Francesco Casolo e la saga dei Menabrea

Scritto da in data Ottobre 14, 2022

Una saga familiare ambientata a inizio secolo scorso, quando le donne si ritagliano il proprio spazio nella storia con determinazione e coraggio. “La salita dei giganti” è l’ultimo libro di Francesco Casolo − docente di Storia del cinema all’Istituto europeo di design (Ied) − pubblicato da Feltrinelli. Valentina Barile ne parla su Radio Bullets con l’autore.

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Coraggio

Due donne, madre e figlia, che nonostante le complessità riescono a portare avanti un sogno. Francesco Casolo su Radio Bullets: «La salita dei giganti è sicuramente una storia di coraggio e di determinazione al femminile. È la storia di Eugenia Menabrea, che quando eredita la fabbrica di Menabrea da suo padre non ha nessuna intenzione di disperdere il lavoro, gli sforzi e soprattutto i sogni di questo padre che ha creduto di poter vendere la birra in Italia in un’epoca in cui questa bevanda era assolutamente sconosciuta nel nostro paese. È una storia che, come dice la stessa Eugenia, va contro le convenzioni dell’epoca, no? Eugenia dice che era tutto sbagliato, quello che dicevano i romanzi d’amore, quello con le ragazze a modo, composte, che stavano attenti a non esporsi. Eugenia Menabrea non ha nessuna intenzione di attenersi a questo ruolo, ha voglia di andare a prendersi la sua autonomia, di conquistare la sua grandezza di essere umano e finirà per essere molto in anticipo rispetto ai suoi tempi e alla sua epoca».

Complessità

Gli ostacoli familiari e sociali non fermano Eugenia, la protagonista di questo romanzo, che è anche un punto di rottura con le donne dell’epoca. Francesco Casolo: «La salita dei giganti è anche la storia di un rapporto difficile, complesso fra una figlia e una madre, fra Eugenia Menabrea, che chiamiamo Genia ed è la protagonista del mio romanzo, e sua madre Eugenia, sono omonime ma le chiamiamo Genia, la piccola, e Eugenia, la grande. Affronteranno delle fasi molto difficili, affronteranno dei dolori molto grossi, godranno di tutta una serie di privilegi legati al fatto che comunque sono parte di una famiglia molto ricca, di una famiglia imprenditoriale, economicamente molto forte e attraverso il loro rapporto, diciamo, riusciranno a collaborare pur nella conflittualità del loro rapporto, riusciranno a trovare il modo di salvare, di preservare, il sogno di questo marito, di questo padre, Carlo Menabrea, che purtroppo non è lì per portarlo avanti, non è lì per portarlo a compimento, e saranno loro a doversene occupare dicendo “adesso ci siamo noi e non abbiamo nessuna intenzione di cedere a nessuno il lavoro fatto da Carlo”».

Determinazione

La macrostoria svolge una funzione fondamentale: nell’ambizione della protagonista si riflette il contesto storico della condizione femminile di fine Ottocento / inizio Novecento, una lotta per l’emancipazione che lascia ancora dei punti irrisolti dopo un secolo. Francesco Casolo conclude su Radio Bullets: «Ne La salita dei giganti si parla inevitabilmente di questione femminile e, ovviamente, sono passati più di cento anni e siamo lungi dal considerare risolta la questione, non solo in alcuni paesi extraeuropei, ma anche a casa nostra ci sono ancora molte questioni sul tavolo. Quello che ho cercato di fare, oltre a raccontare le mie protagoniste, è stato narrare anche un episodio poco conosciuto della storia italiana che vede protagonista questa figlia di Quintino Sella − siamo appunto a Biella − che è una figura locale molto importante, ma lo è anche a livello nazionale in quanto ex ministro del Regno, e quello che succede è la mancanza di sostegno che questa ragazza trova nel momento in cui cerca di promuovere la nascita di una scuola destinata alle donne che istruisca le ragazzine e offra loro una preparazione molto simile a quella che veniva impartita agli uomini. Quello che incontra è astio, attacchi continui, addirittura offese personali e sono contento in qualche modo di essere riuscito a raccontare questa storia attraverso documenti d’epoca, i giornali, per mostrare una sorta di gratitudine nei confronti di questa donna che è molto in anticipo sui tempi, ha creduto che fosse possibile equiparare l’istruzione femminile a quella maschile».

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