Un artista solitario
Scritto da Julia Kalashnyk in data Marzo 3, 2020
Petr Pavlensky, l’artista russo che ha diffuso il video erotico del candidato a sindaco di Parigi Benjamin Griveaux, ai microfoni di Radio Bullets parla dell’arte politica e del sito Pornopolitique, della sua collaborazione con Cicciolina, di case occupate e tanto altro.
Julia Kalashnyk da Kyiv. Voce doppiaggio: Giuliano Terenzi
Foto Pavlensky: Merlin Yann CC BY-SA 4.0
Cicciolina: Алый Король CC BY 2.0
Griveaux: CC BY 2.0
Lybianka: Meduza
Con Petr ci sentiamo in una piovosa mattina dell’ultimo giovedì di questo inverno. Colpisce la sua puntualità: la videochiamata arriva alle ore 12:00 in punto, non slitta di un secondo. Nella sua compostezza si intuisce quel briciolo di autorevolezza, che lo rende così fedele alle proprie idee e convinzioni.
Un passo indietro
Petr Pavlensky è stato arrestato il 15 febbraio per una lite violenta e armata avvenuta a Capodanno a casa del suo avvocato Juan Branco, e per questo è diventato un ricercato in Francia.
Nel contempo abbiamo assistito allo scandalo provocato da un video erotico pubblicato da Pavlensky sul sito Pornopolitica che comprometteva il politico francese Benjamin Griveaux, fedelissimo di Macron.
Il politico in questione si è rivolto alla polizia con una denuncia per violazione della sua vita privata, dopo di che l’artista russo e la sua fidanzata sono stati interrogati. Petr Pavlensky e Alexandra de Taddeo sono stati rilasciati il 18 febbraio con il divieto di comunicare tra di loro.
Sito Pornopolitique
Il sito Pornopolitica, creato dall’artista russo, è stato chiuso dalle autorità francesi dopo lo scandalo con il candidato alla poltrona di sindaco di Parigi, Benjamin Griveaux, quando sul sito è apparso un video in cui il candidato di En March si masturba.
Petr ora sta raccogliendo il materiale per ripristinarlo: chiede su Facebook agli autori che hanno scritto sul sito di rimandare a lui gli articoli realizzati in precedenza.
Ci racconta che i testi scritti da lui sono più difficili da recuperare: tutto il materiale si trovava sul computer, sequestrato durante la perquisizione prima del suo ultimo arresto il 15 febbraio.
Ma ai francesi questo sito serve?
Petr ritiene che un sito di questo sia necessario, anche se inizialmente lui non era sicuro se i francesi ne avessero bisogno o meno. Si è reso conto solamente dopo quanto servisse, solo quando in tanti hanno cominciato a visitare le pagine del sito e leggere gli articoli pubblicati.
Secondo l’artista russo le persone erano entusiaste di guardare quel piccolo film porno – come lo definisce lui stesso – con la partecipazione di un candidato a sindaco di Parigi.
Petr Pavlensky sostiene che l’ipocrisia nella politica francese venga imposta come una norma, ed è per questo lui sta cercando di alzare la voce e mettere in dubbio l’approccio usato dalle autorità francesi:
Credo che se politici e funzionari del governo smettessero di propagandare il puritanesimo – che loro stessi disprezzano – e iniziassero a recitare nei film porno per aumentare il grado di popolarità, tutto andrebbe molto meglio e la nostra vita diventerebbe molto più interessante. Sono sicuro che funzionerebbe
racconta a Radio Bullets Petr.
Cicciolina
Contrappone al politico francese e agli suoi atteggiamenti – Griveaux ha spesso parlato della sua fiducia nei valori della famiglia – la pornostar ed ex deputata italiana Cicciolina. Secondo Petr, è un esempio di come dovrebbe essere un politico coerente, che non ha paura di esporsi fino in fondo.
Cicciolina è stata una persona molto importante per la nascita del sito Pornopolitica. Lei, probabilmente, è l’unico politico di successo tra quelli che conosco, che sono riusciti a costruire la propria carriera senza ipocrisia, senza nessun inganno
E su loro collaborazione ricorda:
Inizialmente con Alessandra de Taddeo volevamo intervistare Cicciolina in Italia. Lei ha detto che questo incontro sarebbe costato 2500 euro, poi ha accettato di abbassare il prezzo fino a 1500. Le ho detto che non avevo la possibilità di pagare così tanto, dopodiché, Cicciolina ha detto che avrebbe rilasciato l’intervista via mail. Si è comportata con dignità e ha mantenuto la parola
Arte politica di Petr Pavlensky
Per Petr la sua attività non può essere racchiusa solo in un concetto di protesta: questa è una forma dell’arte politica e il suo obiettivo è quello di distruggere i meccanismi del potere e non importa se sia in Russia o altrove.
Petr racconta a Radio Bullets di essere rimasto fedele all’arte politica anche in Francia, sempre con l’intento di mostrare il vero volto del potere. Vorrebbe distruggere la struttura costruita da questa macchina del potere e svelare il flusso incessante dell’ipocrisia del potere. La sua arte politica opera all’interno di questi meccanismi e per distruggerli e smascherarli, usa gli stessi strumenti del potere: i media, la psichiatria, l’istruzione e l’ideologia, solo per citarne alcuni.
Mi stanno accusando di aver destabilizzato Macron e il suo governo. Se prima ero sempre un criminale e un pazzo, ora sono diventato anche un agente dell’FSB. OK, aspetterò cosa mi diranno la prossima volta
dice a Radio Bullets.
Politica francese e russa a confronto
L’artista russo ci parla anche delle particolarità dello scenario politico in Francia e cosa lo differenzia da quello che succede a casa sua. Secondo Petr, in Russia le forze del potere agiscono in una maniera più diretta, sono soliti a mostrare di più il proprio volto e a nascondersi meno dietro ili concetto generico di democrazia. Le autorità russe mostrano la loro crudeltà e Putin stesso non nasconde particolarmente che si tratti di un sistema autoritario.
L’artista sostiene che le autorità francesi, secondo lui, adottano più un approccio ipocrita. Il modello scelto da Macron, somiglia molto a quello del leader russo: “lui vorrebbe diventare Putin 2”. Pavlenski è convinto che non sia solo lui a pensarlo, è un pensiero che accomuna molti francesi.
Petr Pavlensky e Russia liberale
Ci racconta anche del suo conflitto con gli esponenti liberali in Russia, nato soprattutto per il loro tentativo di strumentalizzare la sua arte politica.
E’ successo che Petr chiamasse una sua performance con un determinato nome, e loro subito dopo ne davano un’altro. Ricorda che quando ha dato fuoco alla porta di Lyubianka, il quartier generale di Mosca del servizio di sicurezza del paese, chiamato FSB, e aveva deciso di chiamare la sua performance Minaccia, che è stata subito ribattezzata come Porta dell’Inferno.
L’artista russo ci confida di essere ateo, per cui non avrebbe mai potuto definire una sua performance di arte politica con delle parole che riportano ai concetti religiosi.
Petr e la lite dell’ultimo dell’anno
Abbiamo chiesto a Petr cosa fosse successo l’ultimo dell’anno, quando è stato accusato di aver pugnalato diverse persone e di essere stato un ricercato in Francia per più di un mese.
Stando alla sua versione lui non avrebbe pugnalato nessuno e a confermare le sue parole, stavolta ci sono testimoni. Ci racconta di aver già passato una situazione simile in Russia: Petr e la sua ex compagna Oksana Shalygina sono stati accusati di tentato stupro di un’attrice russa, il motivo per cui i due hanno chiesto l’asilo politico in Francia nel 2017.
Petr sottolinea che quella volta tutto era stato più complicato, perché non c’erano testimoni testimone.
Quella volta eravamo solo in tre: io, la mia ragazza e la presunta vittima. Ora sono molto più calmo e tranquillo. Certo, non sono contento che questo stia accadendo nella mia vita per la seconda volta, sembra che ci sia sempre qualcuno pronto a discriminarmi. Non sono contento, ma ora sono più tranquillo, c’erano testimoni, hanno visto tutto.
racconta a Radio Bullets Petr.
Petr e case occupate
Sulla questione di case occupate – Petr in Francia vive, appunto, in una casa occupata, ci racconta:
Non ho un posto dove vivere né una casa di proprietà qui in Francia. Ho rifiutato la casa popolare e l’assegno sociale che mi sono stati offerti dallo Stato, perché sarebbe stato strano accettare tutto questo e, nel contempo, dire la mia. Ora vivo in una casa occupata, tuttavia, mentre ero ricercato non ci potevo stare dentro
Tornerebbe mai in Russia e a quali condizioni?
Ormai si sente francese, sta bene in Francia e non c’è nessuna traccia di nostalgia per casa sua.
A quali condizioni tornerebbe? Solo ad una: deve essere sicuro che non sarà schiacciato dalla volontà politica di qualcuno per quello che non ha mai fatto. Aggiunge che ora non si tratterebbe nemmeno di un ritorno, ma di un volontario viaggio in una prigione per 10-15 anni, per un qualcosa di cui non ha colpa.
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