gli studenti si erano radunati per esprimere la propria posizione su quello che stesse accadendo nel loro paese oramai da un mese. Alcuni di loro hanno formato un cerchio e iniziato a cantare slogan pacifici, uno dei quali in inglese.
Giunta la polizia ha portato via tre studenti, che stavano fuori dall’edificio. Stando alle parole del ragazzo, all’interno dell’università c’erano diversi poliziotti in borghese che hanno filmato gli studenti. Tutto in presenza del capo della sicurezza universitario, a cui i ragazzi si sono rivolti, senza ottenere risposta, sul motivo della presenza della polizia.
“Un mio amico è stato portato via dalla polizia. Uno dei nostri professori ha cercato di difenderlo, ma senza alcun risultato”, racconta lo studente a Radio Bullets.
Per il momento, per lui e gli altri studenti non c’è il rischio dell’espulsione a causa delle proteste, anche se il preside di un dipartimento dell’Università ha minacciato gli studenti, dopo che questi si erano radunati e seduti sul pavimento dell’atrio. Secondo il preside, un comportamento del genere è da considerare una violazione.
Perché protestano studenti?
“Noi vogliamo far sapere alle autorità che è inaccettabile che nel XXI secolo le persone vengano picchiate in pieno giorno. Vogliamo nuove elezioni oneste ed eque – anche se Lukashenko dovesse partecipare – l’importante che siano eque. Tutti i prigionieri politici, due dei quali sono candidati alla presidenza in Bielorussia, devono essere rilasciati. E vogliamo che le nostre amministrazioni proteggano studenti e non facciano entrare la polizia antisommossa nell’università, mettendoci così al rischio”, queste sono le motivazioni che lo studente ha condiviso con Radio Bullets.
“In tutte le repubbliche civili (ufficialmente Repubblica di Bielorussia, ndr), il potere cambia circa ogni cinque – dieci anni, ma non qui da noi”, afferma il ragazzo. La presenza di Lukashenko sulla scena politica ormai da ventisei anni – praticamente dalla nascita di questo studente – si può considerare come una monarchia di fatto, viste le elezioni falsificate e l’assenza del cambio del potere.
“E’ difficile dire quanti siamo, ma ci sostengono insegnanti, ex alunni e genitori, questo ci rafforza ancora di più, perciò siamo determinati ad andare fino in fondo – fino alla vittoria”, conclude lo studente.
Foto in evidenza: Vadim Zamirovsky / TUT.BY
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