Medicina di Genere: il pensiero di Valeria Messina

«La Medicina di Genere cerca di capire chi è esattamente la persona che ha davanti, se è stata studiata in maniera adeguata e se le terapie che sta facendo sono giuste per lei. Perché la Medicina di Genere non è semplicemente “la medicina delle donne”. La Medicina di Genere è la medicina dell’appropriatezza».

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Una questione di genere?

«L’uomo e la donna sono fondamentalmente diversi, biologicamente e culturalmente diversi, hanno capacità diverse di accedere alle cure e hanno una modalità diversa di occuparsi di loro stessi e del proprio corpo. Nonostante queste differenze, entrambi i sessi vengono curati con una sorta di pregiudizio».
Per lungo tempo, infatti, la medicina ha preso come modello per le sperimentazioni e le cure un uomo adulto di circa 70 chili. Lo schema ottenuto è stato poi adattato alla donna, al bambino, alla bambina, ai ragazzi e agli anziani, non tenendo conto delle diversità biologiche, ormonali e strutturali di ciascun individuo. Le donne, in quanto biologicamente più complesse e difficili da curare, sono state e continuano a essere trascurate da certi rami della medicina. Basti pensare a come determinate malattie, nonostante siano molto diffuse, vengano ancora difficilmente diagnosticate e studiate. Parliamo dell’endometriosi e della vulvodinia, i cui sintomi vengono spesso trascurati dai ginecologi perché ritenuti “normali” per una donna in età da ciclo.
La Medicina di Genere può rappresentare quindi la chiave per una medicina più inclusiva. Non solo per le donne.

25 novembre – Il pensiero di Valeria Messina

In quest’ultima puntata speciale dedicata alla Giornata Internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, dialoghiamo con la dottoressa Valeria Messina: medica di famiglia, consigliera dell’Ordine dei medici e presidente della Commissione pari opportunità dell’Ordine di Genova. Parliamo di Medicina di Genere e del perché rendersi conto delle differenze di ognuno e ognuna possa migliorare il modo di curare le persone.

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